5 febbraio 2015
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Biografia di Fedez
• (Federico Leonardo Lucia) Milano 15 ottobre 1989. Rapper. Dal 2014 giudice di X Factor (Sky Uno). Quattro album: Penisola che non c’è (2011), Il mio primo disco da venduto (2011), Sig. Brainwash – L’arte di accontentare (2013) e Pop-Hoolista (2014). «Un italiano su tre vive a casa dei genitori / Il problema è che gli altri due sono i genitori / Con in mano il testamento tipo “Nonno quando muori?” / Ti trovi a quarant’anni a dire “Mamma dormo fuori”» (dalla sua canzone Generazione bho).
• Si definisce «diversamente rapper»: «Il rap italiano è una subcultura che usa canoni estetici e stilistici imposti: da palestra del libero pensiero è diventata un Rotary Club. Pur facendo la gavetta e partendo dai centri sociali, non ho mai seguito le regole. Quindi passo per pecora nera, anche solo perché oso avere influenze pop» (Andrea Scanzi) [Fat 11/9/2014].
• «Un’opera coraggiosa e ambiziosa, in cui un artista fa nomi e cognomi e si scaglia – senza ipocrisie e con ispirazione – contro un potere tragicomico e una società prossima al rincoglionimento. Ironie e scudisciate, lettere a Barbara D’Urso e cazzotti al clero, duetti (Elisa, Malika Ayane, Noemi, Francesca Michielin, J-Ax) e stereotipi scorticati, giochi di parole e una riflessione insistita su un paese “dove la gente non arriva a fine mese ma si preoccupa che la batteria dello iPhone arrivi a fine giornata”» (Andrea Scanzi sul Fatto a proposito di Pop-Hoolista).
• «X Factor è una scatola mainstream, ma io sono molto diverso. Parto come l’anello debole, sono un rapper e vengo percepito dal grande pubblico come un teen-idol: un pupazzone di Walt Disney. Mi sono messo in gioco e so che, non appena indovinerò un congiuntivo, il pubblico si stupirà, farà “uoooh!” e penserà che forse che non sono un narcotrafficante ignorante pieno di tatuaggi. È una sfida che mi stimola molto» (Scanzi, cit.).
• Con J-Ax ha fondato Newtopia, una factory che spazia dal rap ai format tv.
• Ha il corpo ricoperto di tatuaggi. Fu la madre, Tatiana, ad accompagnarlo a fare il suo primo tatuaggio, durante una vacanza in Liguria, quando aveva 14 anni: «Ma ormai non si vede più. Lo ha coperto con un altro» (a Enrica Brocardo) [Vty 27/8/2014].
• Per anni fidanzato con Giulia Valentina, di Torino, studentessa di Economia e commercio. Vivevano insieme e avevano una chihuahua di nome Guè. Si erano conosciuti in una discoteca, lui ci ha provato, lei lo ha respinto. Poi, un secondo approccio via Facebook, andato meglio: «Be’, in un locale, alle due di notte, mi faceva un po’ strano. Ma se c’è un interesse che va oltre il momento, è diverso. Un po’ ero curiosa di conoscerlo. Ci siamo scambiati qualche messaggio e poi ci siamo visti a casa mia» (Enrica Brocardo) [Vty 12/2/2015]. Lei compare anche nel video di Magnifico (è la ragazza che lui bacia alla fine) e insieme hanno fatto la campagna pubblicitaria 2015 di Sisley. Adesso sta con la fashion blogger Chiara Ferragni.
• Politica Simpatizza per il Movimento 5 Stelle («Non sposo in pieno Grillo, ma è l’alternativa più valida»). Polemiche quando, a ottobre 2014, in occasione della manifestazione Italia 5 Stelle svoltasi al Circo Massimo di Roma, scrisse il brano che fu usato come inno, Non sono partito. I deputati del Pd Federico Gelli ed Ernesto Magorno scrissero una nota a Sky: «X Factor (dove Fedez era giudice – ndr) rappresenta una delle trasmissioni di maggiore successo e raccoglie in particolare grande attenzione dal pubblico giovane. La decisione di Fedez di scendere in campo in politica, come autore dell’inno ufficiale della manifestazione di Beppe Grillo e del suo partito al Circo Massimo, può creare certamente uno scollamento con l’immagine sempre imparziale di Sky». La replica di Fedez, su Facebook: «Io non sono a X Factor per fare propaganda e mai l’ho fatta, ma da cittadino ho le mie idee politiche e non ho nessun motivo per tenerle nascoste, il fatto che per averle espresse si chieda la mia testa ci riporta indietro di 60 anni alla censura e al fascismo» (Lib 10/10/2014).
