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 2014  dicembre 15 Lunedì calendario

La Regione Toscana e quei 25mila stipendi da mantenere. Nel feudo rosso governato dal Pd si contano 1.053 società controllate da enti pubblici, 23 solo dalla Regione. Dai caseifici ai campi da golf

C’è persino il golf club partecipato dalla Regione Toscana, perché anche buche e mazze non vanno lasciate ai cattivi privati (che potrebbero addirittura fare utili), ma statalizzate, anche se poi finiscono in perdita, come ha fatto ancora nel 2013 il «Golf La Vecchia Pievaccia Spa» (in rosso per 221mila euro). Una delle 23 società partecipate della Toscana, feudo rosso che può vantare numeri da record in questo campo, magari in perdita nei conti (3,3 milioni di euro di rosso nell’ultimo bilancio), ma utilissimo per creare consenso (e voti) al partito che monopolizza le poltrone delle partecipate, il Pd. Basta dire che in Toscana c’è il 13,6% di tutte le società partecipate italiane, 1053, di cui 176 in perdita o con patrimonio negativo, e 190 definite «non operative» nei dossier del Tesoro. Seicentodiciannove partecipate comunali, 24.679 dipendenti, pari 6,7 ogni mille abitanti – fonte Cerved, Le partecipate dei comuni italiani, 2014 -, roba da Guinness dei primati. E la Regione controlla anche 21 «Enti di diritto privato» (fondazioni) e partecipa in organismi cooperativi e consorzi: cantine sociali, consorzi produttori di latte eccetera.
Il governatore piddino Enrico Rossi sembra aver cambiato linea ultimamente. Nel 2012 attaccava i «fondamentalisti-liberisti che vogliono espropriare le società partecipate e darle ai privati perché continuino ad arricchirsi». Ora, forse per accontentare Renzi, visto che in primavera ci sono le regionali e Rossi punta ad essere ricandidato, annuncia dismissioni e tagli. «Usciremo dalla gestione delle partecipate, rimarremo solo in Fidi Toscana» (la holding regionale, anche questa in rosso: 6 milioni di euro nel 2013) assicura il governatore già bersaniano della Regione Toscana.
Nel frattempo, però, dal 2012 la Regione ha aumentato, anziché dismettere, la sua quota in Aeroporto di Firenze. Mentre resta intatta la galassia di partecipate toscane. Dove c’è di tutto. Dal golf alle acque minerali, quelle di «Evam – Ente valorizzazione acque minerali Fonteviva Spa», anche questa in perdita. Poi, nella mission istituzionale della Regione, sempre per evitare che si mettano le mani i privati, ci sono anche i bagni termali: le Terme di Casciana Spa, Terme di Chianciano, Terme di Montecatini. Dicevamo di Fidi Toscana Spa, una partecipata con altre partecipate dentro, a scatole cinesi. Anche qui con le mission più varie. Le partecipazioni della società, 2,4 milioni di euro di rosso nel 2012, sono ben 30, valore stimato dalla Corte dei conti 7,7 milioni di euro. E spaziano dai caseifici della Maremma all’agricoltura, dalle ceramiche al vino Chianti. Proprio questa anomalia, segnalata come punto critico da Bankitalia, è finita sotto la scure della Corte dei conti: «Non appaiono definitivamente superati i punti critici a suo tempo rilevati dalla Banca d’Italia. Peraltro Fidi detiene ancora partecipazioni rilevanti in società non strumentali all’esercizio del credito». Ma stanno sempre lì.
Una mania, quella delle società partecipate in Toscana. Che contagia tutti, persino Comuni piccolissimi. Come Gavorrano (Grosseto), 9 partecipate e circa 8mila abitanti. O Vaglia (Firenze), partecipazioni in otto società di servizi pubblici per appena 5mila abitanti. Sambuca Pistoiese ha solo 1.694 abitanti ma ben 6 partecipate, mentre Certaldo (Firenze), più grandina, ha 16 partecipazioni tra dirette e indirette, tra cui una società di sport dilettantistici «Aquatempra» e una di formazione professionale, Ti Forma. Il record spetta però a Chianciano Terme (Siena), ben 20 partecipate per appena 7.843 abitanti. Un primato assoluto.
Dappertutto, è facile immaginare, ex sindaci, ex assessori, ex consiglieri, non tutti del Pd. Alcuni sono ex Ds, o perfino ex Pds o ex Pci. Ed inutile dire che gli affidamenti diretti spesso e volentieri vanno alle cooperative amiche. Un sistema di potere perfetto non solo per assicurare una carriera, o una buona pensione, ai compagni di partito, ma anche per generare consenso attraverso il controllo del territorio. «In Toscana abbiamo una miriade di “partecipate coriandolo” – commenta Stefano Mugnai, consigliere regionale di Forza Italia -, spesso partecipate da un solo Comune o da pochi, per lo più prive di capacità manageriali dato che a guidarle si alternano ex politici. Tanti piccoli monopoli locali che vivacchiano andando sul sicuro con gli affidamenti in house, cioè senza gara, con conseguenze inevitabili sull’efficienza dei servizi». Ma formidabili a perpetuare il sistema di potere Pd.