Libero, 18 dicembre 2014
Per lo stabilimento ex Fiat di Termini Imerese si è ritirata anche Grifa che, al momento di dichiarare le carte, ha fatto sapere di non essere in condizioni di versare i 25 milioni di aumento di capitale necessari. Ora ci prova Metec, che produce componenti auto e ha sede a Torino, il che lascia pensare che, forse, in questo porgetto ci possa essere anche la spinta di Fiat
E quattro. Per lo stabilimento ex Fiat di Termini Imerese comincia un altro giro di valzer. Si è ritirata Grifa che, al momento di dichiarare le carte, ha fatto sapere di non essere in condizioni di versare i 25 milioni di aumento di capitale necessari a far ripartire la produzione. Prima ancora avevano dato forfait Gian Mario Rossignolo che voleva costruire in Sicilia le rinate gran turismo marchiate De Tomaso e poi la famiglia Di Risio che invece intendeva realizzare le super economiche auto a marchio Dr Motor.
Grifa aveva puntato sulla mobilità elettrica annunnciando che a regime avrebbe prodotte trentamila vetture l’anno. Tutte bugie: Rossignolo è finito in galera, De Riso ha chiesto il concordato e Grifa non si era mai occupata di auto. In realtà tutti puntano al tesoretto di 300 milioni che Stato e Regione sono pronti a mettere sul tavolo come dote per il compratore. Un tempo sarebbe stato facile fare lo scippo. Adesso, per fortuna i controlli sono più attenti. Resta da capire come mai è stato dato credito a proposte tanto acrobatiche.
Ora si presenta un altro candidato. Si tratta delle Metec che produce componenti auto. Ha sede a Torino e questo lascia pensare che, forse, in questo porgetto ci possa essere anche la spinta di Fiat. Il compratore si dichiara pronto a investire 150 milioni e a riassorbire nel tempo i 790 dipendenti attualmente in cassa integrazione la cui scadenza è prevista a fine anno: dopo partiranno i licenziamenti.. In una prima fase metà per fabbricare componenti. Poi l’intero organico passando alla realizzazione dell’auto completa. Ora toccherà al governo valutare la nuova proposta e a questo proposito un dubbio sorge spontaneo: vista la crisi del mercato in Italia vale ancora la pena riaprire un impianto che in quarant’anni non ha mai brillato per efficienza? Forse qualche margine esiste per l’industria delle componenti, ma l’auto che è strutturalmente in perdita nel conto economico di tutti i fabbricanti? Resta il fatto che Renzi nel corso della sua visita ha detto che Termini deve riaprire. E quindi avanti con il balletto per cui la Regione ha stanziato ben 140 milioni di euro.