• «Nel comporre l’inno per i pentastellati radunati al Circo Massimo ha puntato al bersaglio grosso: “Caro Napolitano te lo dico con il cuore, o vai a testimoniare oppure passi il testimone”. Un performer dalle rime facili: frasi fatte, metrica un tanto al chilo. Fa niente, dice Fedez: “L’artista nasce e muore incoerente, fatevene una ragione. I rapper sono come i politici, si fanno corrompere e cambiano idea ogni cinque minuti… L’underground non ti odia quando ti vendi, ma quando ti iniziano a comprare”. Due deputati del Pd sono caduti nella trappola e hanno goffamente tirato in ballo Sky, l’editore del talent. Chiedere a un rapper di essere logico è come voler convertire Voltaire all’irrazionalismo. Anzi, l’incoerenza è la fede di Fedez. È diventato famoso con la canzone Alfonso Signorini (Eroe nazionale): almeno sulla carta, una lettura sarcastica. Ma del videoclip è protagonista lo stesso Signorini, in carne, ossa e calzamaglia rosa, ed ecco che la corrosione si fa connivenza (più copertina su Chi). Va in tv, ma critica chi la guarda. Nudo e tatuato, troneggia sul Rolling Stone italiano. L’incoerenza è la sua virtù. Puntare il dito sul marcio, ma starci del tutto dentro: comodi, distaccati, divertiti. Non è il solo: il populismo garantisce ai contenuti di poter cambiare mille volte verso e direzione. Ma intanto la scena è occupata. Basta esserci, per avere (la) ragione» (Aldo Grasso) [Cds 12/10/2014].
• Ospite ad Announo, su La7, si scontrò con l’ex ministro Carlo Giovanardi sulle droghe leggere: «Non sono proprio un esperto in materia di droghe leggere e l’ho anche buttata in caciara perché non c’era tanta possibilità di esprimere il proprio pensiero. Ma mi sono piaciuto» (Paolo Giordano) [Grn 5/6/2014].
• Il 9 settembre 2015 è andato in onda su Italia Uno il documentario Fedez Chronicles Tour 2015: «Le telecamere ce la mostrano senza alcuna censura: si va dal dietro le quinte della data zero del tour allo show a Barolo per Collisioni con J-Ax, tra soundcheck, esercizi per scaldare la voce e una gran dose di ansia. Già, perché Fedez è un tipo ansioso. Per questo motivo nel suo “kit da rapper che arriva dalla strada” ha sempre un lecca lecca alla camomilla e le medicine per l’asma. E con i farmaci ha riempito anche un cassetto di casa: una piccola farmacia per ogni evenienza, con sciroppo per la gola e borsa dell’acqua calda. (…) Il giudice di X Factor racconta (e mostra le foto) di quando da bambino era “grassottello”, parla delle jam al Muretto con Emis Killa e gli altri Mc – anche se lui era considerato lo “sfigato” del gruppo – e dei momenti difficili in famiglia, quando la madre era disoccupata, il padre in cassa integrazione, e bisognava pagare il mutuo. Poi è arrivata la riscossa, quando alle rate per la casa ha cominciato a contribuire anche lui grazie ai soldi guadagnati con il rap» (Alice Castagneri) [Sta 9/9/2015].
• Litiga spesso con i giornalisti (ha diffidato Filippo Facci e Libero per «una campagna mediatica denigratoria» in seguito alla polemica su una sua frase relativa ai fatti di Expo: «I danni dei NoExpo sono poca cosa in confronto alle infiltrazioni mafiose e le speculazioni economiche di Expo») e su Twitter: «Non sono un attaccabrighe, ho sempre risposto ad attacchi altrui. E tutti ne sono usciti male, anzitutto chi dovrebbe vivere di informazione come Porro o Facci. Smontarli è stato divertente. Vale anche per Salvini. In un solo caso sono stato il primo a colpire. Con Jovanotti. Aveva detto di rispettare Salvini perché le “idee danzano”, e mi era sembrato troppo. La moglie di Jovanotti si è arrabbiata così tanto al punto da insultare mia madre su Twitter. Le risponderò con ironia ai Sorci Verdi su Raidue con J-Ax» (Andrea Scanzi) [Fat 1/10/2015].
• Nella notte tra l’8 e il 9 giugno 2015 è stato coinvolto in una rissa nella discoteca Just Cavalli di Milano: «Quelli sono gli unici attacchi che mi hanno fatto male. Malissimo. Sono andato in crisi per un mese. Ho visto cose inquietanti e posso documentare chiari soprusi della questura di Milano. Mi controllavano quando ero in bagno neanche fossi un mafioso. Mi minacciavano. Per fortuna ho dei video eloquenti. Per evitare il processo mi basterebbe scrivere una lettera di scuse. (…) Voglio andare al processo: sono innocente. Se poi per disgrazia perderò, e non credo proprio, pubblicherò con piacere quei video» (Scanzi, cit.).