Sette, 4 gennaio 2013
Tags : Maria Montessori
La prima casa dei bambini, a Roma, e le regole di pulizia per i genitori
Allievi I primi allievi della Casa dei Bambini di Maria Montessori, la grande pedagogista italiana, furono una cinquantina di «bimbetti poverissimi, rozzi e timidi nell’aspetto, molti piangenti, quasi tutti figli di analfabeti», affidati alle sue cure la mattina del 6 gennaio 1907.
Cure «Furono ammessi nell’aula scolastica – dove erano schierati i banchi – una quarantina di bambini e di bambine. Una direttrice, un medico e un custode saranno addetti alla casa-scuola, nella quali si cureranno, gratuitamente, s’intende, l’educazione, l’igiene, lo sviluppo fisico e morale dei fanciulli mediante precetti ed esercizi adatti all’età» (Notizia dell’inaugurazione sul Messaggero del 7 gennaio 1907)
Poveri Ricorda la Montessori che «tutti gli intervenuti all’inaugurazione rimasero meravigliati, dicendo tra sé: ma perché la Montessori esagera tanto l’importanza di un asilo per i poveri»?
Famiglia L’edificio che ospitava la Casa dei Bambini, nel quartiere San Lorenzo a Roma, di proprietà dell’Istituto Romano dei Beni Stabili, fu ristrutturato e riqualificato per farne delle case moderne, aerate, pulite, luminose e dotate di tutti i comfort, dal bagno all’ascensore, affinché fossero «il luogo per vivere i legami famigliari in modo più intimo e solidale, più raccolto e partecipativo». La presenza della scuola realizzava il principio della continuità educatica «tra scuola e famiglia, consentendo nel medesimo tempo di educare gli adulti attraverso i bambini» (Paola Trabalzini).
Età La Casa dei Bambini, che veniva pagata dai genitori col tener pulito lo stabile per risparmiare le spese di manutenzione, era riservata esclusivamente ai piccoli del casamento che non avevano l’età per andare a scuola.
Premio Alle famiglie che abitavano lo stabile veniva consegnato un premio annuale e gli inquilini tutti erano concorrenti in una gara «sana e nobilitante d’igiene pratica, resa possibile dal compito così semplice di conservare» (Maria Montessori).
Quartiere Il rione S. Lorenzo, che ospitava la scuola, nato a fine Ottocento all’epoca della grande febbre edilizia, era stato poi a lungo abbandonato e infine s’era ripopolato della classe più povera, quella che s’accontentava di abitazioni provvisorie. Gli appartamenti, di cinque, sei, sette stanze, andavano da prezzi molto alti e di qui il subaffitto e la speculazione. A inizio ’900 era uno dei quartieri più malfamati di Roma.
Regole Una delle regole appese sulle mura dello stabile: «Le madri hanno l’obbligo di mandare i loro bambini puliti e di coadiuvare all’opera educativa della direttrice».
Errori «Quando una società scialacquatrice ha necessità estrema di denaro, lo sottrae anche alle scuole. Questo è uno dei più iniqui delitti dell’umanità e il più assurdo dei suoi errori».
Metodo Il metodo di Maria Montessori: suscitare nel bambino gioia ed entusiamo per il lavoro e avere massima fiducia nel suo interesse spontaneo. Altre regole: far stare insieme i bambini dai 3 ai 6 anni e quelli dai 6 ai 12; farli mangiare tutti insieme; avere mobili a misura; abolire la cattedra, i sillabari, i programmi e gli esami, i castighi, i giocattoli e le golosità, ecc.
Scienziata «Molti che non mi hanno compreso credono che io sia una sentimentale romantica, che sogna solo di vedere i bambini, di baciarli, di raccontare loro fiabe, e che deve visitare tutte le scuole per contemplarli, vezzeggiarli e dar loro caramelle. Generalmente mi annoiano! Io sono un rigoroso investigatore scientifico, non un letterato idealista come Rousseau, e cerco di scoprire nel fanciullo l’uomo, di vedere in lui il vero spirito dell’uomo, il disegno del Creatore: la verità scientifica e religiosa» (Maria Montessori)
Tomba Avendo espresso il desiderio di essere seppellita lì dove fosse morta, Maria Montessori fu sotterrata sulle dune di Nordwjik, in Olanda, vicino al mare. Sulla lapide: «Io prego i cari bambini che tutto possono di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo».