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 2015  giugno 15 Lunedì calendario

Biografia di Luigi Brugnaro

• Mirano (Venezia) 13 settembre 1961. Imprenditore. Sindaco di Venezia, eletto il 14 giugno 2015 (sostenuto dal centrodestra, ha battuto al ballottaggio il candidato Pd Felice Casson con il 53,2% dei voti contro il 46,8%)).
• Figlio di Ferrucci, operaio, sindacale della Montefibre di Porto Marghera e discreto poeta, e di Maria, maestra elementare. Maturità scientifica al liceo Ettore Majorana di Mirano, laurea in Architettura all’Università Iuav di Venezia, nel 1986 ha fondato Everap, società che si occupa di reti commerciali, e nel 1997 Umana, società che si occupa di lavoro interinale di cui è presidente (300 milioni di entrate annuali e circa 600 dipendenti). Dal 2009 al 2013 è stato presidente della divisione del Veneto di Confindustria, di cui è membro del comitato direttivo nazionale. Nel 2006 ha comprato la Reyer Venezia, una storica squadra di basket fondata nel 1925.
• «Era scritto che Casson perdesse. A Venezia mi è venuto incontro un signore: “Salve, sono l’unico renziano della città…” Era Brugnaro, il candidato del centrodestra che ci ha battuto» (Matteo Renzi).
• «Alla corsa di Brugnaro da Mirano (“il campagnolo”, lo chiamavano gli avversari) sono bastati 83 giorni. Il fondatore di Umana è sceso in campo dopo la vittoria alle primarie di Felice Casson, senatore pd dal profilo distante dalla “parrocchia” di partito. Veemente, esuberante, ricco come Creso e incapace di perdere (dicono i suoi), Brugnaro al ballottaggio ha messo in fila le schegge di un centrodestra disperso (…) Brugnaro pensa a se stesso come all’uomo delle missioni impossibili. E la sua candidatura a sindaco è sia “trasversale” (“Non ho problemi ad ammetterlo, Renzi mi piace“) che “emergenziale”» (Marco Cremonesi) [Cds 15/6/2015].
• «Ha iniziato a prendere le misure lavorando sin da ragazzo, come quando passava l’antiruggine sui cancelli della sua cittadina natale, Mirano, o faceva il cameriere nei ristoranti della laguna, per iscriversi all’Istituto di Architettura di Venezia dove si laurea con il massimo dei voti. Nel 1997 fonda un’agenzia per il lavoro – chiamata Umana, perché “la persona è al centro” – che in pochi anni diventa leader del settore, con 124 filiali in Italia, 750 dipendenti diretti e 12 mila persone occupate nelle migliori aziende italiane. E poi, ancora, una holding che oggi raggruppa 20 aziende attive nel campo dei servizi, della manifattura, del terziario, dell’agricoltura e, naturalmente, dello sport. Quando nel 2006 rileva la Reyer, la storica società di basket fondata nel 1872, attorno vi gravitano diciassette persone e una ventina di pantegane grosse così che hanno preso possesso del palazzetto. La cura Brugnaro la porta a militare – caso unico in Italia – in serie A sia con la squadra maschile, arrivata ai play off scudetto, che con la squadra femminile, che quest’anno ha trionfato in Europa vincendo l’Adriatic League» (Caterina Giojelli) [Tempi 28/5/2015].
• «Alterna idee e proposte anche astute a sparate incredibili, ma da personaggione, uno strano mix di mito-imprenditoria e mitopoiesi, “partito del fare” e “siamo il partito del lavoro”, leghismo e persino grillismo soft. L’imprenditoria alla berlusconiana si svela quando gli si chiede dei suoi conflitti d’interessi, Brugnaro è imprenditore con interessi nel lavoro, nel vetro, nell’edilizia, nella vela, nel basket, nei servizi: “Solo chi non fa non ha conflitti d’interesse. Solo i parassiti non hanno conflitti d’interesse. È molto meglio essere campagnoli che parassiti. Io il conflitto d’interessi lo risolverò dichiarando preventivamente tutte le mie proprietà e interessi; ma scusate, puoi dare del ladro a qualcuno solo dopo, non prima che ha rubato”» (Jacopo Iacoboni) [Sta 16/6/2015].
• Cinque figli, due da un primo matrimonio, tre dal secondo (l’ultimo, Ettore, nato nel 2015).
• Cattolico, messa ogni domenica.
• Ha una fattoria di 426 ettari a Chiusi.