La Gazzetta dello Sport, 15 dicembre 2014
Tanto vale partire subito dall’intervento di Fassina.• Stiamo parlando dell’Assemblea del Pd e dello scontro, ampiamente preannunciato, tra Renzi e la sua minoranza di sinistra? Sì
Tanto vale partire subito dall’intervento di Fassina.
• Stiamo parlando dell’Assemblea del Pd e dello scontro, ampiamente preannunciato, tra Renzi e la sua minoranza di sinistra?
Sì. Fassina ha parlato ieri mattina, e alla fine del suo intervento ha detto: «A me pare che il presidente del consiglio cerchi delle giustificazioni per arrivare al voto, a un voto anticipato. Guardate io dico con meno… non ho l’eleganza di Cuperlo o la diplomazia di D’attorre. Lo dico con grande chiarezza, Matteo: è inaccettabile la delegittimazione morale e politica che ogni volta fai in queste sedi di chi ha posizioni diverse dalle tue. (alzando sempre più la voce) Non sto in parlamento per frenare, per boicottare, per gufare, per far fallire le riforme, sto in parlamento per esprimere il mio punto di vista, costruttivo come quello tuo e come quello di altri. E non ti permetto piu - è l’ennesima volta che lo dico - di fare le caricature di chi la pensa diversamente da te. È inaccettabile (applausi). La minoranza non fa diktat. La minoranza non cerca il congresso anticipato, la minoranza non vuol far finire il governo prima del 2018. Se vuoi andare a elezioni dillo chiaramente, assumiti la tue responsabilita e smettila di scaricare le responsabilita’ sulle spalle di altri (vivi applausi).
• Veramente l’altro giorno, e in qualche modo anche ieri rispondendo ai giornalisti, Civati ha detto che se Renzi vuole andare alle elezioni sventolando la bandiera del Jobs Act lui fa la scissione. E la Bindi, a sua volta, pretende che la Consulta esamini preventivamente la legge elettorale per stabilire se è costituzionale o no, altrimenti «con sdegno me ne vado».
E l’altro giorno la minoranza ha mandato sotto il governo sulla storia dei senatori a vita. I membri della minoranza chiedono di essere sostituiti in commissione, per non dover votare contro il governo. Succederà, ma che faranno in aula? Si può star dentro stando fuori? Civati evoca Prodi per il Quirinale, ma Prodi aveva appunto ministri che andavano a manifestare contro il governo, Bertinotti partecipò alla sfilata del 2 giugno con un distintivo pacifista all’occhiello e fu lui, poi, a buttare giù Prodi (ottobre 1998).
• Che ha risposto Renzi?
Sull’Ulivo e, quindi, su Prodi, che la minoranza vorrebbe al Quirinale: « Io contesto che ci sia un racconto mitologico e nostalgico dell’Ulivo quando quell’esperienza politica è stata sostanzialmente mandata a casa da nostri errori e divisioni. Contesto l’idea di farne un santino senza riconoscere la responsabilità di quanto accadde nell’ottobre del 1998 […] Noto un certo richiamo all’Ulivo molto suggestivo e nostalgico, ricordo cosa diceva l’Ulivo sul bicameralismo. Quello che non ricordo è come si possa aver perso 20 anni di tempo senza aver realizzato le promesse delle campagne elettorali».
• E a Fassina non ha risposto niente?
« Il Pd non è un partito che va avanti a colpi di maggioranza ma sia chiaro che non starà fermo per i diktat della minoranza. Abbiamo il dovere di corrispondere all’impegno preso con gli italiani e non staremo fermi nella palude per guardare il nostro ombelico […] Noi siamo quelli che cambiano l’Italia, non quelli che stanno a mugugnare su quelli che cambiano l’Italia […] So bene che non tutti sono d’accordo sul Jobs act. Mi piacerebbe che almeno il testo del Jobs Act fosse letto, che ci fosse uno sguardo non ideologico, una discussione nel merito. Sull’articolo 18 l’abbiamo pensata in modo diverso, ormai è andata, ognuno tiene la propria opinione ma ormai è chiusa». Ha detto qualcosa anche su Mafia Capitale e sui magistrati. Su Mafia Capitale: «Io non sono solo indignato, sono schifato. Chi è disonesto non può camminare con il Pd, dobbiamo essere molto duri anche al nostro interno. Chi sbaglia paga anche nel Pd. Non tutti gli onesti votano Pd ma chi sta nel Pd deve avere onestà come punto fondamentale. Chiedo ai magistrati di arrivare velocemente ai processi e alle sentenze». Sui magistrati ha anche detto che gli piacerebbe leggere più sentenze e meno interviste, frase che ha fatto arrabbiare il presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli.
• Conclusioni da trarre dopo il match di ieri?
Tutto somatto si è rimasti nel perimetro del tollerabile. Renzi non ha esagerato e in fondo nemmeno i suoi oppositori. Una scissione in questo momento non conviene a nessuno. La minoranza può guadagnare negoziando il nome del prossimo presidente della Repubblica. Renzi, a sua volta, in questo momento ha bisogno di un voto compatto dei suoi se non vuole dipendere, per il prossimo capo dello Stato, dagli umori dei grillini e dalla capacità di ricatto di Berlusconi.