8 giugno 2015
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Biografia di Hastings Reed
• (Wilmot Reed Hastings) Boston 8 ottobre 1960. Imprenditore. Ceo e cofondatore di Netflix. Dal 2011 membro del consiglio di Facebook [Panizza, Wired 11/2014].
• Abbronzato, barbetta, collo lungo – sempre un po’ arrossato – e un discutibile gusto per camicie fantasia, che mette sopra a T-shirt e sotto ad altrettanto discutibili giacche oversize.
• Di ottima famiglia: «Viene dall’alta società americana, si potrebbe quasi parlare di nobiltà» (Gina Keating, giornalista Reuters).
• Cresciuto nel sobborgo di Belmont, «è un tizio che quando racconta la sua vita lo fa per epifanie concatenate, macrotappe, flash dalle conseguenze sulla sua personalità non sempre decifrabili. La prima riguarda una gita di famiglia a Camp David, a 12 anni, presso la residenza estiva del presidente degli Stati Uniti, a Frederick, nel Maryland. Il padre lavora come legale presso il dipartimento per la Salute, l’Educazione e il Welfare dell’amministrazione di Richard Nixon. E così, nel corso della visita, la famiglia Hastings al completo ha la possibilità di visitare anche gli spazi più privati. Il piccolo Reed finisce nel bagno di Nixon, e ciò che registra è il gusto kitsch del presidente: “L’asse del water era color oro. Forse, era d’oro davvero”» [Panizza, Wired 11/2014].
• Alle superiori frequenta la Buckingham Browne & Nichols, una scuola privata di Cambridge, al termine della quale si prende un anno sabbatico per vendere porta a porta gli stracci per pavimenti Rainbow: «Pulivo il tappeto e mostravo lo sporco in più che Rainbow era in grado di raccogliere. Quello era il mio pitch di vendita» [Panizza, Wired 11/2014].
• All’università sceglie un college piccolissimo, niente Mit e niente Ucla: va a studiare nella cittadina costiera di Brunswik, nel Maine, dove si laurea in matematica a Bowdoin: «Trovavo le astrazioni dei numeri beautiful and engaging». Nel college è membro dell’Outing club, che organizza attività outdoor per gli studenti, in particolare kajak e scalata [Panizza, Wired 11/2014].
• Dopo il primo anno si iscrive al campo estivo di addestramento paramilitare dell’Officer candidate school di Quantico dove però resta solo due settimane: «Avevo da dire su tutto, da come rifacevano i letti a come erano organizzate le giornate. Preferivo cogliere margherite, piuttosto che marciare» [Panizza, Wired 11/2014].
• Subito dopo la laurea, nel 1986, parte per lo Swaziland insieme ai Peace Corps fondati da John Fitzgerald Kennedy e ci resta due anni e sette mesi, insegnando geometria ed equazioni differenziali nel Nordovest del paese, in un liceo con ottocento studenti, dormendo su un pagliericcio in una zona rurale priva di elettricità: «In quasi tre anni sono tornato a casa solo per il matrimonio di mia sorella» [Panizza, Wired 11/2014].
• Nel 1986 si iscrive a un master in Computer science a Stanford e a 31 anni fonda Pure, una startup che sviluppa programmi per debuggare software dedicati ai programmatori Unix. Mette a segno una fusione con Atria e alla fine vende tutto a Rational software, nel 1997: «Più diventavamo grandi, più diventavamo burocratici», racconterà più avanti, «e io sono stato un pessimo amministratore delegato: ho tentato di licenziarmi due volte, in quegli anni» [Panizza, Wired 11/2014].
• Insieme al compagno di sempre Marc Randolph, fonda Netflix il 29 agosto 1997 come servizio di noleggio dvd per posta, in un’America dove giravano quasi solo videocassette firmate Blockbuster e Wal Mart e un lettore non costava meno di 600 dollari. «L’idea è venuta mentre sistemavo casa. Ho trovato una copia di Apollo 13, che avevo noleggiato un mese prima. Dovevo pagare il ritardo [40 dollari, ndr], e in più andare al negozio per restituirlo. Allora mi sono detto: spediamo i dvd a casa della gente, in buste preaffrancate, ordinate comodamente su internet. Per una quota fissa mensile si può noleggiare un numero illimitato di titoli. E senza penali per il ritardo: quando restituisci il film, ti mandiamo quello nuovo» [Panizza, Wired 11/2014].
• Nel 2005 la sua passione per gli algoritmi rovina le vacanze di natale a moglie e figli ma assicura il successo a Netflix che ormai suggerisce agli utenti i tre quarti dei film che vedono [Le point.fr]
• Netflix, in cinque anni, entra tra i primi dieci clienti delle poste americane con 40 centri di distribuzione, ciascuno dei quali lavorava circa 100mila dischi al giorno. Ma Hastings pensa già al passo successivo: «Chiamammo la compagnia Netflix perché sapevamo che un giorno avremmo venduto in streaming, su internet». Un’altra visione, un altro sguardo realista e magico, considerato che nel 2000 solo il 7% delle case americane possedeva una connessione in banda larga [Panizza, Wired 11/2014].
• Odia posare per i servizi fotografici: «Accettai nel 1995 per Usa Today a fianco della mia Porsche. Amavo molto quella macchina, aveva scelto come targa l’indice di Borsa della mia azienda che era appena stata quotata. Ero un perfetto nuovo ricco. Ma oggi spendo i miei soldi nelle fondazioni per sostenere l’educazione dei bambini» [Micke, parismatch.com 15/9/2014].
• Guida una Lexus, fa molto sport, cammina, scia, va in bicicletta ma assicura che non lo vedremo mai fare scalare dei ghiacciai o paracadutarsi da un aereo come Richard Branson.
Filantropo. Ha accettato di partecipare al progetto di Bill Gates e di Warren Buffet che consiste nel donare al meno il 50 per cento della propria fortuna.
• Secondo Forbes, con il 4% il suo patrimonio personale supera il miliardo (dal 2014).
• Sposato con Patrician Ann (Patty) Quillin, vive con i suoi due figli e i suoi quattro cani, quattro capre e otto polli in una casa nella zona rurale di Santa Cruz.
• Lavora spesso a casa: «Sempre che non abbia appuntamenti. La mia giornata inizia alle 6 del mattino con un po’ di cyclette e un caffè, poi leggo le mail e inizio a lavorare. E spesso vado a cene di lavoro».
• Prende circa cinque settimane di vacanza l’anno: «Ma le idee migliori mi vengono proprio lì, per cui è difficile separare il lavoro del riposo. Spesso con mia moglie partiamo all’avventura. Così per visitare qualche angolo sperduto del mondo». L’estate del 2014 è andato nelle isole Fær in Danimarca e, vedendo che molti usavano Netflix, ha invitato a cena il ministro del Commercio e i due hanno siglato un importante accordo: «E ora gli isola delle Fær avranno il top del servizio» [Micke, parismatch.com 15/9/2014].
• «Quelli che pensano che non si può fare dovrebbe spostarsi dal cammino di coloro che ci credono» (uno dei suoi proverbi cinesi preferiti).