Il Sole 24 Ore, 18 dicembre 2014
Grazie al crollo del petrolio l’Italia risparmia 11 miliardi. La grande depressione e la guerra al ribasso del barile creano sconquassi, ma regalano anche qualche premio di consolazione
La grande depressione e la guerra al ribasso del barile creano sconquassi, ma regalano anche qualche premio di consolazione. Ieri le quotazioni internazionali del petrolio sono rimbalzate sull’onda del calo (seppure inferiore alle attese) delle scorte settimanali Usa: i rialzi hanno superato il 4% in alcune fasi della seduta, che si è poi conclusa con il Wti per gennaio a 56,47 $/barile (+1%) e il Brent per febbraio a 61,18 $?(+1,9%). Il recupero potrebbe essere temporaneo. Ma intanto per l’Italia c’è già una gradita sorpresa:? a fine anno la bolletta energetica – fa sapere l’Unione petrolifera nel preconsuntivo 2014 – porterà il saldo tra i prodotti energetici importati e le nostre debolissime esportazioni a 45 miliardi di euro, circa il 20% in meno rispetto al 2013, con un “risparmio” di ben 11 miliardi. La sola fattura petrolifera scende a 25 miliardi, con una contrazione del 18%. Tutto ciò a causa della discesa dei listini del greggio ma anche del calo dei consumi, puntualizza l’Up.
Nell’anno che si sta chiudendo la domanda di energia in Italia ha infatti mostrato un ulteriore calo del 5,1% rispetto al 2013, fermandosi a 157,6 milioni di tonnellate di petrolio equivalente, tornando dunque ai valori degli anni ’80. L’arretramento riguarda tutte le fonti ad eccezione delle rinnovabili (+3,9%), il cui peso sul totale è salito a circa il 19%. Il petrolio segna un calo del 4,5% nei valori assoluti ma si conferma ancora una volta la nostra principale fonte di energia, con un peso del 35,4% che segna anzi in leggera crescita rispetto allo scorso anno, smentendo (per ora) le previsioni relative al gas, che anzi arretra dell’11% in termini assoluti. I consumi di gas hanno risentito in particolare della riduzione della domanda elettrica e della forte concorrenza delle rinnovabili che hanno messo fuori mercato anche molte centrali elettriche moderne e ad alto rendimento, nonché delle temperature particolarmente miti.
Riguardo al calo complessivo nei consumi petroliferi l’Up evidenzia comunque «qualche timido segnale positivo sul fronte dei carburanti»: benzina e gasolio hanno complessivamente registrato un incremento dello 0,5%, il primo dal 2006. In ogni caso la flessione totale dei consumi petroliferi nel decennio 2004-2014 è stata pari a oltre 32 milioni di tonnellate (-36%).
Le prospettive per il prossimo anno?Per 2015 l’Up stima una fattura petrolifera compresa tra un minimo di 17,1 miliardi di euro e un massimo di 24,2, con un prezzo del greggio nell’intervallo 65-85 dollari al barile. La fattura energetica, nel caso di quotazione intermedia di 75 dollari, potrebbe attestarsi intorno ai 39 miliardi di euro, con una ulteriore flessione di 6 miliardi rispetto al 2014. Nel qual caso il risparmio complessivo salirebbe a 17,1 miliardi rispetto al 2013.