Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  dicembre 16 Martedì calendario

Roma 2024. La corsa ai Giochi Olimpici riparte dalla diplomazia. C’è Malagò che ricuce i rapporti con la Spagna e offre spaghetti al dente a re Costantino, e ci sono le mogli dei membri Cio che sanno come spostare il 10% dei consensi...

Presidenti, ex presidenti, ministri, ex ministri, molte mostrine, troppi baci tra uomini, qualche loden arrivato dal Nord, suor Paola, Letta (lo zio) e un manipolo di atleti straniti, che si chiedono cosa ne sarà di loro nel lontano, eppur dietro l’angolo, 2024. Eccola qui, riunita sotto l’arazzo del Duce nella splendida cornice dei Collari d’oro, la platea del più grande spettacolo dopo il weekend: «Ci candidiamo». Applausi. Buone feste a tutti. Sipario.
È dietro le quinte, ora, che fatta l’Italia (olimpica), oltre agli italiani bisognerà fare lobbying. Malagò a capo del comitato organizzatore è una voce (già smentita) poco sensata perché mentre la macchina si metterà in moto il numero uno del Coni sarà impegnatissimo nei salotti buoni dello sport mondiale, dove i suoi 55 anni ottimamente portati e il suo savoir-faire da maschio alfa nato bene e istruito meglio (collegio San Giuseppe, laurea in economia) dovranno aprire molte porte.
È vero che il consenso, come spiega il capitano di lungo corso Mario Pescante («Questa è una gara che si vince dando un’immagine dell’Italia diversa dal solito»), passerà attraverso un progetto credibile in grado di conquistare un’opinione pubblica disillusa però nel luglio 2017, a Lima (Perù), a votare o bocciare Roma 2024 saranno i 104 membri del Comitato olimpico internazionale (Cio), non impermeabili – in passato – a scandali e tentativi di corruzione.
Nel 1995 la denuncia di una gola profonda, l’ex presidente della Federsci mondiale e vicepresidente Cio Marc Hodler, portò alla luce i brogli di Salt Lake City: per avere i Giochi invernali 2002, la città dei mormoni offrì borse di studio ai figli dei membri Cio (10 espulsi nell’epurazione interna). Se Atlanta ’96 ebbe l’Olimpiade (anche) con i soldi della Coca Cola e Atene 2004 non fu immune dal vizietto (un’inchiesta della Bbc smascherò la corruzione del membro bulgaro), è storia che Sydney ottenne i Giochi 2000 ungendo (50 mila dollari) due membri africani: non a caso l’Australia sconfisse Pechino (che si rifarà nel 2008) 45 a 43.
E il colmo dei colmi è la fantozziana svista del membro Cio greco 70enne Lambis Nikolaou quando nel 2005 Londra prevalse su Madrid come città olimpica 2012. Roma per toma, e il patatrac è fatto. Dopo blocchi di consenso mossi a pagamento, il pulsante sbagliato è pura aneddotica assai pertinente a quel Rotary di teste coronate e cardinali dello sport chiamati a decidere i destini di Olimpia in un conclave dove il voto di Djibouti vale quanto quello degli Usa e i gusti del figiano non sono più sindacabili di quelli del Principe Alberto di Monaco.
Roma pensa di avere nella manica, oltre al progetto, molti assi da mettere sul tavolo contro Parigi, Berlino, Boston, Città del Capo e le altre possibili pretendenti al trono 2024. Malagò ha iniziato a giocare la sua partita diplomatica a Sochi, durante i Giochi di Putin: ha ricucito lo strappo con la Spagna (l’Italia si era schierata con Tokyo 2020, preferendola a Madrid), ha offerto spaghetti al dente come Dio comanda a Re Costantino, membro Cio onorario che orienta la lobby reale; si è seduto al tavolo di Putin chiedendo a un amico speciale di fare da traduttore: Thomas Bach, presidente Cio. È volato a Bangkok, Baku e Montecarlo. I rapporti, prima di tutto.
Nel Risiko degli equilibri, le mogli dei membri Cio hanno il loro ruolo. «Spostano almeno il 10% dei consensi» conferma Pescante: «Perché credete che nel 2017 si vada a Lima e non a Helsinki?». Rio ha avuto i Giochi 2016 anche perché nel «ladys program», a sorpresa, inserì un pranzo con Paulo Coelho, che incantò le signore. Nella hall del Fairmont, al congresso Cio che ha cambiato la carta olimpica, Malagò si è prodotto in baciamano d’autore: «Le mogli, a Roma, verrebbero tutte volentieri».
Venerdì, alla messa degli sportivi in Vaticano con Papa Francesco, parteciperanno cinque membri Cio. Accompagnati.