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 2014  dicembre 12 Venerdì calendario

Una pensione da tre euro. È quando è successo a un romano che ha visto il lordo di novembre, di 1.655,90 euro, risucchiato da ben sei “conguagli modello 730”, oltre alle addizionali: «Fortunatamente ho ancora qualcosa da parte, e quindi io e mia moglie non dovremo fare la fame fino a quando arriverà la tredicesima»

Una pensione da tre euro. Per un pensionato di Roma, che ha inviato una segnalazione a Repubblica, il lordo di novembre, di 1.655,90 euro, è stato completamente risucchiato da ben sei “conguagli modello 730”, oltre alle addizionali. Risultato, la pensione è stata azzerata. E meno male che ci sono le detrazioni per reddito e per nucleo familiare, altrimenti la pensione sarebbe scesa a meno 48 euro... «Fortunatamente ho ancora qualcosa da parte, e quindi io e mia moglie non dovremo fare la fame fino a quando arriverà la tredicesima», commenta il pensionato, che certo non è l’unico a trovarsi a fine anno in una situazione di questo tipo: gli uffici Inps ricevono puntualmente reclami analoghi in questo periodo. Però di fronte a situazioni del genere, assicura una fonte dell’istituto, non c’è alcun margine d’intervento. Infatti quando l’Inps funge da sostituto d’imposta non ha alcun potere di rateizzazione: «È lo stesso contribuente a doverla chiedere all’Agenzia delle Entrate».
Sembrerebbe che la colpa sia del commercialista, ma non è così, spiega Pasquale Saggese, ricercatore della Fondazione Nazionale Commercialisti: «Il pensionato in questione ha rateizzato tutto quello che poteva, ma si è ritrovato a pagare a novembre in una sola soluzione la seconda rata dell’acconto Irpef e il secondo acconto della cedolare secca, che non sono raiteizzabili. Non s’è reso conto del cumulo, avrebbe fatto meglio a utilizzare l’F24 per la cedolare secca, per non caricare la pensione». «Di fronte a un caso del genere non può esserci una burocrazia cieca e sorda. – osserva il presidente di Federconsumatori Rosario Trefiletti – Non mi risulta che esistano norme di salvaguardia, neanche per le pensioni minime, però considerato che la metà degli assegni erogati dall’Inps sono inferiori ai 1000 euro, sarebbe giusto che almeno nei casi, limitati, di azzeramento per conguaglio, partisse un avviso benevolo. Sarebbe un segno di sano civismo».