La Stampa, 22 dicembre 2014
Due bottiglie incendiarie sono state trovate sulla linea dell’Alta Velocità vicino a Firenze. L’attentato mirava a danneggiare i cavi elettrici e bloccare la circolazione dei treni, paralizzando l’Italia da Nord a Sud
Un attentato all’alba in un tratto isolato della linea dell’Alta Velocità, nella frazione di Rovezzano, in provincia di Firenze: due bottiglie incendiarie messe in uno dei pozzetti a lato ferrovia per danneggiare i cavi elettrici e bloccare la circolazione dei treni. Il punto prescelto di quella che si è rivelata poco più che un’azione dimostrativa, è strategico: su quei binari passano tutti i convogli che attraversano l’Italia, da nord a sud, in entrambe le direzioni.
Secondo gli investigatori l’obiettivo del gesto era di paralizzare il traffico ferroviario, particolarmente intenso in questi giorni prenatalizi. Il raid, comunque, non è riuscito. Una delle bottiglie di plastica piena di benzina ha preso fuoco e il piccolo incendio, subito individuato, ha fatto scattare l’allarme. L’altra bottiglia, sul lato opposto dei binari, a una manciata di metri dalla galleria San Donato, è rimasta intatta. A notare l’incendio, verso le cinque, è stato il personale di Trenitalia: quando i vigili del fuoco sono arrivati le fiamme, anche se contenute, avevano già danneggiato i cavi elettrici. Subito si è pensato a un corto circuito, ma durante l’ispezione dell’area gli agenti della Polfer hanno individuato l’altra bottiglia, ancora inesplosa, in un pozzetto poco distante. Per l’innesco sono stati usati carta, fiammiferi e diavolina. Un manufatto semplicissimo da realizzare, commenta la Digos. Tutto il materiale è stato affidato alla Scientifica.
Gli operai si sono messi subito al lavoro, ma i disagi sono stati inevitabili, soprattutto nelle prime ore della mattinata. I treni in viaggio in direzione nord da Arezzo verso Milano hanno riportato, spiegano da Trenitalia, ritardi massimi di un’ora fra le 9 e le 10,30. Nessun problema per i treni verso sud. Poi la situazione è andata normalizzandosi.
L’azione non è stata rivendicata, ma gli investigatori ritengono possano essere coinvolti gli ambienti più estremisti del variegato mondo che, da anni, combatte contro l’Alta Velocità. La Digos sta passando in rassegna tutte le immagini delle telecamere presenti nella zona, ma l’occhio elettronico puntato sopra il punto dove è stata posizionata la bottiglia era stato spostato. La zona, comunque, è molto isolata: per arrivarci non esiste una strada. Gli autori del raid sono sicuramente passati attraverso i campi. Anche gli abitanti delle pochissime abitazioni presenti nella zona saranno sentiti nella speranza che qualcuno possa aver notato qualcosa di sospetto.
Non è la prima volta che la linea Alta Velocità è presa di mira: alcune settimane fa, in un cantiere, è stato rinvenuto un ordigno incendiario inesploso con una tanica infiammabile. «Un episodio grave, da non sottovalutare», commenta il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.