Corriere della Sera, 15 dicembre 2014
Il papà di Veronica difende la figlia: «La amo, è innocente, voglio vederla. Hanno detto che conosceva bene il Vecchio Mulino perché ci andava da piccola a prendere l’acqua al fontanile. Non è vero, perché noi in casa, quando abitavamo a contrada Sughero, bevevamo acqua minerale in bottiglia»
Eccolo, l’unico parente stretto di Veronica Panarello che non ha mai dubitato della sua innocenza. Nemmeno un istante. È suo padre Francesco, 55 anni, «attualmente disoccupato e senza fissa dimora, anzi no, scriva che vado ospite spesso da parenti tra Messina e Grammichele».
La madre di Veronica, Carmela, che prima l’aveva quasi crocifissa, ora sembra nutrire una resipiscenza: «Amo mia figlia, è innocente, voglio vederla». Francesco Panarello però l’aveva chiesto subito all’avvocato Francesco Villardita, non appena sua figlia era entrata in carcere. «La mia principessa» dice lui, che non vuol sciogliere ancora il rebus se sia davvero il padre naturale oppure solo quello anagrafico, la cui scoperta sembrerebbe all’origine del disastroso malessere esistenziale della donna.
È sicuro però, Francesco, che non sia Veronica l’assassina di Lorys: «Lui mi chiamava sempre nonno Ciccio – si commuove —. No, la verità è che il killer è ancora libero, ma io ho fiducia negli inquirenti e con l’aiuto di Gesù alla fine mia figlia sarà scagionata. Perché non dice bugie: la vigilessa in servizio quella mattina a scuola ha confermato di averla vista passare con la macchina (in effetti Giuseppa Schembari ieri ha puntualizzato: “Non vidi Lorys ma lei sì”, ndr )». Aggiunge il padre di Veronica: «Secondo voi, dunque, una mamma sempre premurosa, ma anche tanto piccola e minuta, quella mattina avrebbe strangolato suo figlio e poi si sarebbe fatta col bimbo morto in braccio tre piani di scale, perché in via Garibaldi non c’è l’ascensore? E in pieno giorno, col rischio di essere veduta dai vicini... Infine, non contenta, sarebbe andata a gettarlo nel canale. No, non ci credo nemmeno se la vedo. Non è stata Veronica, ma chi è stato si troverà».
Per questo – gli chiediamo – si è immaginato un complice, qualcuno molto vicino a Veronica che adesso lei copre col silenzio. «Io so solo che ci è piovuto addosso tanto fango – risponde pronto Francesco —. Hanno detto che Veronica conosceva bene il Vecchio Mulino perché ci andava da piccola a prendere l’acqua al fontanile. Non è vero, perché noi in casa, quando abitavamo a contrada Sughero, bevevamo acqua minerale in bottiglia. E non è vero neppure che io lavoravo come contadino in una delle serre della zona. Ho sempre fatto solo il camionista».
L’uomo però conferma la sofferenza estrema della donna per lo sfascio della famiglia, 12 anni fa, quando i genitori si separarono.
«Decise allora di andare a vivere lontano da noi, con Davide Stival. Non mi opposi». Ma i rapporti tra padre e figlia – conclude Panarello – sono continuati: «Andai subito a casa sua quando fu trovato il corpo di Lorys. Le dissi: fatti forza, non sarai mai sola. E così sarà».