il Giornale, 30 gennaio 2015
Tags : Articoli sulla morte, sull’eredità etc...
Oriana Fallaci va al cinema e in tv. La Rai manda in onda una miniserie sulla vita della giornalista fiorentina, sui suoi reportage di guerra e sulle sue battaglie, anche quella contro l’Alieno, il tumore che l’ha uccisa
L’attesa per la miniserie su Oriana Fallaci che andrà in onda in due puntate, il 16 e 17 febbraio su Raiuno, è molto grande. Forse anche per questo il produttore Domenico Procacci con Rai Fiction ha deciso di presentare in anteprima-evento L’Oriana con la regia di Marco Turco in molte sale cinematografiche per due giorni martedì e mercoledì prossimi, il 3 e 4 febbraio. Saranno coinvolte principalmente le quasi 50 sale del circuito Uci Cinemas sparse in tutta Italia. Il pubblico avrà così la possibilità di ripercorrere la vita e la morte della grande giornalista italiana condensati nei 106 minuti della versione cinematografica. Quasi il doppio invece, 200 minuti, la durata dei due episodi pensati per il piccolo schermo ma girati con le migliori professionalità del cinema. A interpretare L’Oriana, fiorentina pura («Fiorentino parlo, fiorentino penso, fiorentino sento» scrisse sull’Europeo), un’altra concittadina doc come Vittoria Puccini in quello che lei stessa ha definito «il ruolo più complesso della mia carriera». Perché di sicuro non deve essere stato facile interpretare la figura di una donna così forte, «non accogliente e a tratti respingente» dice l’attrice, che ha attraversato da protagonista più di mezzo secolo di storia mondiale.
La miniserie, scritta da Stefano Rulli e Sandro Petraglia in collaborazione con Fidel Signorile e il regista Marco Turco, ripercorre a ritroso tutta la vita della giornalista a partire da uno dei suoi ultimi ritorni in Italia, lei che aveva scelto New York per vivere, in cui decide di mettere ordine tra i documenti e le foto di una vita sparsi nell’antica casa di famiglia, in piena campagna toscana, facendosi aiutare da Lisa, un’aspirante giornalista interpretata da Francesca Agostini. Tra le due nasce un rapporto molto complesso dove la battaglia con la morte di Oriana, malata di tumore, si intreccia con quella per la vita di Lisa, decisa a coniugare ciò che l’altra ha sempre ritenuto inconciliabile: la passione per il giornalismo d’assalto e il desiderio di essere madre.
In mezzo tutta l’esaltante vita professionale di Oriana Fallaci che ha uno dei suoi punti nodali nell’esperienza della guerra in Vietnam raccontata per L’Europeo e che il regista Marco Turco ha potuto mettere in scena nei luoghi originali: «Sono orgoglioso di poter dire che siamo stati la prima troupe occidentale a girare un film sulla guerra del Vietnam, proprio in quel paese». Una «follia fatta di sangue» in cui però riesce anche a trovare l’amore, quello per un giornalista fuori dal coro come lei, Francois Pelou (interpretato da Stephane Freiss). Dopo il massacro organizzato dalla polizia che spara sulla folla a Città del Messico nel 1968 in cui viene addirittura creduta morta e spedita all’obitorio, nel 1973 incontra il leader della resistenza greca, Alekos Panagulis (Vinicio Marchioni), di cui s’innamora perdutamente. Da lui aspetta un figlio, perso durante la gravidanza, a cui dedica la famosa Lettera a un bambino mai nato.
Poi, alla la morte di Alekos in un misterioso incidente stradale, qualcosa di profondo si spezza dentro Oriana. Non le rimane che continuare a fare quello che ha sempre fatto così bene, come nessuna giornalista prima di lei, porre domande, spesso scomode. Nella parte centrale della seconda puntata ecco la leggendaria intervista-scontro con Khomeini durante la quale si toglie il chador che era stata costretta ad indossare. Ecco L’Oriana che tutti conosciamo. Fiera, libera, originale, controcorrente. Quando ancora non s’immaginava di avere due nemici in casa che, pur combattendoli, non è riuscita a sconfiggere: il tumore o «L’alieno» come lo chiamava sprezzante e il terrorismo islamico che ha sgretolato le Due Torri nel 2001 davanti ai suoi occhi.