il Giornale, 18 dicembre 2014
Lo sciopero generale è stato un fiasco: sulle cifre la Cgil ha mentito. I dati delle aziende smontano gli entusiasmi dei sindacati: solo un lavoratore su quattro ha incrociato le braccia lo scorso 12 dicembre
Se a qualcuno è mai capitato di incappare in una giornata di sciopero, soprattutto a Roma, è difficile che sfugga questo particolare: la maggior parte delle persone che affollano la piazza e si accalca sotto il palco, in attesa delle parole del leader di turno, è composta per lo più da pensionati giunti nella Capitale in pullman da tutta Italia. L’effetto scenico è così assicurato, a beneficio di fotografi e telecamere. E lo sciopero, a questo punto, sembra aver fatto il tutto esaurito. Resta il fatto che, al di là dei pensionati, Cgil e Fiom pur di portare avanti la loro lotta politica, imbarcano sul loro carro studenti, antagonisti, centri sociali, Cobas e tutti gli «incazzati» in genere. Alla fine, nelle piazze e nei cortei, è facile contare più non iscritti che iscritti. Uno sciopero generale, inoltre, può anche far guadagnare qualche soldarello: per reggere una bandiera durante la manifestazione si arriverebbe a percepire fino a 20 euro.
Allo sciopero generale di Cgil (con la Fiom) e Uil del 12 dicembre scorso (nel mirino «Jobs Act» e legge di Stabilità) i bollettini ufficiali delle suddette organizzazioni parlano di manifestazione riuscita e di una partecipazione, da parte dei lavoratori, oltre il 60 per cento.
Peccato che alle piazze «piene», ad ascoltare Susanna Camusso (Cgil), Maurizio Landini (Fiom) e Carmelo Barbagallo (Uil) corrispondevano anche fabbriche e aziende altrettanto piene. In verità, guardando i dati generali affluiti dai vari settori, l’adesione allo sciopero generale non avrebbe superato quota 25 per cento. E se solo undici metalmeccanici Fca su cento hanno incrociato le braccia, come già riportato dal Giornale, nell’industria agroalimentare si è astenuto dal lavoro il 17% degli addetti, mentre sono state intorno al 2% le adesioni nel settore commercio, turismo e servizi. Partecipazioni basse anche per quanto riguarda chi opera nei comparti edilizia, legno, cemento, laterizi e lapidei: Toscana 10%, Umbria 3%, Campania 1% e Calabria 5%.
Guardando poi alle grosse realtà industriali, fatto salvo che in casa Fiat Chrysler Automobiles e Chn Industrial hanno scioperato l’11,6% delle persone, pari a 7.300 dipendenti su 63mila, negli impianti di Finmeccanica le percentuali più alte si riscontrano all’AnsaldoBreda di Palermo (52%) e Napoli (38%), e all’Alenia di Nola (50%) e di Foggia (39%); il resto viaggia tra il 10% e il 25%, e in alcuni casi sotto il 5 per cento. Un po’ più alta la media riferita agli stabilimenti di Fincantieri: Riva Trigoso 60%, Marghera 58%, Muggiano 57% e Ancona 45%. E a parte lo 0% di Cetena, il dato più basso riguarda il 28% di adesioni registrato a Monfalcone.
Nel campo dell’energia si segnalano il 14% delle adesioni nel gruppo Enel e meno del 10% all’Edison. Il trasporto ferroviario ha invece visto circolare, il 12 dicembre scorso, il 95,89% di treni a media-lunga percorrenza e il 73% di treni regionali. Se si guarda a Ntv con i suoi super treni Italo l’adesione sarebbe stata di una decina di persone sul migliaio di dipendenti. Tornando ai metalmeccanici e rianalizzando le aziende della galassia Fca, a Maranello solo il 3% delle 2.700 tute rosse di Ferrari ha scioperato e, restando nell’ambito delle automobili sportive e di lusso, tra Modena e Grugliasco (Maserati) ad aver incrociato le braccia è stato il 6,7 per cento. Il dato più eclatante, in questo ambito, riguarda la Magneti Marelli di Crevalcore (il 75% dei 350 lavoratori), mentre a Corbetta non ha lavorato il 36% dei 1.100 dipendenti. A Melfi, dove le linee di produzione stanno sfornando i nuovi modelli Jeep Renegade e Fiat 500X, non si sono presentati in fabbrica il 2,7% dei 5.900 operai, mentre ad Atessa (Sevel Val di Sangro), impianto in joint venture con i francesi di Psa e specializzato in veicoli commerciali, il dato è il seguente: 5,1% su 6.250 persone. Basse anche le percentuali negli altri siti che hanno ritrovato o stanno per ritrovare una mission: Pomigliano d’Arco (1% su 4.494), Mirafiori (12% su 1.300), Cassino (1,7% su 4.133).
È vero che ci sono state adesioni allo sciopero generale del 12 dicembre, ma guardando tutti questi dati e sapendo come funzionano le cose, è improprio parlare di manifestazione riuscita e di adesioni superiori al 60 per cento.