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 2014  dicembre 16 Martedì calendario

«Corriamo per vincere l’oro». Renzi e Malagò annunciano la candidatura ai Giochi Olimpici. Sarà una versione low cost

 Adesso è vero: l’Italia con Roma si mette in gioco. «Siamo qui per annunciare che saremo al fianco del Coni per la candidatura dell’Italia alle Olimpiadi». Matteo Renzi, felice di essere nel Salone d’Onore del Coni con tanti campioni in occasione della consegna dei Collari d’Oro definendosi, lui stesso, «abbastanza incapace di fare sport ma qui con voi è come essere a Disneyland», ha dato il via alla corsa della Città eterna – e non solo – per l’avventura a cinque cerchi del 2024. Ha lanciato la volata con grande entusiasmo, il premier, ha scosso tutti cercando energia in ognuno dei presenti. «Roma si candida per vincere», ha detto Renzi davanti al presidente del Coni, Giovanni Malagò, e al sindaco della città, Ignazio Marino. «Il nostro Paese sembra troppo spesso rassegnato e qualche volta si ferma a un passo dal successo come accaduto a Bundu in America. L’Italia ha tutto per puntare alla medaglia d’oro».
SI PARTE A GENNAIO
Un elogio straordinario a Roma olimpica da parte del presidente del Consiglio. «Avremo le strutture più all’avanguardia del mondo perché il made in Italy lo è e con Roma ci sarà un allargamento delle città che ospiteranno i Giochi. Noi non facciamo questa candidatura per partecipare, ma per vincere». Ha parlato di Firenze, di Napoli, della Sardegna e del nord per le altre sedi. «Si parte a gennaio sotto la guida di Giovanni Malagò», ha aggiunto. L’Italia si mette in gioco e lo fa con tutte le sue forze dando un calcio a quello che sta accadendo a Roma ma non solo cercando trasparenza per ogni operazione. La voglia di farcela è enorme. Poi, però... «Poi può accedere di non farcela – ha detto Renzi – ma tutti voi sapete che l’impegno di ogni singola persona è massimo. Il governo è pronto con il Coni per fare la sua parte. Questa è un’operazione da fare, un’operazione bella per noi, i nostri figli, per l’Italia». Ha parlato di esempi, Renzi, di Alex Zanardi che, insieme a Federica Pellegrini ha condotto la mattinata di premiazione al Coni. Poi ha scherzato con Sara Simeoni non ricordando quando l’azzurra aveva saltato 2.01 e Pietro Mennea, un altro esempio da seguire, corso i 200 metri in 19”72. «Erano gli anni Ottanta, no? Stavo per fare una gaffe, ma non sono qui per fare gaffe. Mennea è da prendere ad esempio ed io il suo tempo sui 200 potrei realizzarlo sui 100».
LA TRASPARENZA
Il presidente del Coni ha elogiato il lavoro di Renzi e quello del sottosegretario Delrio. Nella bufera che investe Roma, Malagò ha precisato che «si parte con trasparenza assoluta. I Giochi saranno di Roma e vedremo cosa possiamo fare per coinvolgere il territorio». Malagò ha le chiavi dell’operazione la cui partenza è fissata al 15 gennaio 2015, ma serve un presidente per il comitato promotore. Ieri al Coni, tra i premiati, c’era Luca Montezemolo. L’ex presidente della Ferrari, che ha parlato con una punta di polemica («Sono sempre un tifoso ma per me è finita un’epoca anche se per la Ferrari se ne apre un’altra più finanziaria») potrebbe assumere la guida. «Io sono qui per nuove vittorie – ha detto ricevendo il Collare d’Oro – per Roma 2024 Vedo passione e spirito di squadra».
