Corriere della Sera, 15 dicembre 2014
Il «duello a sinistra» tra Berlinguer e Craxi che ha lasciato sul terreno un cumulo di macerie, e ferite profonde che il tempo non è ancora riuscito a rimarginare
Il libro di memorie di Alberto Menichelli, autista dello storico leader del Pci Enrico Berlinguer, di cui il Corriere ha fornito anticipazione, rimanda a un importante snodo della biografia politica dell’Italia repubblicana: il rapporto tra socialisti e comunisti, e in particolare lo scontro frontale che oppose lo stesso Berlinguer a Bettino Craxi. Negli Archivi dell’ex segretario del Psi
sono conservati gli appunti che ripercorrono le principali vicende che hanno lacerato il tessuto dei rapporti a sinistra. Riflettendo sulla ferma opposizione berlingueriana al «nuovo corso» socialista, Craxi mostra di non sottovalutare, accanto alle motivazioni di carattere squisitamente politico, quelle legate alla «psicologia» e alla «storia personale» del numero uno di Botteghe Oscure: «Lui veniva da una famiglia nobile, socialista e massone», annota in un documento redatto il 16 giugno 1996. «Quando decise di diventare comunista, consumò un atto di rottura profonda con i suoi. Evidentemente il suo rapporto con me, il suo antisocialismo, risentiva della rottura consumata con il padre».
Quali che fossero le motivazioni, resta il fatto che il «duello a sinistra» ha lasciato sul terreno un cumulo di macerie, e ferite profonde che il tempo non è ancora riuscito a rimarginare.
Andrea Spiri,
Ricercatore in Storia politica
dell’Età contemporanea, Università Luiss, Roma