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 2014  dicembre 18 Giovedì calendario

Giovanni De Carlo, l’amico dei vip della cricca di Mafia Capitale. Sulla carta è nullatenente, in realtà è intestatario, tramite alcuni prestanome, di una miriade di società di varie dimensioni

Nullatenente sulla carta, in realtà intestatario, tramite alcuni prestanome, di una miriade di società di varie dimensioni. È l’immagine di Giovanni De Carlo, stando alle indagini del Ros dei Carabinieri, il nuovo boss di Cosa nostra a Roma. Un’immagine pubblica, la sua, costellata di serate con la Roma più nota. A gestire per lui affari e denaro contante sarebbero stati i fratelli De Vincenti e in particolare Lorenzo, coinvolto in una galassia di società piccole e medie (quasi sempre negozi), sebbene anche lui risulti senza reddito dichiarato e dunque «privo di lecita capacità contributiva». Nel complesso, pur risultando lui stesso senza reddito, Lorenzo De Vincenti avrebbe gestito a nome di Giovanni De Carlo un patrimonio di almeno 300mila euro in contanti, escludendo le proprietà immobiliari.
Stando all’informativa del Gico della Guardia di finanza depositata ieri nel corso dell’udienza del tribunale del Riesame chiamato a discutere la posizione di Salvatore Buzzi e di altre sedici persone, i fratelli De Vincenti «si sono messi a completa disposizione di De Carlo, anche acquisendo pacchetti societari di diverse attività imprenditoriali».
La ricostruzione spiega che sotto al boss Giovanni De Carlo, esiste una rete di collaboratori. Primo tra tutti Lorenzo De Vincenti: «Il fidato e fedele prestanome De Vincenti Francesco ha una posizione più elevata rispetto all’imprenditore colluso Russo Fabio, essendo espressione diretta e longa manus di De Carlo Giovanni», scrive il Gico. Lorenzo De Vincenti ha anche un ruolo operativo: «Allo stesso viene concesso il privilegio di maneggiare le somme di denaro riciclate dall’attività imprenditoriale di Russo Fabio, da destinare all’odierno proposto De Carlo Giovanni».
Sempre De Vincenti, «in virtù della residenza a Fregene» si occupa di gestire i contatti con Filippo Franchellucci, proprietario dello stabilimento Miraggio Club, dove”Giovannone” De Carlo si era fatto costruire una sala riservata, «un’ala del ristorante – si legge negli atti – di cui neanche Filippo Franchellucci possedeva le chiavi».
LA GALASSIA
Sebbene non abbia redditi propri e dunque in teoria non sia neppure in grado di pagare la tassazione relativa, Francesco De Vincenti risulta amminsitratore e socio di una miriade di società, che vanno dalla Effeffe Holding, appena costituita, al centro di Formazione professionale dei Castelli Romani, passando per una serie di ditte intestate. Nell’elenco, c’è la Smart&beauty Srl, «salone di barbiere e parrucchiere», formalmente inattiva «ma attiva», «tant’è che era uno dei luoghi di incontro tra l’odierno proposto De Carlo Giovanni, Russo Fabio e i fratelli De Vincenti». Nella galassia dei De Vincenti ci sono anche alcuni negozi d’arte, aperti a metà degli anni ’90 (Poli Arti Grafiche, Diffusione Arte, Carme Diem Omnia Artis).
Non è stato facile ricostruire i redditi che De Vincenti avrebbe gestito per De Carlo, anche perché è possibile che buona parte fosse in contanti. La Guardia di finanza, però, ha studiato i consumi che una persona a reddito basso dovrebbe aver avuto, confrontandoli con quelli di De Vincenti. Il risultato è che c’è una sproporzione di quasi trecventomila euro, 289.003 «Tale evidenza investigativa conferma, ulteriormente, quanto già acquisito al fascicolo processuale»: «In definitiva, in virtù di quanto accertato sul conto del terzo interessato De Vincenti si ritiene che le cointeressenze societarie detenute dallo stesso siano prive di effettività e, pertanto, non si esclude fittizie».