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 2014  dicembre 12 Venerdì calendario

Ha avvolto nel suo marsupio il figlio di nove mesi, poi è entrata in mare di notte e ha nuotato al largo, ha slacciato il marsupio e ha visto il piccolo scomparire nelle acque scure. Ha confessato davanti al sostituto procuratore di Imperia la madre russa di 39 anni, Natalia Sotnikova ora in stato di fermo per omicidio volontario. Lo ha fatto perché aveva paura che il bebè avesse una malattia genetica

Aveva paura che il figlioletto di nove mesi avesse una malattia genetica, per questo l’ha avvolto nel suo marsupio da bebè poi è entrata in mare di notte e ha nuotato al largo, ha slacciato il marsupio e ha visto il piccolo scomparire nelle acque scure. Ha confessato davanti al sostituto procuratore di Imperia al termine di un lungo interrogatorio una madre russa di 39 anni, Natalia Sotnikova ora in stato di fermo per omicidio volontario. «Temevo – ha detto fra le lacrime – che fosse epilettico come la nonna. Non volevo vederlo soffrire».
La Sotnikova era arrivata a Bordighera pochi giorni fa insieme con il compagno (che non risulta essere il padre del bimbo), la coppia ha occupato una suite con camere separate comunicanti nel Grand Hotel al Mare, un cinque stelle elegante frequentato da artisti e imprenditori. Mercoledì notte verso le due la donna ha lasciato l’albergo con il bambino in braccio e si è messa alla guida della Bmw che la coppia aveva noleggiato a Ginevra una settimana fa, all’arrivo in aereo da Mosca. La Sotnikova è stata ripresa dalle telecamere di sicurezza dell’hotel, un secondo video la riprende verso le quattro di mattina al suo ritorno, senza il bambino.
L’allarme per la scomparsa del piccolo è stato dato con alcune ore di ritardo dal compagno della donna. Inoltre, sembra che la Sotnikova avesse lasciato un biglietto in camera in cui annunciava il proposito di «farla finita»; l’attesa del compagno prima di allertare il personale dell’albergo quindi i carabinieri è stata piuttosto lunga. L’uomo non è indagato e risulterebbe del tutto estraneo a quanto accaduto.
Rientrata in albergo Natalia ha fornito spiegazioni diverse sulla scomparsa del figlioletto: avrebbe detto di essere entrata in mare tenendolo fra le braccia e di averlo perso, poi di averlo gettato in mare infine di averlo abbandonato su uno scoglio piatto a pochi metri dall’acqua o sulla sabbia in una località vicino a Bussana (il tratto di spiaggia viene chiamato Cala degli Orsi). Le ricerche del bambino sono state concentrate in quella zona ma non si è giunti al recupero del corpo: in serata i sommozzatori si sono arresi e torneranno a scandagliare i fondali questa mattina.
Gli investigatori hanno condotto esami all’interno dell’albergo, della suite occupata dalla coppia russa, nell’abitacolo e nel portabagagli della Bmw anche con il luminol alla ricerca di possibili tracce di sangue. Nel bagagliaio dell’auto è stata rilevata sabbia marina, la coppia era stata sulla spiaggia di Bussana il giorno prima e le tracce potrebbero risalire a quella gita.
Sia l’uomo che la donna, quest’ultima poi indagata e assistita dall’ avvocato Piera Poillucci, sono stati lungamente interrogati dal sostituto procuratore di Imperia Francesca Scarlatti. Poche ore dopo la denuncia del fatto era emerso che Natalia negli ultimi tempi avrebbe manifestato i sintomi di una forte depressione. Potrebbe essere questa la causa della tragedia. La turista ha sulle prime abbozzato spiegazioni poco convincenti sull’episodio, fino a crollare e confessare tutto.