Corriere della Sera, 17 dicembre 2014
In gravidanza l’uomo diventa meno aggressivo. Anche i futuri papà subiscono cambiamenti ormonali durante l’attesa di un figlio. Uno studio spiega perché
Durante la gravidanza sembra accadere una «mutazione» ormonale in entrambi i genitori: la donna diventa un po’ papà e l’uomo diventa un po’ «mammo». Subentrano cambiamenti psicologici e ormonali, da Terzo Millennio, che predispongono la coppia a spartirsi i ruoli. A creare una sinergia genitoriale. E la Natura sembra ormai adeguarsi in modo da favorire tale sinergia.
Non sorprende quindi il risultato di uno studio pubblicato dall’ American journal of human biology, rivista ufficiale della società americana degli scienziati che si occupano di biologia umana, che è andato a verificare che cosa accade dal punto di vista ormonale nella coppia quando è in atto una gravidanza. Si è partiti cercando di misurare i cambiamenti nella futura mamma, ma alla fine la scoperta è stata che le modifiche ormonali riguardano anche i futuri papà. Nella donna salgono testosterone (l’ormone che caratterizza il sesso maschile), progesterone, cortisolo e estradiolo, nell’uomo si ha un abbassamento di testosterone ed estradiolo. Insomma i due sessi sembrano avvicinarsi.
Il neuroscienziato Claudio Mencacci, direttore al Fatebenefratelli di Milano, commenta: «È la conferma di quanto, dal punto di vista etologico, ci aspettavamo: la donna diventa più protettiva (aumento del testosterone), l’uomo riduce i livelli di aggressività (diminuzione del testosterone) nei confronti del neonato. È anche un’evoluzione dei tempi. Rispetto a qualche anno fa, la quantità di tempo che i padri passano con i neonati supera oggi anche le sei ore al giorno. Mentre in passato era di poche ore, se non quasi pari a zero, in questa fase della crescita dei figli. Oggi gli uomini sono più “mammi” e con funzioni da “mammi”». Immagine in linea con quanto previsto alle soglie del 2000 dall’oncologo Umberto Veronesi: un futuro dalle differenze sessuali sempre più sfumate.
Sono mutate le interazioni di carattere ormonale perché si è verificata un’evoluzione culturale e socioeconomica verso nuove forme condivise di maternità. La Natura si adatta al sistema che cambia, che vede sempre più spesso entrambi i genitori impegnati sia nel lavoro sia nel crescere i figli. Da soli, senza l’aiuto di nonni o parenti come era prassi nelle famiglie allargate d’altri tempi.
Lo studio dell’Università del Michigan è stato condotto su 29 coppie al loro primo figlio. Non tante dal punto di vista numerico, ma con risultati uniformi nei risultati. Alle coppie sono stati fatti prelievi di saliva, e misurati i livelli ormonali, durante tutto il periodo della gravidanza. «Fino ad ora si pensava che nell’uomo cambiassero i livelli di alcuni ormoni solo alla nascita del bambino – spiega Robin Edelstein, autore principale dello studio —, ma abbiamo visto invece che i cambiamenti iniziano prima, all’inizio della gravidanza. Anche se è ancora difficile stabilire quale ne sia la causa».
L’andrologo Carlo Foresta (Università di Padova) non è sorpreso: «La psicologia del futuro padre è in divenire e sembra avere un’influenza neuroendocrina. La dolce attesa può creare stress e ansietà, ma può anche essere gratificante. Comunque avviene un cambiamento della personalità che influenza i neurotrasmettitori e inibisce l’attività di secrezione delle gonadotropine. Inoltre, in gravidanza spesso si riduce l’attività sessuale. E l’assenza di attività sessuale riduce automaticamente nell’uomo la produzione di testosterone. Aumentano, poi, i livelli di endorfine che esprimono il piacere dell’appagamento. Comunque, il “gioco” degli ormoni predispone anche mamme e papà all’accoglienza, a creare un ambiente sereno. Il più adatto possibile al nascituro».
E attenzione, anche tra gli animali, gli uccelli in particolare, si assiste a qualcosa di simile. L’etologo Danilo Mainardi, Università Ca’ Foscari di Venezia, conferma: «Anche tra le specie animali si riscontrano esempi analoghi. Raramente, ma si riscontrano. In alcuni casi, tra gli uccelli, se la femmina non riesce a portare avanti il suo ruolo subentrano nella cova delle uova o il partner o altri componenti maschi della comunità già predisposti a svolgere funzioni da “mammi”».