Il Sole 24 Ore, 12 dicembre 2014
E in Cina le aziende italiane di legno-arredo superano la Germania. Una bilancia commerciale attiva in questo settore per 8,3 miliardi nonostante il tonfo in Russia dovuto alle sanzioni
Un dato su tutti aiuta a comprendere l’ottimismo con cui le aziende italiane del legno-arredo guardano al 2015: nel primo semestre del 2014 l’Italia ha superato la Germania per esportazioni verso la Cina in questo comparto, con una quota del 15% contro il 13% dei tedeschi. In appena due anni (quando il nostro Paese era molto indietro rispetto alla Germania) i ricavisono passati da 120 a quasi 290 milioni.
Un segnale importante, non solo perché riguarda uno dei mercati più promettenti per l’arredo italiano, ma anche perché conferma la vitalità e la competitività, a livello internazionale, di un settore che in questi anni è riuscito ad arginare la grave crisi economica proprio puntando sui mercati esteri, tanto da tornare, oggi, quasi ai livelli di export pre-crisi. Le vendite oltreconfine sono aumentate in 12 mesi del 2,9%, superando i 13 miliardi (il picco fu nel 2007, con 14,2 miliardi). Il che si traduce in una bilancia commerciale positiva per 8,3 miliardi. Un risultato non scontato, se si pensa che il 2014 ha registrato un tonfo su un mercato fondamentale, quello russo, che ha perso più del 7% in valore a causa sia delle tensioni seguite al conflitto con l’Ucraina, sia della debolezza del rublo. Il crollo sul fronte russo è stato tuttavia compensato dal dinamismo degli emergenti (con una Cina cresciuta del 31% nei primi otto mesi dell’anno) e di mercati fondamentali come Regno Unito (+9,3% tra gennaio e agosto) e Stati Uniti (+9,1%).
Merito della qualità dei prodotti made in Italy che, secondo i dati elaborati dalla Fondazione Edison (relativi al 2013), garantiscono al nostro Paese di posizionarsi ai vertici della classifica mondiale dei Paesi esportatori. Per quanto riguarda l’industria del legno-arredo, sono 18 i prodotti in cui l’Italia figura nei primi tre posti al mondo per saldo commerciale (per un valore complessivo di 8,9 miliardi di dollari), prodotti che salgono a 28 se si considera il solo ambito europeo (per un valore complessivo del saldo commerciale di 9,5 miliardi di dollari).
Ma il merito è anche di una strategia di internazionalizzazione messa in campo da FederlegnoArredo per consolidare la presenza delle aziende italiane sui mercati più ricettivi, che dal prossimo anno beneficerà anche dei contributi previsti nel Piano Made in Italy del Governo: in tutto 220 milioni in tre anni a favore dei principali comparti industriali italiani. I fondi serviranno a sostenere azioni di promozione “di sistema”, come quella studiata per il mercato cinese, dove Federlegno e BolognaFiere daranno vita a una fiera del mobile italiano nel 2016. Azioni di sistema sono previste nel 2015 anche su altri mercati promettenti, tra cui Stati Uniti, Asia, Paesi arabi e Africa sub-sahariana. Perché, dati alla mano, è sui mercati extra-europei che il mobile italiano deve costruire il suo futuro. Secondo la Fondazione Edison, nel 2013 le esportazioni di arredo verso l’Ue hanno registrato un calo del 3,6% rispetto al 2012 e addirittura del 21,4% rispetto al 2008. Di tutt’altro segno le vendite verso i paesi extra-Ue, cresciute quasi del 10% in un anno e del 6,3% in cinque anni.