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 2014  dicembre 15 Lunedì calendario

La Guerra Fredda si è spostata sul Baltico? A partire dalla crisi ucraina si sono moltiplicate le incursioni di aerei militari o sottomarini russi entro i confini della Svezia. Una chiara strategia di pressione da parte dell’armata di Putin per allontanare il Paese scandinavo dall’influenza della Nato

La tragedia è stata sfiorata venerdí. Secondo il ministro della difesa svedese, Peter Hultqvist, il peggio è stato evitato solo grazie all’intervento dei caccia svedesi che hanno identificato un aereo russo, che volava senza trasponder (il che impediva di rilevare la sua posizione) e che era in rotta di collisione con un aereo civile della Cimber, affiliata alla Sas, con a bordo 50 persone. L’aereo svedese ha virato e poco dopo si è visto sorpassare di fianco dal caccia russo.
Le autorità militari russe, per bocca del generale Konasjenkov, portavoce del ministero della difesa, hanno dichiarato che il caccia non ha mai rappresentato una minaccia per l’aereo svedese, che la distanza tra i due apparecchi era di 70 km e che non c’è stata alcuna violazione delle regole internazionali. E la tv russa ha colto l’occasione per ironizzare dicendo che, dopo l’invenzione del sottomarino russo, gli svedesi hanno trovato un aereo invisibile, e non hanno mancato di ricordare come in Svezia siano stati spesi tre milioni di dollari per dare la caccia a fantomatici sottomarini russi “avvistati” nell’arcipelago di Stoccolma.
L’AVVERTIMENTO
Il passaggio più significativo del discorso di Konasjenkov è stato però quello in cui il generale ha sottilmente fatto notare e sottolineato che, durante gli ultimi mesi, il numero dei voli degli aerei Nato nelle immediate vicinanze dello spazio aereo russo è aumentato in modo notevole e che anche questi voli vengono regolarmente compiuti senza l’uso del transponder. Il riferimento diretto alla Nato è particolarmente significativo perché fa parte di una tattica ben precisa, di cui gli svedesi si sono accorti con una certa apprensione a partire dalla crisi con l’Ucraina, quando la Svezia tenne a sottolineare ufficialmente la sua solidarietà con la Nato, di cui però – com’è noto – non fa parte. Da quel momento infatti la Russia ha triplicato le sue esercitazioni militari nel Baltico, mentre è aumentata pericolosamente la presenza di aerei militari russi nei cieli svedesi. Soltanto nel marzo scorso un aereo della SAS, sempre partito da Copenhagen e diretto a Roma, con 132 passeggeri a bordo, si trovò di colpo a soli 90 metri da un aereo russo, rischiando una tragedia.
La Svezia ritiene dunque che la Russia le stia dando, in questo modo, dei chiari segnali (minacciosi) di non compiere altri passi di avvicinamento verso la Nato, se non vuole pagarne le conseguenze.
Sembra un ritorno ai tempi della guerra fredda, quando la Svezia, pacifista e neutrale, aveva però una tale paura dell’orso russo, suo nemico ereditario, da tenere in attività, per quell’unico motivo, un esercito agguerritissimo, tecnicamente molto preparato, e in grado di scendere rapidamente in campo con oltre mezzo milione di uomini.
L’ESERCITO
Il servizio militare si prolungava in effetti fino ai 50 anni d’età con periodici, anche se brevi, richiami alle armi per essere sicuri che i potenziali combattenti svedesi non perdessero la pratica dello scontro. Da sempre consapevole della potenza militare del suo vicino e timorosa di un’invasione, la Svezia compensava in questo modo la sua ferma decisione di non fare parte del patto atlantico. Tutto è cambiato da allora, ma adesso, si torna a parlare di una possibile adesione della Svezia alla Nato. I massimi responsabili della difesa svedese ritengono però che, nella situazione attuale, non ci sarebbe molta differenza se la Svezia si decidesse ad aderire al patto atlalantico, dal momento che il sistema difensivo svedese è già legato così strettamente alla Nato da essere al suo fianco in tutti i contesti e in tutte le esercitazioni. Manca soltanto un’adesione formale.
IL DIBATTITO
I più battaglieri, come il presidente della commissione per la difesa, Allan Widman, chiedono però già adesso che il governo svedese agisca, perché queste provocazioni e intimidazioni da parte dei russi sono intollerabili, e che l’ambasciatore russo venga convocato ufficialmente per fornire spiegazioni. Da altre parti si chiede invece di far passare la protesta attraverso i canali dell’Ue. Il momento politico però è tutt’altro che facile in Svezia dato che il Paese, per la prima volta da tempo immemorabile, si prepara a tornare alle urne a marzo dopo avere votato a settembre. Il governo di minoranza dei socialdemocratici e dei verdi non è infatti riuscito a far approvare la legge di stabilità ed è caduto poche settimane dopo la sua formazione.