Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  dicembre 18 Giovedì calendario

La serie tv Fargo ha l’inconfondibile marchio dei fratelli Coen anche se non è un’imitazione del film ma una sua reinterpretazione, ambientata 19 anni dopo, nel rodimento delle certezze

«This is a true story». Difficile da spiegare cosa sia il vero, specie se di mezzo c’è la morte. Fargo è una serie in 10 episodi ispirata all’omonimo film vincitore agli Oscar del 1996 e firmato dai fratelli Coen, qui in veste di produttori esecutivi (Sky Atlantic, martedì, 21.10).
Siamo a Bemidji, nel Minnesota, anno 2006. A un tiro di schioppo c’è Duluth, la cittadina dove è nato Bob Dylan. Sin dalle prime immagini siamo presi in un flusso narrativo dove la magistrale ambientazione, quasi un inferno sublunare, si intreccia con una dimensione mitico-naturalista tra l’euforia e la rassegnazione, tra delusioni reiterate e indaffarate speranze, tra il bianco della neve e il rosso del sangue. Lorne Malvo (Billy Bob Thornton) è un killer professionista, in trasferta per lavoro, che trascina in una catena di efferati delitti l’impacciato e timido Lester Nygaard (Martin Freeman), assicuratore sfortunato che vede la sua vita stravolta in poche ore. Sulle loro tracce, la giovane agente di polizia Molly Solverson (Allison Tolman).
Lester e Lorne s’incontrano per caso: la vita del perdente, del loser, s’intreccia con quella dello spietato, del killer, generando uno scambio fatale. Al personaggio più insignificante di Bemidji, umiliato da parenti e amici, viene offerta la più perversa delle vie di riscatto: fare il lavoro sporco per conto di altri. In cambio, lui ricaverà il modo di farsi giustizia nei confronti di chi per anni e anni lo ha mortificato.
«This is a true story». Perché certe storie capitino davvero bisogna saperle raccontare, offrire loro una trama convincente. Toccherà poi alla poliziotta Solverson sciogliere un intreccio (anche narrativo) che andrà sempre di più ingarbugliandosi. L’inconfondibile marchio dei fratelli Coen è presente fin dalla sceneggiatura: la serie non è un’imitazione del film ma una sua reinterpretazione, ambientata 19 anni dopo, nel rodimento delle certezze.