23 marzo 2015
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Biografia di Stefano Perotti
• Roma 30 aprile 1958. Ingegnere. Dottorato di ricerca in economia alla Sapienza (nel 1984) e certificazione Ipma di Project manager di livello A dal (2001). L’uomo che negli ultimi quindici anni si è visto assegnare la direzione di quasi tutte le grandi opere in Italia.
• Arrestato il 16 marzo 2015 nell’inchiesta “Sistema” della procura di Firenze (che conta in tutto 51 indagati e 4 arresti tra cui quello di Ercole Incalza, vedi) sulla Tav e su numerosi lavori legati alle grandi opere, Expo compresa. Secondo gli inquirenti, dall’1 al 3% del valore dell’opera è la percentuale che spettava a Perotti. Ma il comandante dei Ros generale Mario Parente spiega che per il momento: «È improponibile parlare dei numeri della corruzione finché gli accertamenti non saranno definiti».
• «I 51 indagati partecipavano all’associazione, collaborando con Stefano Perotti nella realizzazione del programma criminoso, occupandosi delle attività di tutte le società riconducibili alla famiglia Perotti-Mor, anche con riguardo all’evasione fiscale ed alla truffa in danno dell’Erario» (così nell’ordinanza firmata dal gip Angelo Antonio Pezzuti).
• Il padre Massimo, finito in carcere anche lui per tangenti nello scandalo Icomec (ne è poi uscito indenne), è molto amico di Ettore Incalza: «Nel sistema dei trasporti i due agivano in parallelo: a Perotti le strade, a Incalza i treni. Passata la buriana, il Perotti padre pensò che era meglio trasferirsi in Sudamerica dove 86enne vive e solo di rado viene in Italia a trovare Stefano e gli altri figli. Prima di andarsene lasciò una fortuna alla prole sia di beni sia di conoscenze e relazioni, a cominciare da quella dell’amico Incalza. Le chiavi del padre, il figlio le ha usate al meglio con il gruppo Spm Consulting, fondato nel 1984» (Daniele Martini) [Fat 18/3/2015].
• Spm Consulting è una società con sedi A Roma, Milano e Ravenna, conta una cinquantina di dipendenti. Tra le commesse di rilievo l’acquisizione, nel 2008, della direzioni lavori e coordinamento della sicurezza delle due tramvie di Parma, per 250 milioni di costo, commissionate dal raggruppamento di imprese aggiudicatario, con Pizzarotti, Coopsette e Ccc. L’engineering di Perotti ha ricevuto l’incarico anche nell’ambito della maxi riqualificazione urbana di Citylife da 970 milioni di euro, con affidamenti relativi a direzione lavori. La società ha vinto anche un incarico importante per il Tunnel Bsae del Brennero, per la direzione lavori e coordinamento della relativo al cunicolo esplorativo Aica Mules, opera di 85 milioni [S24.com].
• «A 25 anni papà... non aveva fatto un cazzo nella vita... papà ha avuto coincidenze fortunate di entrare nel mondo della politica grazie a suo padre, a un certo giro di politica... lavori pubblici» (la moglie Christine Mor al figlio Philippe in un’intercettazione del 28 novembre 2013).
• Inserendosi nella scia del padre Massimo, in un trentennio Perotti figlio è diventato il punto di riferimento delle grandi opere italiane, acquisendo incarichi e direzioni milionarie, una ventina circa, un’enormità, e facendo a gara con un altro asso pigliatutto, il palermitano Nino Bevilacqua. Il primo, Perotti, si è diviso tra i binari e l’asfalto; Bevilacqua è invece più portato per le strade. Entrambi sono tecnici di casa all’Anas di Pietro Ciucci.
• Con Incalza nel 1997 ha fondato la Green Field, da cui Incalza ha ricevuto negli anni quasi 700mila euro.
