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 2014  dicembre 18 Giovedì calendario

Un nuovo muro comunista che crolla: Obama e Raúl Castro hanno annunciato contemporaneamente in Tv uno scambio di prigionieri e l’avvio del disgelo nelle relazioni dopo oltre mezzo secolo di guerra fredda e di embargo economico. Dietro la storica decisione c’è la mediazione di Papa Francesco e la debolezza di Venezuela e Russia. Ma per i repubblicani è solo un favore al regime cubano

Un nuovo muro comunista che crolla: Obama e Raul Castro hanno annunciato contemporaneamente in Tv, da Washington e dall’Havana, uno scambio di prigionieri e l’avvio del disgelo nelle relazioni dopo oltre mezzo secolo di guerra fredda e di embargo economico. «Questi 50 anni hanno dimostrato che l’isolamento non ha funzionato. È tempo per un nuovo approccio», ha detto Obama, secondo cui la politica americana di isolamento del regime comunista si basava sulle migliori intenzioni, ma ha il solo effetto di dare al governo cubano la scusa per imporre restrizioni al proprio popolo.
Il nuovo clima tra Washington e l’Havana è destinato a produrre una rivoluzione nei rapporti bilaterali. La novità più clamorosa è il ristabilimento delle relazioni diplomatiche, che furono interrotte nel gennaio del 1961, con tanto di embargo economico a partire dal 1963. In proposito, il presidente ha invitato il Congresso a cancellarlo.
Gli ha fatto eco dalla Tv di stato dell’Havana il presidente Raul Castro, che ha denunciato «il blocco economico», ma ha affermato che lui e Obama stanno cercando di «normalizzare» le relazioni. In realtà il piano è già delineato. Nei prossimi mesi riaprirà l’ambasciata Usa sull’isola comunista, ma il primo passo sarà la partecipazione del vice segretario di Stato per gli Affari dell’Emisfero Occidentale al prossimo incontro sui Colloqui per le Migrazioni USA-Cuba che si terrà in gennaio nella capitale cubana. Americani e cubani lavoreranno insieme in materie di comune preoccupazione, come l’immigrazione, la lotta contro i trafficanti di droga e di esseri umani, la protezione dell’ambiente. Saranno alzati i limiti alle rimesse economiche che i cubani esuli potranno far avere alle famiglie, e gli americani potranno andare nell’isola liberamente.
Il primo a reagire molto duramente contro il dietrofront obamiano è stato il senatore repubblicano della Florida Marco Rubio, cubano-americano, che ha attaccato Obama per aver dato al regime comunista tutto quello che chiedeva, senza alcuna contropartita in termini di maggiori libertà e diritti civili per il popolo dell’isola. «Penso che il popolo di Cuba abbia il diritto, se è libero, di scegliere il sistema economico che vuole. Ma niente di quanto annunciato dal presidente aiuterà a raggiungere quel risultato», ha detto Rubio, che ha anche accusato Obama di essere ipocrita, citando il Venezuela. «È un paradosso che una settimana dopo che l’amministrazione USA ha imposto sanzioni contro dirigenti del governo venezuelano per aver violato i diritti umani in Venezuela, adesso cancelliamo le sanzioni contro un governo che ha insegnato ai venezuelani a come commettere queste violazioni». L’allusione è ai traffici tra i due regimi comunisti: Cuba fornisce le squadre di scherani che aiutano la polizia di Caracas a reprimere le proteste pro democrazia, e in cambio ottiene petrolio. O meglio, lo otteneva. Ora, col prezzo del greggio dimezzato, sia Mosca sia Caracas non possono più foraggiare Cuba.
La mossa USA è quindi, per i critici repubblicani e della comunità cubano-americana, una inopportuna ciambella di salvataggio a un regime al collasso. Obama sta dando «unilaterali concessioni all’Iran e a Cuba», ha rincarato Rubio. Il presidente aveva messo tra i suoi obiettivi la normalizzazione con Cuba fin dal suo ingresso alla Casa Bianca, e aveva preso già alcune misure unilaterali di ammorbidimento nelle restrizioni dei viaggi e delle rimesse di dollari per i cubani-americani nel 2009 e nel 2011. Un ostacolo insuperabile alla normalizzazione era però la detenzione dell’americano Alan Gross, arrestato a Cuba nel 2009 e condannato a 15 anni. Gross era stato imprigionato sotto l’accusa di aver aiutato una comunità di ebrei residenti ad avere accesso a Internet. Ultimamente le sue condizioni di salute si stavano aggravando, e la moglie aveva fatto un appello diretto ad Obama perché facesse in fretta a riportare a casa suo marito.
Nell’annuncio, il presidente ha detto di aver parlato con Raul nel pomeriggio di martedì e ha voluto ringraziare il papa e il governo del Canada per la mediazione. Francesco come un Wojtyla alla rovescia, insomma: invece di abbattere il muro della dittatura sovietica, lui ha picconato il muro «contro» la dittatura castrista. Insieme a Gross, Cuba ha liberato 53 dissidenti interni e un agente dei servizi segreti Usa in galera da 18 anni, accusato di aver smascherato un complotto di agenti cubani negli Usa. Costoro furono arrestati dall’FBI e tre di loro sono stati liberati come contropartita dei due americani.