la Repubblica, 15 dicembre 2014
Giorgia Meloni è convinta che Marino cadrà: «Sono pronta a candidarmi a sindaco di Roma». E la leader di Fratelli d’Italia apre a Salvini: «Ma il vecchio centrodestra è morto»
Nella corsa al dopo-Marino, Giorgia Meloni brucia tutti. Convinta – come tanti, a Roma – che la giunta guidata dal chirurgo dem non reggerà all’urto dell’inchiesta sul Mondo di mezzo, che prima o poi la maggioranza di centrosinistra franerà sotto il peso delle lotte intestine e dunque Roma tornerà al voto in primavera, la presidente di Fratelli d’Italia rompe gli indugi e annuncia la sua discesa in campo. Un modo, anche, per battere sul tempo i competitor interni al centrodestra: in testa Alfio Marchini, il “costruttore rosso” alla guida di un movimento civico deciso a rompere i vecchi schemi, da mesi sogno proibito di Ncd e Forza Italia.
«Appena il Pd deciderà di mandare a casa “Kung Fu Panda” Marino non ci tireremo indietro dalla sfida per il Campidoglio. Io sarò in prima fila se sarà necessario: ridaremo voce alle periferie abbandonate dalla sinistra di salotto», si è candidata ieri la Meloni parlando al teatro Quirino. «Marino ha dimostrato di essere un incapace. Con le giunte di sinistra è nato il malaffare, che poi è continuato con Alemanno», ha incalzato la leader di FdI-An. Ma siccome «non ci si può nascondere dietro a un dito», l’ex presidente della Camera ha pure intonato il Requiem a «un centrodestra ormai morto», che «ci impone di cambiare» perché «non abbiamo saputo raccontare le nostre idee, dando l’impressione di voler sopravvivere, di riciclarci». Perciò bisogna guardare oltre: innanzitutto ai leader emergenti come Matteo Salvini, che ha aperto la sua Lega ad alleanze nuove. E al quale la Meloni chiede dritto: «Fai sul serio? È finito il tempo della secessione? Vuoi la riconciliazione nazionale? Se non è solo propaganda elettorale, o un tentativo di avere voti anche nel meridione, allora noi ci stiamo, siamo interessati». Il ticket della nuova destra.
Un’accelerazione subito stoppata da Angelino Alfano. «La Meloni vuole candidarsi a sindaco di Roma su posizioni contro l’euro, contro l’Europa e alleandosi con Salvini. Non mi pare coerente con la nostra impostazione politica», ha tagliato corto il ministro dell’Interno. Sa bene, il leader Ncd, che il suo partito è da mesi in pressing su Alfio Marchini, che il suo luogotenente in terra romana Andrea Augello ha già conquistato alla causa Forza Italia con l’obbiettivo di riprodurre una “grossa coalizione” sul modello nazionale.
Nessuno ha però fatto i conti con l’attuale inquilino del Campidoglio. Il quale, a mollare, non ci pensa proprio. Anzi. Pensa di rilanciare con una giunta nuova, che dovrebbe vedere la luce tra domani e dopodomani, non appena il suo assessore-icona – il pm antimafia Alfonso Sabella – avrà ottenuto l’aspettativa dal Csm e potrà assumere la delega alla Legalità. Ieri l’ultima tappa in vista del Marino bis: il polemico addio dell’assessore alle Politiche Sociali Rita Cutini («Lascio per l’assenza di un progetto corale contro il malaffare») e la contestuale sostituzione con Francesca Danese.