Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2006  giugno 18 Domenica calendario

I funerali di Oriana Fallaci

Tre rose gialle, deposte dai pronipoti. Il Fiorino d’ oro assegnato a Franco Zeffirelli e che il regista le ha affidato per sempre, in polemica con palazzo Vecchio che a lei non lo diede mai. Una copia del Corriere della Sera di ieri, con lo speciale «Addio Oriana», poggiata dal nipote Antonio. Ecco gli ultimi regali per Oriana Fallaci e sistemati sulla sua bara prima della sepoltura, ieri al cimitero degli Allori, da quel piccolo gruppo di parenti e amici che lei stessa ha voluto accanto a sé nell’ ultimo viaggio fiorentino, dalla clinica Santa Lucia in piazza Indipendenza. La regìa era della stessa Fallaci. E chissà se aveva previsto le polemiche nate proprio nelle ore di questo non-rito di commiato. La bara (di legno chiaro ma non bianca, com’ era trapelato) è uscita dalla clinica alle 10 ed è arrivata al cimitero alle 10.20. Accanto, le rose di vari colori della famiglia e la corona di rose bianche del Corriere della Sera. Era già lì sua sorella Paola con i figli Antonio e Edoardo Perazzi, le loro mogli, i tre pronipoti, tutti addolorati ma composti e silenziosi. Prima della bara sono arrivati anche il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Riccardo Nencini, poi Paolo Klun di Rcs International, Gianni Vallardi (che seguì il lavoro della Fallaci alla Rcs libri, ora è in Mondadori). Alle 10.40 è arrivato da Roma Franco Zeffirelli, affaticato ma pieno di energie polemiche: «Firenze ingrata con la sua donna più importante del secolo scorso». E dopo il funerale: «La lasciano andar via così senza accorgersene. Ho deposto il mio Fiorino d’ Oro perché se lo meritava. Sono irritato, infuriato. Volevo che lei sapesse, ovunque ora lei si trovi, che almeno un fiorentino è in disaccordo con l’ amministrazione». Poche parole e rari gesti, durante la sepoltura (sulla lapide ci sarà solo il nome e il cognome, la parola «scrittore» la sola data di morte «a Firenze»). La sorella Paola ha ricordato quando Oriana ebbe in dono in quarta elementare un chicco di grano per i buoni voti ottenuti, «per lei era importante un risultato da inseguire». Poi ha descritto il rapporto col Corriere della Sera fatto di «sfuriate e di amore», quel suo carattere forte per il quale «si arrabbiava ma tutto passava subito». Infine i ringraziamenti a monsignor Fisichella, a Sofia Loren: «Ma non ringrazio la città di Firenze». Il nipote Edoardo ha chiarito molti punti. Il Quirinale, ha detto, ha chiesto di partecipare, e così hanno fatto altri ma «abbiamo gentilmente declinato queste richieste per rispettare le sue volontà. Ha lasciato scritto cosa voleva. Siamo in contatto col ministero della Cultura, ha chiamato il ministro Rutelli, ci sono state richieste anche dal governo, dalla regione, da tutti i suoi amici e dai lettori». E rieccoci alle polemiche: «Ci sono state manifestazioni di affetto molto tardive. Non sono state particolarmente gradite perché anacronistiche e ridicole». Impossibile non pensare al difficile rapporto tra la scrittrice e le amministrazioni locali, palazzo Vecchio e la Regione. A cerimonia finita il sindaco Leonardo Domenici, informava un’ agenzia, ha parlato con Paola Fallaci spiegandole di essere rimasto in questi giorni in viaggio di lavoro in Giappone col Maggio musicale fiorentino, di non «essere riuscito a mettersi in contatto con lei» e di essere rientrato a Firenze solo sabato notte. Domenici si è detto d’ accordo con l’ ipotesi di una seduta straordinaria del Consiglio dedicata alla Fallaci, una proposta avanzata da Forza Italia. In quanto a una manifestazione pubblica, proprio Zeffirelli tra un mese organizzerà un ricordo in piazza Indipendenza. Musica classica, nessuno striscione di partito, solo «gli amici e i fiorentini che vorranno ricordarla. Non le solite cerimonie dove si parla bene del morto, voglio far vedere a questi mascalzoni che tutta la città la rimpiange». Ha detto il nipote Edoardo: «Vogliamo una manifestazione senza connotazione politica. La cosa più importante è che ci sia un ricordo in questa città a cui, pur essendone maltrattata, lei è rimasta sempre legata».