Corriere della Sera, 19 dicembre 2014
Addio a Franco Bomprezzi, il giornalista-blogger che difendeva i disabili. Gli ha reso omaggio anche il premier Matteo Renzi che l’ha definito «un simbolo di tenacia e determinazione, a lui dedicheremo la riforma del Terzo Settore»
Ma perché non parliamo d’amore? Franco era così: bastava una frase del genere al termine di una riunione di InVisibili (il blog di Corriere.it) in cui si era discusso di assistenza ai malati, di problemi di accessibilità, di lotte per i diritti e il grande tema della disabilità assumeva improvvisamente un tono leggero, ironico, giocoso. Ma Franco Bomprezzi scomparso ieri a 62 anni dopo una brevissima quanto implacabile malattia era da decenni un paladino e un punto di riferimento nel mondo della disabilità. Lo ha riconosciuto ieri anche il premier Matteo Renzi che l’ha definito «un simbolo di tenacia e determinazione, a lui dedicheremo la riforma del Terzo Settore».
Di Bomprezzi ora manca, oltre alla sua scrittura, la presenza fisica. Aveva trasformato la sua osteogenesi imperfetta in uno straordinario strumento di comunicazione in cui la carrozzina faceva un tutt’uno con la sua persona ed era un corollario agli occhi chiari e vivaci e alla voce adamantina. Franco aveva della disabilità il punto di vista migliore per far sì che questa condizione potesse essere vissuta con serenità, normalità e addirittura con orgoglio. E lo ha dimostrato sin dall’inizio della sua carriera al Mattino di Padova dove da cronista di razza si occupava di fattacci di nera e accorreva con la sedia a rotelle sui luoghi dei delitti; o come capo redattore dell’agenzia Agr, quando guidava una redazione di settanta persone. Un approccio alla professione che racchiudeva anche una grande lezione semantica. Da lui, per esempio, abbiamo imparato non solo a ritenere sbagliata, odiosa un’espressione abusata come «costretto sulla sedia a rotelle». «Per me – replicava – la sedia a rotelle è uno strumento di libertà, senza di lei non avrei avuto una vita autonoma!!!».
Nei tre anni trascorsi insieme a InVisibili, Franco ha affrontato con competenza, intelligenza, sensibilità ma anche con la giusta vis polemica ogni tipo di argomento. Uno dei suoi ultimi post tocca un tema che ogni giorno è sotto gli occhi di tutti nell’inciviltà delle nostre metropoli: l’occupazione abusiva nei posti riservati ai disabili. E aveva sposato con entusiasmo una campagna di denuncia attraverso fotografie degli automobilisti strafottenti. Ma era certamente, per la sua approfondita conoscenza della materia, la prima firma sulle tematiche legate ai diritti con editoriali che criticavano le mancanze legislative e finanziarie per un sostegno concreto e una vita dignitosa delle persone con disabilità.
Ma poi sorprendeva affrontando il tema più scottante della disabilità, il sesso. In un post intitolato «Anch’io tanti anni fa...» e poi in un lungo articolo su La Lettura aveva affrontato la questione partendo dalla sua esperienza personale, una notte di eros a pagamento. «Mi resi conto che si può essere diversi nel fisico ma non nella mente e nella volontà: ma il sesso non è un diritto da esigere, si deve conquistare»
Su InVisibili così come sul blog «Francamente» che curava sul Vita.it o nei suoi interventi su Superando.it e Superabile, o anche come presidente dell’associazione Ledha, Bomprezzi ha tenuto il dibattito sulla disabilità ad altissimo livello, grazie a una scrittura vigorosa e a una mente lucidissima. Se si è passati in pochi anni da un atteggiamento pietistico e assistenziale a una battaglia per l’autonomia e l’inclusione e a un confronto serrato sui diritti lo si deve molto a lui. Ma colpiva anche la sua visione ottimistica, l’onestà oltre che la capacità di guardare alle cose positive. Per questo aveva lavorato sodo nei mesi scorsi in tema di accessibilità con il Comune di Milano in vista dell’Expo e solo qualche giorno fa ci raccontava con orgoglio le trasformazioni ottenute nella fruizione dei musei civici e l’arrivo di quaranta taxi modificati: tutto pensato per le decine di migliaia di turisti disabili che arriveranno durante l’Esposizione. Per questo il sindaco Pisapia, ricorda «i suoi preziosi consigli. Il suo sostegno saprà guidarci per una città che sia di tutti e per tutti».