Corriere della Sera, 12 dicembre 2014
La Borsa di Atene scende ancora. Tsipras ha già annunciato che in caso di vittoria alle elezioni anticipate dichiarerà nulli gli accordi con la Troika. Ma ha anche cercato di rassicurare l’Europa: «Syriza non sarà la fine dell’euro»
«Nel corso di incontri con funzionari di governo a Berlino, Bruxelles e Washington, Tsipras ha attenuato parte della retorica più incendiaria».
Il Financial Times getta acqua sul fuoco antieuropeista del leader
di Syriza, il partito greco di sinistra radicale che in questi giorni sta agitando i mercati. Secondo alcune indiscrezioni, in un recente road show a Londra, due rappresentati del partito hanno fatto sapere a 35 banchieri d’affari che intendono chiedere uno «sconto» sul debito pubblico di Atene (330 miliardi), ridurre le politiche di austerità e fornire elettricità e cibo gratuito alle famiglie più povere. Lo sconto sul debito, il 62% in meno, dovrebbe essere concesso dalla Troika – Bce, Ue e Fmi – che hanno in tasca una grossa fetta del debito pubblico greco. Il clima politico ad Atene è precipitato martedì scorso quando il premier Antonis Samaras, leader della coalizione di centrodestra, ha deciso di anticipare di due mesi, al 17 dicembre, l’avvio della votazione parlamentare per eleggere il nuovo presidente della Repubblica. La maggioranza che sostiene Samaras è di 154 voti e per eleggere il presidente ne servono almeno 180. Se
non si raggiungerà la maggioranza qualificata nelle prime tre votazioni, —la legge impone elezioni anticipate. I sondaggi danno nettamente favorita Syriza e la paura si è di nuovo riflettuta sui mercati che ieri hanno penalizzato la Borsa di Atene (- 7,35%)
e spinto verso l’alto i rendimenti dei titoli di Stato con il decennale greco al 9,124%. Il leader Tsipras ha già avvisato che in caso di vittoria dichiarerà nulli gli accordi con la Troika e chiederà la convocazione di una Conferenza europea per tagliare il debito. Ma ha anche cercato di rassicurare l’Europa: «Syriza non sarà la fine dell’euro». Quel che è certo è che entro i prossimi due mesi Atene dovrà concludere le trattative con la Troika per lo sblocco dell’ultima tranche dei prestiti che è di 1,8 miliardi, ma per garantire gli aiuti servirebbero altri 2,5 miliardi di tagli. Una prospettiva indigesta ai fini elettorali e di cui Samaras non intende farsi carico. Da qui l’interesse a sottolineare la retorica antieuropeista di Tzipras.