Libero, 16 dicembre 2014
A Fonzaso, in provincia di Belluno il megastore di Allah. Ci saranno un supermarket, un bar, una libreria, una parafarmacia, una macelleria e un centro culturale, una sala di preghiera. Ma sarà aperto a tutti
A Fonzaso, tremilacinquecento abitanti in provincia di Belluno, c’è già chi lo ha ribattezzato “il megastore di Allah”. Il progetto è di quelli seri. Per realizzarlo, in attesa del via libera definitivo visto che il Comune, contrario, si è appellato al Consiglio di Stato dopo il nulla osta del Tar, serviranno più di sette milioni di euro. Soldi che, eventualmente, sborserà l’associazione culturale islamica “Un passo verso la speranza”. L’altro giorno, per accelerare i tempi e per tentare di scongiurare nuovi intoppi burocratici, dall’Arabia Saudita è arrivata una delegazione guidata da uno degli imam più importanti della Mecca, lo sceicco Ahmed. Il sopralluogo pare che sia stato positivo. L’intera operazione ha ricevuto l’ok dell’alto rappresentante dell’Arabia, Turki Al Faisal, e del consigliere del segretario generale per le costruzioni all’estero, Mohammed Bin Salem Bahammam. All’interno del “megastore di Allah”, il cui progetto (su due piani, più il garage interrato) è curato da due architetti veronesi, Paolo e Luca Fossati, per ora si sa che sono previsti un supermarket, un bar, una libreria, una parafarmacia, una macelleria e un centro culturale, dove dovrebbe sorgere una sala di preghiera. Che però, sottolineano i responsabili dell’associazione musulmana, non sarà una moschea. Già, perché il termine, nei mesi scorsi, aveva creato malumori in paese e nei dintorni, se è vero, com’è vero, che parte dei cittadini attraverso una raccolta di firme si era detta contraria. Altri, invece, hanno deciso di dare fiducia agli investitori, sperando che mantengano la promessa. Come dicevamo, l’amministrazione comunale, guidata da Ennio Pellizzari, per stoppare tutto si è rivolta al Consiglio di Stato e il progetto, al momento, è congelato proprio per questo motivo. La questione, in primavera, era stata portata pure a Bruxelles, con una interrogazione, dall’europarlamentare della Lega, la vicentina Mara Bizzotto. L’esponente del Carroccio aveva invocato le barricate. Resta da capire, dunque, cosa deciderà la giustizia, ma gli arabi sono molto fiduciosi. Oggi, del centro commerciale islamico, esiste soltanto lo scheletro, o poco più. Lo stabile si trova di fronte al campo sportivo di Arten, una frazione di Fonzaso. L’aveva realizzato un immobiliarista del posto quando la crisi – soprattutto nelle regioni storicamente più benestanti – ancora non si era fatta sentire. Sennonché l’edificio è rimasto invenduto. Chi in questi anni si era fatto avanti, poi per un motivo o per l’altro non è era mai andato fino in fondo. Ora è il turno degli islamici e dello sceicco. Di quattrini da spendere, nell’ex ricco nordest, ne hanno parecchi. Assicurano che il “megastore di Allah” sarà aperto a tutti. Che sarà un luogo di integrazione, dove l’individuo «potrà riscoprire i valori interiori andando oltre la materialità, che pure avrà un spazio importante». E si capisce: se non era per gli schei, per i quattrini, la delegazione araba se ne rimaneva in Arabia. 1,55 milioni di musulmani residenti in Italia secondo una stima del Dossier statistico immigrazione Idos. 32,9 percentuale di musulmani tra la popolazione straniera complessiva residente in Italia. 166.000 numeri di musulmani stimati residenti nel Veneto. 1.400 numero dei fedeli islamici che vivono in provincia di Belluno. Provengono soprattutto da Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto e Macedonia.