La Stampa, 19 dicembre 2014
Più che un pericoloso manifesto politico «The interview», il film che la Sony ha deciso di ritirare dal mercato per timore di eventuali attacchi terroristici, ha il tono e il look di una innocua commedia demenziale. Al centro della pellicola diretta da Evan Goldberg e Seth Rogen, la coppia, tutta da ridere, formata dal conduttore di un celebre talk show Dave Skylark (James Franco) e dal produttore Aaron Rapoport (Seth Rogen)
Più che un pericoloso manifesto politico «The interview», il film che la Sony ha deciso di ritirare dal mercato per timore di eventuali attacchi terroristici, ha il tono e il look di una innocua commedia demenziale. Al centro della pellicola diretta da Evan Goldberg e Seth Rogen, la coppia, tutta da ridere, formata dal conduttore di un celebre talk show Dave Skylark (James Franco) e dal produttore Aaron Rapoport (Seth Rogen).
Quando i due scoprono che il dittatore nordcoreano Kim Jong-un è un appassionato spettatore del loro show, decidono di chiedergli un’intervista in maniera da accreditarsi, finalmente, come cronisti di razza. Mentre si preparano per la grande impresa, vengono contattati dalla Cia che ha inusitatamente deciso di affidare alle persone meno adatte sulla faccia della terra, il compito di assassinare Kim Jong-un.
«Prima di girare – ha spiegato Evan Goldberg – ci siamo documentati, leggendo tutto quello che abbiamo trovato su Kim Jong-un e sulla Corea. Il suo personaggio è stato costruito in base alle informazioni raccolte, al mito che lo circonda, a tutte quelle storie su di lui: sul fatto che parlerebbe con i delfini, che non avrebbe bisogno di urinare né defecare, che avrebbe vissuto nell’ombra del padre per poi prenderne il posto. Anzi, abbiamo dovuto filtrare le notizie perchè erano talmente assurde da risultare incredibili. Insomma, abbiamo voluto effettivamente dare l’idea del punto in cui è arrivato, da quelle parti, il culto della personalità».
La scelta di rendere il tutto in chiave comica, dalle scene degli incontri con il dittatore alle fughe precipitose, dai brindisi con le ragazze del luogo agli inseguimenti, dalla preparazione dell’attentato al terrore di essere acciuffati, ha convinto subito James Franco: «Sono convinto che questo genere offra la possibilità di trattare argomenti difficilmente digeribili, rendendoli più accessibili. Infatti il film raggiunge il suo scopo mescolando sciocchezze e cose serie».
Nella pellicola, girata a Vancouver e arricchita da una gran quantità di effetti speciali, il ruolo del dittatore è stato subito affidato a Randall Park che si è rasato completamente il cranio e ha costruito il personaggio seguendo le indicazioni dei registi che lo volevano «robotico e austero» ma anche la sua personale interpretazione che lo ha reso anche «timido e imbarazzato», aumentandone quindi l’effetto satirico.
Ma non tutti, evidentemente, ridono allo stesso modo: «Non potevo immaginare che tipo di reazione il film avrebbe suscitato – ha dichiarato James Franco prima della decisione della Sony – ma credo che nessuno di noi abbia pensato realmente alle conseguenze che poteva scatenare».
Per quanto riguarda la distribuzione italiana di The Interview, al momento non è stata presa alcuna decisione. Intanto, da Hollywood, dilaga un fiume di reazioni negative alla scelta di autocensura: «È un giorno triste – twitta tra gli altri Steve Carrell – per l’espressione creativa».