Libero, 23 dicembre 2014
In Spagna anche l’ex infanta Cristina, sorella del re Felipe VI, finisce in tribunale. Siederà al banco degli imputati e dovrà rispondere di frode. Rischia quattro anni di galera, mentre il marito Iñaki, già sotto processo, potrebbe farsene fino a 19
Per la prima volta nella storia della monarchia, un membro della Corona di Spagna dovrà sedere in tribunale sul banco degli imputati. È questo l’amaro destino di Cristina, 49 anni, sorella del re Felipe VI e secondogenita del monarca emerito Juan Carlos di Borbone che ha abdicato a giugno. Cristina, sesta nella linea di successione, ha perso il titolo di Infanta e non presenzia più agli eventi pubblici assieme alla famiglia reale da quando è indagata per frode e riciclaggio. Il gip José Castro, titolare dell’inchiesta Noós, ieri mattina ha rinviato definitivamente a giudizio la figlia di Juan Carlos soltanto per il reato di frode, la cui pena è di quattro anni di carcere. I guai dell’ex Infanta sono iniziati a fine 2009, quando la magistratura di Palma di Maiorca iniziò a indagare su un giro di finanziamenti pubblici e privati di 22 milioni di euro, mai registrati e legati all’Istituto Noós, ente no profit fondato da Cristina e dal marito Iñaki Urdangarin, che sotto l’egida dei Borbone, organizzava eventi sportivi per promuovere la Spagna. Dal controllo dei movimenti della carta di credito della società Aizóon intestata alla Duchessa, il gip ha scoperto con quale disinvoltura lei utilizzasse i soldi pubblici della fondazione per spese personali, dai viaggi alla ristrutturazione del lussuoso appartamento di Barcellona. Lo scorso gennaio, quando balenò l’ipotesi di un coinvolgimento di Cristina che «non poteva non sapere degli affari del consorte», Juan Carlos aveva alzato la voce, tanto che il Procuratore Pedro Horrach aveva bloccato la richiesta del gip di convocare l’allora Infanta, individuando un vizio di forma. Ma oggi è stato inutile ogni tentativo di difendere Cristina attuato da Horrach che chiedeva il suo proscioglimento e il pagamento di una semplice multa. Lo scorso febbraio, infatti, Castro era riuscito a interrogare per oltre otto ore Cristina, convocata dal Tribunale di Palma perché all’epoca indagata, oltre che per frode fiscale, anche per riciclaggio. Il 9 dicembre l’accusa di riciclaggio per Cristina è stata cancellata, mentre sono stati confermati tutti i capi d’imputazione per il marito Iñaki che ora rischia 19 anni di carcere. L’eventuale condanna di Cristina sarebbe per i Borbone la mazzata decisiva, a dispetto delle promesse di un nuovo corso di trasparenza fatte da Felipe VI.