• Ha collaborato con il ministero dei Trasporti in ricerche sull’applicazione delle politiche industriali nell’assetto del territorio e ha fatto parte del Comitato tecnico nazionale per il piano generale dei trasporti e del Comitato nazionale italiano per i Paesi in via di sviluppo. Tra il 1994 e il 1996 è stato amministratore delegato di Sotecni spa e vicepresidente del consorzio Ferconsult, incaricato dell’alta sorveglianza e direzione lavori per la riqualificazione delle ferrovie in concessione. Tra agosto 2000 e luglio 2006 è responsabile del servizio di project control e direzione lavori per la tratta ferroviaria ad alta velocità Bologna – Firenze. È Program manager per la progettazione e realizzazione di piattaforme tecnologiche integrate per i servizi di Engineering and construction sul mercato italiano e internazionale. I lavori diretti negli ultimi anni ammontano a un importo complessivo di circa 415 milioni di euro.
• Con l’Anas Perotti ha avuto almeno tre sontuosi incarichi di direzione sulla Salerno-Reggio Calabria, compreso il macro-lotto del viadotto Italia, quello da cui a inizio 2015 è venuta giù un’impalcatura e c’è stato il morto. E poi la tangenziale di Como. Perotti dirigeva pure i lavori di un’altra grande opera assai discussa: la tratta T3 della metro C di Roma dove aveva soffiato il posto al precedente direttore Enrico Molinari. La T3 va da San Giovanni a Piazza Venezia e ora vorrebbero prolungarla addirittura fino a Vigna Clara. Sono già aperti quattro cantieri: via Sannio, Amba Aradam, Celio e intorno al Colosseo sulla collina Velia e sotto il tempio di Massenzio. Spesa prevista: 6 miliardi di euro [Martini, Fat 18/9/2015].
• «Avere un amico come Incalza può fare comodo. E secondo i magistrati ha fatto molto comodo a Stefano Perotti. Nell’ordinanza si trova un elenco delle procedure amministrative nelle quali Incalza, “avvalendosi anche della collaborazione di Pacella Sandro, metteva a disposizione del Perotti la propria funzione”
la linea alta velocità Milano-Verona; il bando di gara emesso da Rete Ferroviaria Italiana s.p.a. per la molatura delle rotaie; nodo Tav Firenze; la linea alta velocità Milano Genova - Terzo Valico di Giovi; l’autostrada Civitavecchia - Orte- Mestre; l’autostrada regionale Cispadana; il bando di gara emesso dall’Autorità portuale di Trieste per l’attività di collaudo Hub portuale di Trieste. E spesso “non svolge neppure gli incarichi che gli sono stati affidati o li esegue con modalità tali da non giustificare gli enormi proventi che percepisce”» [Affari Italiani Editore, Lupi in fabula].
• «Perottino è tutto carino e mogio così, ma quando gli vai attorno al vil denaro diventa una bestia». Così Giulio Burchi, ex presidente di Italferr, ironizza su l’ingegnere pigliatutto, il re delle direzioni lavori, che ha gestito appalti per almeno 25 miliardi di euro (lo sostiene un suo stretto collaboratore) [Rep 17/3/2015]
• Direttore dei lavori delle Grandi Opere commissionate dal ministero delle Infrastrutture. Giulio Burchi: «Mi hanno detto che il nostro Perottibus ha vinto anche la gara, che ha fatto un ribasso pazzesco, ha vinto, beh, la Pedemontana Veneta Lombarda, ha vinto il palazzo nuovo dell’Eni a San Donato e c’ha
quattro giovani ingegneri e sai uno di cognome come si chiama? Un giovane ingegnere neolaureato. Lupi. Ma guarda i casi della vita!! Eh».
• «Sto infrangendo ogni regola umana e divina.. ma insomma...però è andata in porto... (…) dobbiamo festeggiare... un bicchiere di vino ce lo dobbiamo bere (…) penso di aver lanciato il cuore oltre l’ostacolo». Così in un’intercettazione del 30 ottobre 2013 dal Ros dei carabinieri mentre esulta con un dirigente dell’Eni per aver ottenuto la progettazione da parte dell’Eni del palazzo di San Donato Milanese.
