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 2014  gennaio 10 Venerdì calendario

Tito presidente della Jugoslavia

Voti Il maresciallo Tito, eletto presidente della Jugoslavia il 13 gennaio 1953 con 568 voti favorevoli e un voto contrario.
 
Applausi Al termine delle votazioni, cinque minuti di applausi. La Divisione della guardia ha salutato l’avvenimento con salve di artiglieria e raffiche di mitra.
 
Tutto Diventato presidente della Repubblica, Tito conservò il grado di comandante supremo delle forze armate, segretario generale dei comunisti jugoslavi, capo del Governo e presidente del Consiglio esecutivo generale. Titolo della Stampa il giorno dopo l’elezione: «Tito fa tutto lui».
 
Marx «In Jugoslavia si sta attuando il socialismo seguendo i principi di Marx e di Lenin non deformati dall’imperialismo burocratico di Stalin» (dal discorso al popolo accorso davanti al Parlamento dopo la sua elezione).
 
Stalin Stalin, che aveva espulso la Jugoslavia dal Cominform perché Tito non s’era voluto allineare alle direttive sovietiche, nel 1949 l’aveva proclamato “nemico e traditore dell’Urss”.
 
Attentatori Alla morte di Stalin, il 5 marzo 1953, si racconta che una sua scrivania fu portata al museo. Sembrava vuota, ma da un cassetto spuntò fuori un foglio appallottolato. Era una missiva di Tito al dittatore sovietico: «Lei mi ha mandato molti attentatori, ma sono stati tutti arrestati. Se ne mandassimo noi uno a Mosca, sono sicuro che tornerebbe a casa vivo».
 
Nobile Ricorda Enzo Bettiza: «Aveva il portamento d’un nobilastro mitteleuropeo, più che d’un comunista balcanico. Anche perché c’entrava poco col proletariato. Dopo il crollo della Jugoslavia, un giorno che pranzavo al club degli scrittori di Zagabria, me lo spiegarono: s’è mai chiesto perché Tito parlava così bene tedesco, tirava di scherma, suonava il piano, andava a cavallo, amava l’operetta, lo champagne e gli yacht? Perché, e questo a Zagabria s’è sempre sussurrato, in realtà era il figlio naturale d’un nobile croato».
 
Anagrafe Josip Broz, nato nel 1892 nell’attuale Croazia, ex operaio di Kumroves, andò a combattere in Russia durante il primo conflitto mondiale e poi si unì ai bolscevichi. Tornato in Jugoslavia fondò il Partito comunista (Kpj) e respinse l’invasione nazifascista. Finita la guerra costituì la Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. Nominato primo ministro, fu poi eletto presidente della Repubblica. Restò in carica fino alla sua morte, il 4 maggio 1980.
 
Tiranno «Era un tiranno, ma era il nostro tiranno» (battuta che circolava in Jugoslavia alla morte di Tito)
 
Colazioni Tra i pranzi e le colazioni servite da Tito: il pollo al bacon di Kruscev (il più maleducato, ci fa sapere il cerimoniere di corte Branko Trbovic) e l’agnello ai funghi per lo scià (il più carismatico), la salsiccia di Willy Brandt e il montone alle cipolle con Saddam Hussein. La via lussuosa al socialismo includeva galanti colazioni con Joséphine Baker (involtini al formaggio) e Gina Lollobrigida (zuppa di pesce), Liz Taylor (tartare) e Jackie Kennedy Onassis (frutti di mare)...
 
Tedeschi Quando Churchill, durante la seconda guerra mondiale, dovette scegliere se appoggiare in Jugoslavia il capo dei partigiani monarchici, Mihajlovic, o quello dei partigiani comunisti, Tito, disse:”Quello che ammazza più tedeschi”. E scelse Tito, indipendentemente dall’ideologia.
 
Passeri Tito, che detestava mangiar volatili, invitato a un banchetto ufficiale dal presidente cinese Den Xiaoping, quando questi gli domandò se preferiva la coscia di passero oppure il petto, se la cavò rispondendo: «Mi spiace, compagno, ma da noi si dice che i passeri sono i proletari del cielo. E io non posso mangiare un proletario».
 
Musica Quella volta che Nikita Krusciov, suo ospite a Brioni, nel tentativo di riportarlo sotto l’ala sovietica, gli domandò: «Che ne fareste voi di un soldato di un distaccamento che rifiuta ostinatamente di marciare al passo?» E Tito: «Io cambierei la musica…»