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 2014  dicembre 16 Martedì calendario

Nel grande business di Mafia Capitale, oltre agli appalti pilotati e ai politici a busta paga, pare che il clan avesse anche una passione per gli orologi, che servivano riciclare e ricattare, e per le opere d’arte: nel garage di Agostino Gaglianone ce ne erano venticinque, mentre Carminati, in casa, di Warhol e Pollock, ne aveva una ventina

Che si tratti di autentica passione per l’arte o solo di affari non è ancora del tutto chiaro, ma di certo devono essere rimasti abbastanza stupiti i carabinieri del Ros quando, entrando nella casa di Massimo Carminati, si sono trovati davanti una ventina di quadri del padre della pop art Andy Warhol, e di quello dell’espressionismo astratto Jackson Pollock. Tele preziose e ancora da stimare ma che potrebbero nascondere un altro tipo di traffico: quello di opere false o rubate. In un garage a disposizione di un esponente del clan romano, Agostino Gaglianone, poi, i militari hanno trovato altre venticinque opere. Sospettano che l’ex Nar possa avergli chiesto di custodirle, forse perché sentiva che gli investigatori gli stavano addosso. Le perquisizioni hanno permesso di recuperare anche 570 mila euro in casa di Claudio Turella, ex responsabile del Servizio giardini. Una cifra incredibile, soprattutto perché tutta in contante.
IL BUSINESS
Nel grande business di Mafia Capitale, oltre agli appalti pilotati e ai politici a busta paga, Carminati e soci pare avessero anche un particolare interesse verso gli orologi, che servivano per fare regali in cambio di favori, ma anche per riciclare e ricattare. È al Nero che si rivolgono collezionisti ed estimatori per tentare di trovare sul mercato il prezioso Paul Newman, l’orologio di casa Rolex più costoso al mondo, valore tra i cento e i centodiecimila euro. L’appassionato di orologi (ancora da identificare), si rivolge a Carminati nel novembre del 2013. E gli inquirenti vengono a conoscenza della richiesta perché il Cecato lo racconta al suo amico Gaglianone: «Mi hanno chiesto di risolvere un grosso problema...Un Paul Newman – dice – Siete tutti in bianco. E quest’altro, che fa? Mi chiede un Paul Newman...Ci vorranno cinquantamila euro per averlo». A questo punto il discorso si allarga a Marco Iannilli, commercialista finito nei guai per Fastweb e per Enav, impegnato lo scorso anno a piazzare orologi (più modesti) a mille euro contro i cinquemila del prezzo in negozio. Oggetti dei quali non è ancora del tutto chiara la provenienza.
IL SOLEX
A Salvatore Buzzi, l’uomo delle coop, che pure sfoggia i suoi bei orologi, il giorno del blitz di Carabinieri e Finanza gli troveranno solo «un solex», come lui stesso lo definisce ridacchiando. «In cassaforte infatti c’era solo quel Rolex taroccato, un Solex, e 3.800 euro – riferisce Buzzi mentre viene intercettato – Per fortuna che gli altri soldi li aveva presi il giorno prima Carminati. Per quel Solex il gioielliere che me lo ha regalato aveva sborsato cinquemila euro».
Sempre di orologi preziosi si occupa il clan quando deve “risarcire” – secondo gli investigatori – Angelo Scozzafava, membro della commissione esaminatrice del concorso al Comune di Roma. All’uomo viene destinato come “regaletto” un orologio Bulgari da cinquemila euro suggerito da Annamaria Buzzi, alto funzionario del Mibac e sorella dell’imprenditore (estranea all’inchiesta) per ripagarlo dell’aiuto dato alla figlia e quindi nipote del ras delle cooperative. È ancora una volta Buzzi a parlarne al telefono: «Annamaria m’ha detto che glie vo’ dà i soldi, gli vo’ fa’ un regalo....I soldi sembra corruzione invece un orologio de’ Bulgari nooo».