5 febbraio 2015
Tags : Emis Killa
Biografia di Emis Killa
• (Emiliano Rudolf Giambelli) Vimercate (Monza e Brianza) 14 novembre 1989. Rapper.
• Figlio di genitori separati, la madre, palermitana, ha sempre lavorato come operaia metalmeccanica; il padre, di Vimercate, è morto nel 2009. Faceva il musicista, suonava il pianoforte in band brianzole e faceva pianobar, ma era bipolare e continuava a entrare e uscire dagli ospedali. Emiliano ha frequentato prima l’Istituto tecnico, poi l’alberghiero, ma non si è mai diplomato. Ha iniziato a fare rap a 14 anni. «A 14-15 anni andavo ai Centri di aggregazione giovanile: lì ho cominciato a strimpellare la chitarra, il pianoforte me lo aveva già insegnato mio padre... Poi cominciai ad andare a ballare con gli amici, volevo fare il dj. Il rap è arrivato solo dopo. Per due anni facevo solo freestyle, mi piaceva stupire la gente facendo le rime al volo, mi sembrava una cosa magica». La svolta a 16 anni, dopo un incidente con il motorino: «Quando ho “cioccato” scrivevo già canzoni, solo non avevo i soldi per comprarmi un computer e andavo a registrarle da un amico: e quando un’auto mi venne addosso e mi pagarono il risarcimento, lo usai per comprarmi il primo Pc...» (Dario Crippa) [Gio 22/12/2013]. Nel 2007 è diventato campione italiano di freestyle partecipando al concorso “Tecniche perfette”. Da quel momento decise di abbandonare le gare e di iniziare a scrivere testi. Nel 2012 ha vinto il premio Best New Generation ai Trl Awards e il Best Italian Act agli Mtv Europe Music Awards.
• «Quando mio padre iniziava ad avere i suoi problemi psicologici i primi segnali erano questi: metteva un impermeabile e gli occhiali da vista o da sole. Allora diventava molto severo, quando solitamente era molto permissivo. Da piccolo non capivo, da grande lo sapevo e gli davo sempre ragione quando faceva così» (ai microfoni di Deejay Chiama Italia).
• «Il soprannome Emis arriva dall’epoca in cui facevo i graffiti, Emi era il diminutivo di Emiliano che è il mio nome e la “s” era una bella lettera. Killa, dallo slang americano, sta per killer, perché avevo vinto tutti i concorsi di freestyle» (Crippa, cit.).
• Tre album: Il peggiore (pubblicato gratuitamente nel 2011), L’erba cattiva (2012) e Mercurio (2013). Tra i suoi singoli più famosi Maracanà, usato da Sky come jingle dei Mondiali in Brasile. Del 2015 è il mixtape Keta Music Vol. 2.
• Nel 2016 è uno dei coach della quarta edizione di The Voice of Italy.
• «Cristina D’Avena è lì, o meglio non c’è più, perché a scalzarla dal podio di idolo degli adolescenti e dei bambini ci ha pensato questo ragazzotto di Vimercate che affronta nei suoi brani temi quali il rapporto con i genitori della fidanzatina, i turbamenti per le mancate risposte di Dio alle nostre preghiere e altre amenità, salvo scivolare un po’ troppo spesso in argomenti off per un pubblico così giovane, come le droghe e il sesso, con un linguaggio non proprio da scuole elementari. Un tempo c’erano i Puffi, oggi ci sono Parole di ghiaccio e Come un pitbull» (Michele Monina) [Fat 5/8/2014].
• «Siamo cresciuti assieme. Ho rosicato quando lui ha avuto successo prima di me. Siamo tornati amici, ci scambiamo sms, siamo in sana competizione ma farei volentieri un disco con lui» (Fedez su Emis Killa ad Andrea Laffranchi) [Cds 10/10/2014].
• Ha scritto un’autobiografia, Bus 323 – Viaggio di sola andata (Rizzoli, 2014). Il titolo si riferisce al numero dell’autobus che da Vimercate porta a Cologno, dove poi Emiliano prendeva la metropolitana per arrivare a Milano e poter fare freestyle.
• Ha il corpo pieno di tatuaggi: «Mi tatuerei tutto, solo il mio manager mi ha fermato prima che mi tatuassi anche in faccia».
• Da bambino sognava di fare il meccanico. È appassionato di moto.
• Ha paura di volare.