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 2014  dicembre 23 Martedì calendario

L’amaro Natale dell’ex sottosegretario Pdl e imputato di camorra Nicola Cosentino. Lo trascorrerà in carcere, dove è rinchiuso da aprile, e con le aziende di famiglia sequestrate. La Dda di Napoli ha messo i sigilli a un impero di 142 pompe di benzina e a due imprese tra cui la Aversana Petroli che viaggia sugli 80 milioni di fatturato

Amarissimo Natale per l’ex sottosegretario Pdl e imputato di camorra Nicola Cosentino. Lo trascorrerà in carcere, dove è rinchiuso da aprile, e con le aziende di famiglia sequestrate. La Dda di Napoli ha messo i sigilli a un impero di 142 pompe di benzina e a due imprese tra cui la Aversana Petroli che viaggia sugli 80 milioni di fatturato. I carabinieri di Caserta guidati dal colonnello Giancarlo Scafuri hanno eseguito nella mattinata di ieri il decreto firmato dal Gip Isabella Iaselli su richiesta dei pm Alessandro D’Alessio e Fabrizio Vanorio e del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli. Il valore dei beni sequestrati è stimato sui 120 milioni di euro.
È uno sviluppo dell’inchiesta che vede tre fratelli Cosentino indagati per estorsione ed illecita concorrenza aggravate dal metodo mafioso. Nicola, Giovanni e Antonio Cosentino sono accusati, in concorso con tecnici municipali e funzionari della Regione Campania, di aver costretto un imprenditore rivale, Luigi Gallo, a rinunciare all’apertura di un impianto a Villa di Briano che avrebbe potuto dare fastidio a un distributore di Casal di Principe collocato a poche centinaia di metri e riconducibile alla famiglia dell’ex deputato di Forza Italia. Quaranta delle pompe di benzina sequestrate si trovano nel Casertano. Il resto tra Avellino, Benevento, Napoli, Reggio Calabria, Vibo Valentia, Crotone, Siena e Catanzaro. Varrebbero circa 100 milioni di euro.
Due le aziende sottoposte “al sequestro preventivo dell’intero capitale sociale”. La prima è l’Aversana Petroli Srl, amministratore Giovanni Cosentino, la mente imprenditoriale del gruppo, 83 milioni e 634.440 euro di fatturato nel 2012, 85 milioni e 630.584 euro nel 2011, un picco di oltre 103 milioni di euro nel 2008, l’anno del massimo potere di Nicola Cosentino, deputato e sottosegretario all’Economia del governo Berlusconi, coordinatore regionale del Pdl, pronto a diventare governatore della Campania se un’ordinanza di custodia cautelare per camorra non gli avesse sbarrato il passo. La seconda azienda sequestrata è la Ip Service Srl, progettazione e realizzazione di impianti di carburante, 3 milioni di euro di capitale sociale, anch’essa amministrata da Giovanni Cosentino. È l’azienda che ha costruito la sterminata rete di distributori. Il sequestro colpisce anche le quote detenute da altri tre fratelli, Mario, Aurelio e Palmiro Cosentino, che non sono indagati. Mentre Nicola Cosentino non detiene nemmeno un’azione. Ma secondo gli inquirenti ha utilizzato il suo potere politico, le sue aderenze nelle amministrazioni locali e le collusioni con le fazioni Russo e Schiavone del clan dei Casalesi, per consolidare gli interessi economici del gruppo di famiglia.
Le 32 pagine del provvedimento richiamano ampi stralci dell’ordinanza di custodia cautelare di aprile, che contesta ai Cosentino una serie di reati commessi dai primi anni 2000 fino al 2011. Nelle carte le dichiarazioni di alcuni pentiti che ricostruirebbero le pressioni di Nicola Cosentino per assicurare alla famiglia il “monopolio” dei carburanti attraverso i rapporti con le cosche. In un interrogatorio del 14 novembre 2012, Salvatore Venosa parla di una pompa di benzina che doveva essere aperta pochi mesi prima tra San Cipriano e Casapesenna: “Volevamo chiedere la tangente, ma ci dissero che era una pompa riconducibile a Michele Zagaria (il superboss dei Casalesi, all’epoca latitante, ndr) e che era stato un regalo politico da parte di Nicola Cosentino”.
Secondo Agostino De Caro e Stefano Montone, avvocati difensori dell’ex sottosegretario “per quanti sforzi congetturali compiano gli inquirenti, Nicola Cosentino è estraneo agli effetti dell’ablazione in quanto non ha mai posseduto quote né ricoperto cariche. Quanto poi all’affermazione secondo cui Nicola Cosentino sarebbe ‘il soggetto che con i fratelli si attiva maggiormente’ basterà ricordare che gli sono contestati due presunti interventi: l’uno nel 2000 e l’altro nel 2009. Queste cadenze cronologiche consentono di valutare la circostanza. Confidiamo peraltro che già all’udienza preliminare le costruzioni accusatorie riceveranno la radicale smentita che meritano”.