Corriere della Sera, 19 dicembre 2014
Breve storia della Fratellanza musulmana, precursore di quasi tutti gli islamismi radicali degli ultimi decenni, nata in Egitto alla fine degli anni Venti
In una conferenza che si è tenuta recentemente e a cui ho assistito, un relatore
ha riferito che l’origine dei movimenti estremisti islamici, che riempiono le pagine dei quotidiani soprattutto di questi ultimi tempi, hanno avuto origine in seguito alla occidentalizzazione della Turchia, operata da Kemal Atatürk dopo la Prima guerra mondiale. Qual è il suo parere in proposito?
Cesare Scotti
cesarevittorecorlo@gmail.com
Caro Scotti,
I fondamentalismi non hanno una precisa data di nascita. Come nel cristianesimo e nell’ebraismo, anche nell’Islam esiste una interpretazione intransigente della rivelazione divina che riemerge con sfumature diverse ogniqualvolta la modernità e i mutamenti sociali mettono in discussione gli antichi precetti. La Fratellanza musulmana, precursore di quasi tutti gli islamismi radicali degli ultimi decenni, nacque in Egitto alla fine degli anni Venti perché questo Paese fu, sin dalla spedizione di Bonaparte nel 1798, quello maggiormente esposto all’influenza dell’Europa. Ogniqualvolta la modernità si profila all’orizzonte, i custodi più rigorosi della «verità» si organizzano per meglio resistere.
È certamente vero, tuttavia, che la fondazione della Fratellanza a Ismailia, sul canale di Suez, nel marzo del 1928, coincide con le grandi riforme che fecero della Repubblica turca lo Stato più rigorosamente laico dell’intero universo musulmano. Era quindi inevitabile che Mustafà Kemal, divenuto da poco Kemal Atatürk, fosse per i Fratelli un pericoloso nemico. Aveva soppresso il Califfato, aveva sostituito l’antica grafia araba con l’alfabeto latino, aveva proibito il fez e l’uso del velo nelle pubbliche istituzioni, aveva assoggettato il clero alla sorveglianza di un ministro del Culto che leggeva e correggeva, se necessario, le prediche del Venerdì.
In un libro apparso presso Laterza nel 2006 (Il Profeta e il faraone. I Fratelli musulmani all’origine del movimento islamista), uno studioso francese, Gilles Kepel, ricorda che nelle pubblicazioni educative della Fratellanza Kemal è descritto ai giovani come l’uomo che aveva rovesciato il Califfato. In una rubrica diretta ai «leoncini musulmani» (i balilla della Fratellanza), Kemal viene addirittura accusato di essere un «cripto ebreo». Al suo giovane lettore ideale, l’autore dell’articolo scrive: «È il tuo nemico, leoncino musulmano, è il nemico della tua religione, egli ha dei legami con il primo nemico dei musulmani, gli ebrei. Del resto faceva parte di una setta ebraica chiamata “ebrei di dawnama” che ha una dottrina occulta; gli adepti di questa setta si servivano dell’Islam come di un velo dietro cui dissimulare il loro apostolato, per timore della forza e della potenza del Califfato ottomano».
Sembra che la setta effettivamente esistesse, ma non esistono documenti da cui risulti che Kemal ne facesse parte. La sua presunta appartenenza a una misteriosa società segreta permetteva comunque agli islamisti di affermare che il creatore della Repubblica turca non aveva mai appartenuto al mondo musulmano. Era più facile, in questo modo, additarlo ai giovani adepti come il loro principale nemico.