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 2014  dicembre 16 Martedì calendario

Nella Turchia di Erdogan è tornato il velo per le donne, le minoranze sono discriminate apertamente, giudici e poliziotti e giornalisti finiscono in galera, la libertà di stampa è una chimera e il presidente si fatto costruire un palazzo megalomane da 800 milioni di dollari. Così il sogno laico del mitico Ataturk si è spezzato

È ridicolo, ma i negoziati per l’ingresso della Turchia in Europa sarebbero ancora aperti. Erdogan sta islamizzando il Paese da 12 anni e sta facendo a pezzi il sogno laico del mitico Ataturk: è tornato il velo per le donne, le minoranze sono discriminate ormai apertamente, giudici e poliziotti e giornalisti finiscono in galera, il presidente si fatto costruire un palazzo megalomane da 800 milioni di dollari, la libertà di stampa è una chimera. Non si capisce neppure che cosa faccia la Turchia nella Nato, visto che occhieggia a tutti i nemici dell’Occidente, compresi l’Iran e la Siria. Eppure, a opporsi all’ingresso di 71 milioni di musulmani in Europa, poco tempo fa c’erano solo quattro gatti leghisti e comunisti. L’inutile ministro Frattini esaltava le riforme turche con articoli sul Corriere della Sera, Berlusconi adorava Erdogan e vedeva tutto in chiave amicale-commerciale, Emma Bonino imbastiva una campagna pro-Turchia smentita dalla realtà; Giorgio Napolitano andò ad Ankara nel novembre 2006 e auspicò “l’ingresso della Turchia come stato membro” e, ancora nel maggio 2012, il premier Mario Monti plaudiva all’ingresso turco nella Ue per mere ragioni economiche: le uniche che conosce. Poi c’è il Papa, che tace per paura di ritorsioni contro i cristiani armeni. E c’è Renzi, che è appena stato in Turchia ma ha parlato solo d’affari. Erdogan aveva appena detto che la donna è inferiore all’uomo e che l’America la scoprirono i musulmani (non Colombo) ma queste sono quisquilie.