La Stampa, 17 dicembre 2014
Tav, si scaverà da Chiomonte. Il corridoio mediterraneo produce un Pil che vale il 17% di quello dei 28 paesi dell’Ue e serve il 18% della popolazione. Jan Brinkhorst: «L’eliminazione del collo di bottiglia della Torino-Lione rappresenta un volano per la crescita economica» e per Paesi in difficoltà come Italia e Francia
L’Unione Europea batte il tempo a Italia e Francia per la Torino-Lione e lo fa sulla base di uno studio che classifica il Corridoio mediterraneo, quello che da Siviglia arriva fino a Kiev passando per la pianura padana, come quello con un effetto di valorizzazione più alto rispetto agli altri otto, per la crescita economica del «mercato interno dei 28 Paesi Ue». Ecco perchè «se Italia e Francia hanno soldi e carte in regola, Bruxelles finanzierà il 40% del costo del tunnel di base», ha spiegato il commissario Ue per il Corridoio mediterraneo, l’olandese Jan Brinkhorst. Ieri i lavori della commissione intergovernativa italo-francese sono serviti anche per ragionare sui siti dove inizieranno i lavori per la galleria di 57 chilometri. Si scaverà anche in Italia ma il cantiere non sarà più localizzato a Susa bensì alla Maddalena di Chiomonte.
Lo studio sui corridoi
Brinkhorst illustrerà nel dettaglio i risultati della ricerca realizzata da Pricewaterhouse Cooopers il 22 gennaio al Parlamento europeo ma ieri ha anticipato alcuni dati macro-economici che evidenziano il «peso» del Corridoio mediterraneo nell’Europa continentale. Quella fascia di territorio larga 100 chilometri che si sviluppa intorno ai 3000 chilometri di rotaia da ovest ad est, produce un Pil che vale il 17% di quello dei 28 paesi dell’Ue e serve il 18% della popolazione. Certo, il corridoio è frammentato, con linee storiche obsolete e poche linee ad alta velocità ma secondo Brinkhorst «l’eliminazione del collo di bottiglia della Torino-Lione rappresenta un volano per la crescita economica» e per Paesi in difficoltà come Italia e Francia «un investimento di alcuni miliardi nei prossimi anni ha una funzione anti-ciclica». Ecco perché «l’Ue lo considera uno tra i cinque progetti principali in campo infrastrutturale».
Susa dice addio alla talpa
Se così stanno le cose, allora è chiaro che la palla è in mano a Roma e Parigi. Ieri i presidenti della Cig, Mario Virano e Louis Besson, hanno definito le tappe per completare il dossier di candidatura con la richiesta dei fondi. «Adesso – afferma il francese – la task force deve definire il quadro delle opere da realizzare e la relativa richiesta di finanziamento». Virano spiega che la richiesta per il periodo 2014/2020 dovrebbe essere compresa tra i 3 e i 4 miliardi, il 40% a carico dell’Ue. «Tra gennaio e febbraio il Cipe darà il via libera al progetto definitivo e saranno ultimate le procedure per dar vita al nuovo soggetto promotore». Le diplomazie dei due Paesi stanno lavorando sia alla predisposizione del protocollo addizionale al trattato di Roma (necessario per avviare i lavori del tunnel di base ) sia per organizzare una cerimonia con i due primi ministri, Valls e Renzi, in occasione dell’avvio dei lavori della discenderia di Saint Martin La Porte. Uno scavo di 9,5 chilometri che di fatto, una volta ultimato, diventerà un pezzo di una delle due canne del tunnel di base. In Francia ci sarà un secondo grande cantiere dove far partire la talpa per il tunnel di base. Il terzo sarà in Italia, con ogni probabilità a Chiomonte. Sarà il Cipe, attraverso una prescrizione, a dare il via libera ad Ltf di studiare un’eventuale modifica: «Tecnicamente – spiega il direttore Maurizio Bufalini – si può fare».