la Repubblica, 15 dicembre 2014
Un milione per mantenere la memoria di Auschwitz, 6 milioni per Chernobyl, 7 per il comitato paralimpico, 15 al Duomo di Milano, ma anche sconti per i camionisti. La pioggia di fondi elargiti dal governo
Alcuni nomi evocano tragedie della storia e vicende umane che fanno rabbrividire: da Auschwitz a Chernobyl. Gli emendamenti arrivano puntuali, all’ultimo momento, nel distratto dibattito parlamentare. Chi può dire di no al fatto che l’Italia, come la Germania e altri Paesi, stanzi un milione una tantum per mantenere la memoria dell’orrido campo di sterminio? E chi può opporsi ai quasi 6 milioni per la tragedia nucleare accaduta nel 1986 nella località oggi in Ucraina? Anche per il Comitato paralimpico: niente da dire per i 7 milioni nel 2015.Il dubbio è se questi interventi, che in fondo non spostano gli aggregati della finanza pubblica, debbano ancora passare per la Legge di Stabilità, senza programmazione, lasciando il sospetto che al momento del varo del disegno di legge siano stati trascurati e solo in extremis recuperati per evitare figuracce. Tanto più che la zona tra le iniziative meritorie e quelle meno importanti diventa grigia e opinabile: così anche il leghista Salvini prende la palla al balzo e si fa paladino dei non vedenti, reclamando a viva voce i 6 milioni che mancano per l’Unione italiana ciechi. Altri seguiranno.L’aria di elezioni, o l’imminenza del Natale, tuttavia si scorge passando al setaccio i 60 emendamenti governativi. I maggiori sospetti emergono dal pacchetto «alluvioni, frane ed eventi sismici » che affliggono regolarmente la Penisola. Non c’è più il Belice, presente con regolarità ad ogni Finanziaria, ma ci sono 30 milioni all’anno per il terremoto di Catania, Ragusa e Siracusa avvenuto nel dicembre del 1990. Disastrata dalla alluvione la linea Andora- Finale Ligure viene raddoppiata e per avviare i lavori arrivano 15 milioni all’anno per un decennio. Sicuramente altre zone, ugualmente colpite, lamenteranno di essere state trascurate. Alcuni vincono, altri meno influenti perdono. Mano tesa verso alcuni settori produttivi potenti e organizzati. Mentre i 20 mila dipendenti delle Province sono sul piede di guerra perché temono che Regioni e ministero del Lavoro non avranno le risorse per assumerli e dovranno andare in mobilità, arrivano soldi per gli agricoltori: lo Stato anticiperà i fondi che attendono dall’Unione europea e la ristrutturazione del settore lattiero avrà 8 milioni nel 2015 e 100 nel 2016-2017. Tutto nel pacchetto presentato sabato dal governo.Gli uomini dei Tir fanno una pessima vita ma sono anche una forte lobby che non manca mai l’appuntamento con la sessione di bilancio. Al momento del varo ci si era dimenticati di loro, ora si rimedia con 1 miliardo in quattro anni: lo sconto sulle accise sui carburanti sarebbe stato tagliato del 15 per cento dal 1° gennaio del prossimo anno, invece viene confermato al 100 per cento.Anche le Regioni, che pure complessivamente ottengono un allentamento della stretta prevista inizialmente dal governo, lasciano spazio a polemiche e recriminazioni. L’emendamento definito “Salva-Piemonte” scatena la rabbia della Lega che si chiede perché lo stesso trattamento non sia stato riservato alla giunta di Roberto Cota. La Sardegna, regione afflitta da problemi economici e occupazionali, riesce a spuntare 50 milioni extra per gli investimenti. La Valle d’Aosta 70 milioni per far fronte alla perdita del gettito delle accise.Con l’occasione anche il Duomo di Milano ottiene 15 milioni, il traffico sullo Stretto di Messina si aggiudica 30 milioni. L’”Italia lavora” che deve occuparsi del progetto europeo «garanzia giovani» non può fare a meno di 12 milioni, mentre l’Istituto italiano di tecnologia di Genova, che si occupa di alta ricerca, deve essere finanziato con 3 milioni. Come opporsi al completamento del programma dell’Asi per il lancio di due satelliti Cosmo-Skymed di seconda generazione proprio mentre la nostra Cristoforetti è nello spazio? Trenta milioni l’anno, dal 2015 al 2018.