Sette, 16 gennaio 2014
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Appunti su Lenin
Morte Vladimir Il’ič Ul’janov, per tutti Lenin, morì alle 18.50 del 21 gennaio 1924 nella casa di cura dove era ricoverato a Gorki.
Colpi Il leader russo, già colpito da tre colpi apoplettici in passato, aveva messo fine alle sue attività già dal marzo del 1923.
Attentato Le sue condizioni si erano aggravate sei anni prima, quando due pallottole sparate dalla pistola di una socialista rivoluzionaria, Fanja Kaplanm, lo avevano colpito a una spalla e alla gola.
Autopsia Secondo l’autopsia effettuata allora, Lenin morì per via di una aterosclerosi cerebrale. Solo otto dei 27 medici curanti però concordarono sulla diagnosi e firmarono il referto autoptico.
Avvelenamento Secondo un recente studio dell’Università del Maryland ci sono dei dubbi sulla morte naturale di Lenin: i due attacchi apoplettici che colpirono Lenin nelle ore immediatamente precedenti la morte sono infatti molto frequenti nei casi di avvelenamento e molto rari nei casi di un paziente che soffre di patologie cardiovascolari.
Cianuro Un documento ritrovato negli archivi del Comitato Centrale scritto da Stalin e datato 1923 dice: «Il 17 marzo, nel più gran segreto, la compagna Krupskaja (moglie di Lenin, ndr) mi ha comunicato una richiesta a me diretta: «Lenin mi chiede di assumermi la responsabilità di trovare e somministrargli una dose di cianuro di potassio. Non mi è parso possibile rifiutare e ho risposto: "desidero assicurare Vladimir Iljic che, quando sarà necessario, farò senza esitare ciò che mi ha chiesto"». Ma Stalin aggiunse nello stesso biglietto: «Non ne ho la forza e devo declinare questa missione, per quanto umana e necessaria possa essere. Ne informo quindi i membri del Politburo».
Testamento Lenin, che prima di morire lasciò ai suoi una lettera in cui esprimeva forti dubbi sulle capacità di Stalin (da lui voluto alla segreteria del Partito), testamento che venne da tutti ignorato.
Compagno «Il compagno Stalin, divenuto segretario generale, ha concentrato nelle sue mani un immenso potere, e io non sono sicuro che egli sappia servirsene sempre con sufficiente prudenza. D’altro canto, il compagno Trotsky come ha già dimostrato la sua lotta contro il CC nella questione del commissariato del popolo per i trasporti, si distingue non solo per le sue eminenti capacità. Personalmente egli è forse il più capace tra i membri dell’attuale CC.» (Lenin)
Esequie Lenin morì durante un inverno freddissimo. Siccome il Partito intendeva costruire un mausoleo che ne ospitasse la salma, la terra ghiacciata sulla piazza Rossa venne fatta saltare con la dinamite.
Imbalsamato Per conservarne l’immagine in eterno il Partito decise, contro la volontà della moglie e contro la sua stessa volontà (desiderava essere sepolto accanto ai suoi compagni), di imbalsamarlo.
Congelato Inizialmente si pensò di congelare il corpo: ma constatato il rapido deteriorarsi nell’attesa che venisse costruita un’apposita camera refrigerata, si decise di imbalsamarlo.
Tecnica La tecnica usata per imbalsamare Lenin non è stata ancora completamente svelata. Da più di ottant’anni viene trattata periodicamente affinché conservi un aspetto da vivente. Ogni anno e mezzo viene immersa per trenta giorni in un bagno di glicerolo e acetato di potassio.
Vestito I curatori della mummia di Lenin, che nel 1967 vollero sostituire i vestiti di Lenin perché ormai consumati dal tempo. Ma l’analisi dei tessuti rivelò che si trattava di lana di qualità, prodotta probabilmente in Inghilterra. Per replicare quel tessuto e quel colore furono fatti 700 tentativi, coinvolte decine di fabbriche, utilizzate centinaia di ore di lavoro e consumato 10mila metri quadrati di tessuto.
Comunista «Dell’uomo si può fare quel che si vuole! Io voglio che nel pensare e nel reagire le masse russe seguano uno schema comunista!» (Lenin nel 1917).