LE POLEMICHE
Alle parole del sindaco di Roma Marino che ha affermato che «dobbiamo essere orgogliosi di questa candidatura che Roma affronta con lo spirito di vincere. Roma è la Capitale del mondo ed è un grandissimo giorno per la nostra città», sono arrivate le polemiche contro la città. Matteo Salvini, il segretario della Lega Nord, ha detto no ai Giochi. «Renzi ha proposto Roma per le Olimpiadi del 2024: mi sembra che viva su un altro pianeta», ha detto prima di ironizzare sulla Capitale: «Magari a Roma c’è qualche amico da far lavorare. I Giochi a Roma sono una follia nel senso che c’è ancora aperto il fascicolo su Mafia Capitale». Altra stoccata è arrivata dal Movimento 5 Stelle con Alberto Airola, capogruppo al Senato, che ha parlato di un incentivo al malaffare. «Aggiungere ad un tessuto criminale, come quello che sta emergendo dalle indagini, nuove valigie di soldi pubblici non farà che aumentare corruzione e infiltrazioni mafiose». Più soddisfatto, invece, il governatore della Lombardia, il leghista Roberto Maroni. «Non è la candidatura di Roma ma la candidatura dell’Italia, quindi Milano è dentro». E non parla, adesso, come invece avvenuto giusto un anno fa, di Roma ladrona perché scippava i Giochi a Milano.
Carlo Santi
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«Cambiare o cadere a pezzi». L’aut aut lanciato a Montecarlo nei giorni scorsi da Thomas Bach, presidente del Comitato olimpico internazionale, ha segnato il sentiero e adesso l’Italia è pronta a percorrerlo fino in fondo, fino al settembre 2017 quando a Lima sarà scelta la sede dei Giochi 2024.
A Roma, nella sede del Coni, lo sparo di partenza di Matteo Renzi ha dato il via a progetti che sono già in via d’elaborazione, a idee e piani di fattibilità per realizzare una vera Olimpiade low cost, decentrata, a prova di crisi e destinata a funzionare da trampolino (è il caso di dire) per la crescita. Con investimenti, infrastrutture, lavoro, tecnologia e made in Italy a fungere da ingredienti. Il tutto in linea con la nuova filosofia del Cio. Quel cambiare, o cadere a pezzi, che delinea lo spartito sul quale modulare la proposta di Roma e delle altre città italiane. Intanto, però, non si parte da zero.
Due anni fa era già tutto pronto per la candidatura della capitale alle Olimpiadi 2020, poi assegnate a Tokyo. La vittoria della Russia con Sochi 2014 e di Rio de Janeiro 2016 stavano a significare che solo avendo dimensioni da Stato-colosso si poteva ormai ambire a ospitare la kermesse sportiva mondiale. Ma in questo modo si sarebbe finiti col “cadere a pezzi”.
UN’ALTRA IDEA
Ed ecco allora un’altra idea di Olimpiade. Con nuove regole. Con un’altra politica, anche a livello di comunicazione in un mondo piagato dalle crisi, non solo economiche. Le 40 raccomandazioni degli “economi” del Cio spaziano dalla necessità di utilizzare al massimo, fino al riciclo, le strutture esistenti (e l’Italia, che ha già ospitato un’Olimpiade nella capitale, in parte le ha già, in parte ha le potenzialità tecnico-economiche per integrarle), fino alla limitazione del numero di atleti e personale delle delegazioni da ospitare, passando per il sistematico “decentramento” a seconda delle specialità e venendo incontro alle vocazioni del territorio (mare, montagna, laghi).
A questa nuova filosofia si è adeguata la dirigenza del Coni, ma soprattutto quel che è cambiato rispetto a due anni fa è lo spirito “competitivo” del governo Renzi rispetto alle scelte di austerità e rigore di Mario Monti. Nel 2012, l’allora premier bocconiano disse no alla candidatura di Roma perché sarebbe costata troppo. Disse no a dispetto di un dossier firmato da un comitato di esperti guidati dall’economista Marco Fortis, che concludeva che l’assegnazione della sede 2020 a Roma avrebbe prodotto un aumento del Pil nazionale in tredici anni (dal 2012 al 2025) dell’1,4 per cento, soprattutto a Roma e al Centro (+ 4 per cento).
Vi sarebbe stato anche un impulso potente all’occupazione, con 170mila nuovi posti di lavoro (una media di 12mila l’anno con un picco di 29mila nel 2020) e investimenti per 9,7 miliardi di euro. Il dossier passava anche in rassegna le precedenti edizioni delle Olimpiadi, e metteva in luce come nonostante le preoccupazioni per esempio del premier britannico David Cameron, anche Londra 2012 alla fine è risultata vincente sul piano dei costi e benefici, con un valore aggiunto lordo al Pil di oltre 35 miliardi di euro e più di 600mila nuovi posti di lavoro previsti entro il 2020. Questo perché i benefici di un evento globale come le Olimpiadi sono spalmati negli anni. Anzi, nei decenni.
Marco Ventura