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 2014  dicembre 12 Venerdì calendario

Alla fondazione di Alemanno, dalle cooperative di Buzzi, sono arrivati 265mila euro in tre anni. Il libro paga della Cupola

Il “Tanca”, come Salvatore Buzzi chiamava Franco Panzironi, era un’idrovora. Un pozzo senza fondo. Lui e la “Fondazione Nuova Italia” del sindaco Gianni Alemanno, di cui era segretario generale. Capace di inghiottire un fiume di denaro. «Per l’aggiudicazione di appalti, lo sblocco dei pagamenti di Eur spa e qualunque altro problema con la pubblica amministrazione», annota il Ros dei carabinieri nell’informativa del 10 dicembre scorso depositata ieri al Tribunale del Riesame. E a leggerne le pagine sembra quasi di sentire l’affanno con cui, ad horas, negli uffici della Cooperativa 29 giugno si svuotava la cassaforte di contanti da infilare in un borsello in similpelle che il corpulento ex ad di Ama si cacciava nelle tasche (come documentano le foto pubblicate in queste pagine e su Repubblica. it) di fronte a una palestra dell’Eur. L’” Haeven 4”. Il “Paradiso”, appunto.
“JE NE DOVEMO 40”    
Vediamo, dunque. Il 13 febbraio 2013, Buzzi non si capacita. Dice a Carminati: «Hai capito er Panza? Er Panza me dice: “Aho, me dovete da’ ancora 40 mila”. E alla segretaria, Nadia Cerreto, chiede in affanno: «Quanto c’avemo ’n cassa? Dieci, quindicimila? Vabbé, damme 15». Il grano, naturalmente, va consegnato dove gradisce “il dottore”. Il “Tanca”, o “Panza”, si intende. Il 2 maggio 2013, 15 mila «alla palestra vicino all’obelisco dell’Eur». E non sono certo gli ultimi, perché dice Buzzi, «Quello è ‘na cambiale. L’ho messo a 15 al mese.... Anzi, che cazzo sto’ a dì. Quindici a settimana». L’8 maggio 2013, dunque, ci risiamo. “Er Panza”, ribussa a denari. Altri 15 mila. Negli uffici della Fondazione Nuova Italia, stavolta. E il 16 maggio, otto giorni dopo, altri 15 mila all’Eur. Le cimici del Ros catturano un Buzzi esausto che a Claudio Turella, allora responsabile della programmazione e gestione del verde pubblico del Comune, dice: «Oggi è l’ultima settimana e ho finito. M’ha prosciugato tutti i soldi, ‘sto Panzironi. E così posso ricomincià a pensa’ a te. Che cioè, pe’ trova sti soldi o te compri un benzinaio o non li trovi, eh». Oppure, aggiunge, «fai come Maruccio (Vincenzo, ex consigliere regionale Idv arrestato per peculato nel novembre 2012, ndr) e Di Pietro. Perché che te pensi, Cla’, che quelli giocavano alle slot machine? Quelli riciclavano i soldi. Però (per riciclare, ndr ) devi conosce. E io non conosco un cazzo».
Epperò, con il “Tanca”, non si finisce mai. Il 28 maggio 2013 chiede altri 40 mila. E Buzzi, visto il rischio che Alemanno perda le imminenti elezioni comunali, teme siano soldi buttati. «Aho’, me ricordo che quando ci fu il cambio da Veltroni ad Alemanno, c’ho rimesso 100 mila euro». Ma Carminati non sente ragioni. Che li prenda. Buzzi di quei “40” parla come un’ossessione in giugno e poi ancora il 29 gennaio di quest’anno: «Dovemo da’ 40 sacchi a Panzironi». Senza contare che, il 24 aprile, lo stesso Buzzi si attrezza per consegnare a “Tanca” anche un orologio attraverso il figlio dell’ex ad di Ama, Dario. Del resto, spiega Buzzi, quello andava a percentuale. Il 2,5% del valore dell’appalto. Lo stesso che pretende ora il consigliere regionale del Pd Eugenio Patané: 120 mila euro. («Davvero je dovemo da’ tutti sti soldi a questo?»).
LA FONDAZIONE NUOVA ITALIA
Quando non sono per lui, i quattrini che reclama Panzironi finiscono alla Fondazione Nuova Italia. Dai conti delle cooperative di Buzzi partono 19 bonifici tra il gennaio 2012 e il settembre 2014, per un totale di 265 mila euro. Anche quando Alemanno non comanda più. Ma la musica, evidentemente non cambia. Né per lui, né per i “nuovi”. Buzzi, il 6 ottobre scorso, si sfoga con un imprenditore (che il Ros non riesce a identificare). «O c’hai lo sponsor o non entri». Il tipo – annotano i carabinieri – «chiede se potrebbe essere d’aiuto il capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda». Buzzi lo liquida così: «No, non conta un cazzo. Devi trovare sempre un consigliere comunale che lo paghi e ti porta. Tutto il consiglio comunale piglia i soldi».