Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  dicembre 23 Martedì calendario

Muore Angalifu, il penultimo rinoceronte bianco. Lo zoo di San Diego però ha conservato i suoi spermatozoi sperando che un giorno nuove tecnologie riproduttive permettano di farlo rivivere

Ora che lo zoo di San Diego ha annunciato la morte di Angalifu, il penultimo rinoceronte bianco settentrionale maschio ancora in vita sulla terra, la sottospecie è probabilmente destinata a scomparire: allo stato selvatico sono già estinti, ne restano cinque esemplari in cattività (4 dei quali femmine) e dietro le sbarre si riproducono molto difficilmente. Vivevano nelle praterie di erba alta e nella savana, la loro colorazione non è bianca ma grigiastra, dipende anche dal fango in cui si rotolano.
Lo zoo di San Diego ha conservato gli spermatozoi e il tessuto dei testicoli di Angalifu sperando che un giorno nuove tecnologie riproduttive permettano di farlo rivivere; nel frattempo, se l’ultimo maschio rimasto in vita non si riprodurrà, si potrebbe tentare di accoppiare le femmine con esemplari di rinoceronte bianco meridionale, il che preserverebbe almeno in parte il patrimonio genetico della sottospecie settentrionale. Un palliativo.
È vero, sono scomparse migliaia di specie nella storia del pianeta, ma fra tutti i beni che ci assediano in questi giorni questo è uno di quelli a cui non dovremmo rinunciare: la scomparsa del rinoceronte bianco settentrionale (nel sudafricano Parco Kruger ne pascolano molti della sottospecie meridionale), che ha indole più tranquilla di quello scuro, significa perdita della ricchezza biologica, degrado della natura, miseria e disuguaglianza, credulità. Gli ultimi rinoceronti bianchi settentrionali sono stati giustiziati dalle superstizioni orientali nelle pozioni miracolose, dalle guerre e dal bracconaggio in Congo (erano nel Garamba National Park), in Sudan e Uganda. 
Il luccicare fasullo di merci e canti natalizi non può sostituirli; recentemente su un giornale è comparsa questa frase: «Si fanno pochi affari, lo spirito del Natale si sente poco». Lo spirito del Natale sarebbe lo shopping? Abbiamo un problema, Houston. Nel racconto «Canto di Natale», «A Christmas Carol» di C. Dickens, tre spiriti del Natale fanno visita all’avaro Scrooge, che pensa sempre ai soldi: quello del Passato Natale, quello del Presente e quello del Futuro Natale. Il passato di Scrooge è composto di occasioni mancate, il presente non è vissuto e il futuro è triste, solitario e senza speranza. Il vero spirito del Natale è in noi, non luccica in vetrina o nel portafogli. Probabilmente è anche al fondo di una savana, e noi lo stiamo ammazzando.