• Secondo il Ros, Perotti avrebbe «influito illecitamente» anche sulla aggiudicazione dei lavori di realizzazione del cosiddetto Palazzo Italia Expo 2015: «Ma Perotti non si ferma al Palazzo Italia. Vuole di più. E secondo i magistrati mette nel mirino altri appalti a Milano. Tramite il figlio Philippe cerca un contatto con Franco Cavallo, definito dai pm “uomo di Lupi”, “in modo che possa aiutarli ad acquisire nuove commesse in Expo, cercando di sfruttare il rapporto di amicizia che Cavallo ha con Christian” Malangone, manager Expo. Agganciare Malangone può servire “a verificare quali sono i canali giusti per ottenere le direzioni lavori dai vari Paesi espositori che devono realizzare i loro stand Expo». [Affari Italiani Editore, Lupi in fabula].
• «In Italia i general contractor sono imprese, quindi quando l’impresa nomina il suo direttore dei lavori viene meno il controllo sull’appalto. Le imprese sono obbligate a nominare direttori dei lavori di gradimento. Vedi, Incalza ha fatto nominare Perotti anche sui prossimi allunaggi, no?».
• «Il legame tra Lupi, Incalza e Perotti, si rinnova per la realizzazione del terminal Crociere del porto di Olbia. Gli inquirenti spiegano i sistemi adottati dal gruppo per pilotare il bando di gara per la progettazione definitiva e la realizzazione del progetto. Compaiono anche i nomi di due sardi, Fedele Sanciu, ex senatore Pdl ed ex commissario dell’Autorità portuale del nord Sardegna, e Bastiano Deledda, responsabile del procedimento relativo alla gara. Nell’ordinanza viene tracciato un quadro completo dei rapporti, le tante mail, gli interessamenti, e qualche telefonata di troppo del ministro Lupi. Il tutto con l’intervento di un altro personaggio dal ruolo misterioso, Francesco Cavallo, mediatore di affari, stipendiato da Perotti con 7 mila euro al mese» (Cristiana Mangani) Mes 18/3/2015].
• Con Maurizio Lupi (allora ministro delle Infrastrutture) sono amici di famiglia: «Tu sai che Perotti e il ministro sono non intimi, di più, perché lui ha assunto anche il figlio, per star sicuro che non gli mancasse qualche incarico di direzione lavori, siccome ne ha soli 17, li hanno contati, ha assunto anche il figlio di Lupi, no?». Infatti Perotti lo fa assumere da suo cognato, Giorgio Mor, per un anno («Fallo diventare il tuo uomo su Milano»): Nell’ordinanza dell’arresto si legge: «Stefano Perotti ha procurato degli incarichi di lavoro a Luca Lupi, figlio del ministro. La preoccupazione di Perotti e Giorgio Mor non è comprensibile al di fuori di uno scenario illecito» (riferendosi al fatto che Mor tema che la collaborazione con il figlio del ministro Maurizio Lupi, Luca, possa essere ritenuta “poco opportuna”) [Sec 16/3/2013]. Nel 2013, in occasione della laurea di Luca Lupi (110 e lode in ingegneria), Perotti gli regalò un Rolex da 10.348 euro («Lo diede a mio figlio. Io non lo avrei accettato» si giustifica Maurizio Lupi).
• Sua la villa d’epoca a Costa San Giorgio, con strepitosa vista su Firenze, finita anche nello spot di Calzedonia con Julia Roberts: «È lì che passavano i week end con la famiglia Lupi».
• Difeso dall’avvocato Roberto Borgogno (studio Franco Coppi) Recluso nel carcere di Sollicciano (Firenze).
• Sposato con Christine Mor, un figlio Philippe nato a Roma, che «ora abita a Firenze, dove lavora come imprenditore privato, seppure con solidissimi agganci con la politica» (Franca Selvatici) [Rep 18/3/2015].