il Fatto Quotidiano, 19 dicembre 2014
Virna Lisi, la donna che con quella bocca ha potuto dire e fare quello che voleva. Bruno Gambarotta racconta la sua bella Virna, quella dei Caroselli: «Non è mai stata un sex symbol. Era il genere Madonna rinascimentale che oggi potremmo paragonare a Marianna Madia»
Virna Lisi ha rischiato molto”. Bruno Gambarotta ricorda perfettamente quella bellissima ventenne di Ancona divenuta celebre nel 1957 grazie al Carosello del dentifricio Chlorodont dal titolo “La bocca della verità”, in cui intrepretava la signora Candida Chedenti, moglie del fantozziano ragionier Prudenzio (Enzo Garinei). Le gaffe della svampita signora Candida alla presenza del grasso commendator Loris Gizzi della ditta Zanna Bianca, principale di Prudenzio, avrebbero provocato il licenziamento di chiunque. Ma lei aveva un asso nella manica, o meglio tra le labbra. “Con quella bocca può dire ciò che vuole”, era lo slogan-tormentone che concludeva il Carosello. E a un sorriso così si poteva, anzi, si doveva, perdonare tutto.
Perché la Lisi ha rischiato?
Lo slogan ‘Con quella bocca può dire ciò che vuole’ era una delle tante trovate pubblicitarie del grandissimo Marcello Marchesi, e la Lisi ha rischiato perché quella battuta le calzava fin troppo a pennello. In quella stagione d’oro dei Caroselli molti attori si identificarono a tal punto con le scenette da cadere prigionieri, e diventò difficile fargli fare qualsiasi altra cosa.
Il caso più classico è quello di Ernesto Calindri in mezzo alla strada con l’aperitivo a base di carciofo.
Ce ne sono stati parecchi, di quei casi. Paolo Ferrari con i fustini del detersivo, Cesare Polacco che non può stare senza la brillantina, Nino Castelnuovo che salta la staccionata grazie all’olio di semi...
Per Virna Lisi, invece, niente effetto staccionata?
Nel modo più assoluto. Superò benissimo il rischio dell’identificazione, che pure ci fu. Credo sia dipeso dalla sua straordinaria capacità di restare se stessa in ogni circostanza.
Tu allora eri un giovanotto. Ti eri innamorato?
Più che altro affascinato, perché la Lisi non è mai stata un sex symbol. Era una bellezza algida, che aveva qualcosa di irraggiungibile. Il genere Madonna rinascimentale che oggi potremmo paragonare a Marianna Madia.
Infatti solo una come lei poteva permettersi uno slogan così. Non so come se la caverebbero un’olgettina, o una Minetti.
Certo. E pensare che la Minetti è anche igienista dentale.
Della Lisi è rimasta proverbiale anche la serietà sul lavoro.
Aveva questa signorilità innata per cui nessuno ha mai potuto permettersi la minima confidenza, lo stesso stile che ha avuto anche nella vita privata. Mai un gossip, mai una paparazzata, nessuna storia sentimentale all’infuori del matrimonio. Una normalità scandalosa per il mondo dello spettacolo di ieri come di oggi.
La prima serie del Carosello si intitolava “Come si rideva una volta”. Trovi che nel sorriso di Virna Lisi ci fosse qualcosa che oggi non c’è più?
Non c’è dubbio che è così, Oggi è tutto molto più sguaiato, sgangherato, esagerato. Anche saper ridere è un’arte. Sempre meno frequentata.
Un’arte a cui lei è rimasta fedele. In mezzo secolo né la sua bellezza né la sua classe sono cambiate.
Non ha mai combattuto contro il lavoro del tempo sul suo viso, e si è ben guardata dal sottoporsi a quei devastanti interventi di chirurgia estetica per cui oggi tante facce a settant’anni diventano inguardabili, soprattutto se le confronti con il ricordo di come erano prima. Lei invece è rimasta bella fino all’ultimo.
Con quella bocca ha potuto non solo dire, ma anche fare quello che voleva.
Certo. Soprattutto ha potuto dire di no, che è sempre la cosa più difficile.