Il Messaggero, 15 dicembre 2014
In Italia è appena arrivata nei grandi store e librerie, in Francia non è più nemmeno una moda o una tendenza, è ovunque: i libri di coloriage per adulti, sono in cima alle vendite da mesi, riempiono le vetrine delle librerie. Una forma di arte-terapia contro lo stress
La ragazza sale alla stazione Bastiglia, si siede, accavalla le gambe, e con pochi movimenti precisi tira fuori dalla borsa un quadernino, i pennarelli, e comincia a colorare. Prima il rosso, poi il blu. Ben dentro gli spazi, attenta a non «uscire», sfidando le frenate e le improvvise accelerate del treno. Intorno a lei la folla scompare, lei non la vede più. Sparito anche quell’odore di metallo polveroso del metrò parigino, non lo sente, né la allertano gli avvertimenti a fare attenzione agli scippatori. Nemmeno la infastidisce – incredibile – la sirena che annuncia la chiusura della doppia porta. Miracolo del coloriage per adulti. Un pennarello, un mandala, et voilà, lo stress se ne va.
In Italia è appena arrivata nei grandi store e librerie, in Francia non è più nemmeno una moda o una tendenza, è ovunque: i libri di coloriage per adulti, sono in cima alle vendite da mesi, riempiono le vetrine delle librerie. Per Natale, le case editrici (tutte) hanno fatto a gara d’inventiva: libri di mandala del Tibet, ma anche di moda, flora, fauna, quadri famosi, edizioni deluxe che quasi dispiace metterci le mani, opere esclusive di artisti, disegni astratti, figurativi, profili di città. Tutti da colorare, con cura, pazienza, precisione. Sulla metro, i pennarelli cominciano a sostituire tablet e auricolari.
LA CURA
Il coloriage può essere di aiuto in ufficio, per scaricare la tensione prima di una riunione, o addirittura può servire per smettere di fumare: il pennarello al posto della sigaretta. Il fenomeno ha la sua definizione scientifico-medica: arte-terapia, anche se per una vera «cura» i pennarelli da soli non bastano, ci vuole l’accompagnamento di un terapeuta. Colorare infatti non stanca, anzi, aiuta a rilassarsi, a ritrovare se stessi. Riporta all’infanzia. È un atto disinteressato, il cui unico obiettivo è fare bene. È rassicurante, perché bisogna stare dentro linee ben segnate. Creativo, perché siamo noi a dare la vita a un’opera che diventerà unica, nostra.
«Mettere del colore su del bianco e nero è un modo di ridare vita al sapore esistenziale delle cose – spiega Nathalie Renault, arte-terapeuta – Il coloriage, in particolare dei mangala, è un esercizio di ri-centramento della psiche, di percorso intorno a un centro verso cui ci si dirige senza mai poterlo davvero raggiungere, è un tentativo di riordino di sé rispetto alle proprie tensioni interne e in definitiva un dialogo tra l’io e il mondo esterno».
GLI EFFETTI
Per i terapeuti e per i sempre più numerosi coloriage-dipendenti, tirare fuori la dose personale di colori e disegni da riempire è diventata «praticamente l’unica attività che riesca a non far pensare e niente altro». Quando si comincia a colorare, «la respirazione diventa più calma, il cervello si sconnette dallo stress e dal rumore che ci sta intorno». Insomma, una nuova forma di meditazione.
Un nuovo fenomeno di marketing, anche, che sta facendo la gioia delle case editrici. Per evitare derive, la professione di arte-terapeuta ha ormai in Francia una sua federazione, la Ffat. Dei corsi di arte-terapia cominciano a essere proposti in alcune facoltà: pioniere, un master all’Università di Parigi, e diplomi universitari sono stati creati a Poitiers e Tolosa.