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 2014  dicembre 23 Martedì calendario

Chi si aspettava solo degli auguri di Natale da parte di Papa Francesco non ha capito di quale portata sia la sua rivoluzione. Anche i più ingenui hanno intravisto in quella che è stata una sorta di requisitoria papale il nome dell’arcivescovo Tarcisio Bertone, ex segretario di Stato durante il pontificato di Ratzinger, coinvolto in scandali più o meno emersi e sicuramente rimasto al centro di un’indagine papale che sappiamo essere iniziata da tempo

Il riferimento alle ricchezze accumulate, agli scandali. Le scuse sue anche per conto dei suoi collaboratori. Chi si aspettava solo degli auguri, da parte di Papa Francesco, non ha capito di quale portata sia la sua rivoluzione. Il pontefice ha ben chiara la sua missione e se è il caso, non fa troppi giri di parole. Come accaduto ieri, nella Sala Clementina, dove davanti a cardinali, vescovi e monsignori che costituiscono la struttura di governo della Santa Sede, ha presentato il “catalogo” delle patologie che imperversano nei sacri palazzi. E poco dopo, incontrando i dipendenti vaticani nell’aula Paolo VI, ha chiesto perdono per quelle che ha indicato come “mancanze mie e dei miei collaboratori e anche per alcuni scandali che fanno tanto male”.
Anche i più ingenui hanno intravisto in quella che è stata una sorta di requisitoria papale, il nome dell’arcivescovo Tarcisio Bertone, ex segretario di Stato durante il pontificato di Ratzinger, coinvolto in scandali più o meno emersi e sicuramente rimasto al centro di un’indagine papale che sappiamo essere iniziata da tempo. Ma soprattutto le ricchezze e lo stile di vita del cardinale, il contrario di quanto ha sempre predicato Francesco fin dall’inizio del pontificato. Bertone, dopo essersi trasferito in un attico di circa 500 metri quadrati, ha attaccato frontalmente il Papa sulle “presunte ristrettezze”. Senza andare oltre. Bertone non lo ha mai spiegato a cosa si riferisse con quel “presunte”, anche perché papa Francesco vive a Santa Marta in un bilocale di 70 metri quadrati sin dal giorno della sua elezione. Bertone, invece, oltre all’appartamento, ha continuato nel suo stile. A inizio dicembre, per festeggiare i suoi 80 anni, ha organizzato un party regale, molto chic, per una quarantina di invitati. Porcellane, fiandra, argenti, cristalli. Il menù studiato nel dettaglio a base di tartufo d’Alba, roba per raffinati intenditori, innaffiato da vini piemontesi di gran pregio. Il tutto molto poco francescano, molto poco in linea con l’indirizzo di sobrietà richiesto da Bergoglio alla curia, e ha celebrato il compleanno insieme ai suoi fedelissimi amici, cardinali e monsignori, e alcuni tra i suoi ex collaboratori. Il tutto all’interno della casina Pio IV, nei giardini vaticani, l’antica residenza privata dei pontefici dove ha sede la Pontificia Accademia delle Scienze, una delle strutture più belle del Vaticano. Negli ambienti si dice che Bertone, al compleanno, avesse invitato anche il pontefice, ma che Francesco avrebbe preferito declinare l’invito.
Infine c’è la casa di Bertone, una reggia da 500 metri quadrati dove il cardinale vive all’interno del Vaticano e anche se, ha sempre sostenuto, di aver ristrutturato l’appartamento a sue spese, restano una metratura e una ricchezza spropositata per una sola persona. Almeno oggi, con papa Francesco che cerca in qualsiasi modo di riavvicinare la Chiesa soprattutto ai nuovi e vecchi poveri.
Bertone, proprio nei giorni scorsi, è stato spogliato, per raggiunti limiti di età, di ogni carica all’interno del Vaticano: il cardinale francese Jean Louis Tauran è il nuovo camerlengo di Santa Romana Chiesa. Suo vice è monsignor Giampiero Godler. Le nomine da parte di Papa Francesco sono state pubblicate sabato mattina, e l’avvicendamento con il precedente camerlengo, Tarcisio Bertone, era assolutamente annunciato e previsto, dopo il compimento degli ottant’anni.