Il Sole 24 Ore, 11 dicembre 2014
Il mercato della tv si prepara a un 2015 di svolta. Secondo il rapporto It Media Consulting nel 2014 si sono persi ricavi per 213 milioni, ma dal prossimo anno dovrebbe esserci la ripresa. A Sky, Rai e Mediaset il 94% del mercato, ma gli altri operatori fanno un balzo in avanti
Quello che sta per terminare è l’anno della battaglia senza esclusione di colpi per l’assegnazione dei diritti tv del calcio (Champions league e Serie A per il triennio 2015-2018), ma anche l’anno del lancio delle piattaforme on demand di Sky (SkyOnline ) e Mediaset (Infinity) oltre che del battesimo della nuova Mediaset Premium e della Sky europea targata Rupert Murdoch. Avvenimenti, questi, che faranno sentire i loro effetti soprattutto nei prossimi anni. Il 2014 potrebbe anche essere l’ultimo anno con ricavi in flessione per il mercato televisivo italiano. Da qui dovrebbe ripartire una risalita al ritmo di crescita media annua del 2,6 per cento.
È questo il risultato di sintesi che emerge dalla lettura dell’ultimo rapporto di It Media consulting sul mercato televisivo che prende in considerazione il periodo 2014-2016. Di fatto, stando ai dati del rapporto, nel 2014 il mercato avrà perso complessivamente 213 milioni di euro, con una riduzione del 2,7% sull’anno precedente. A pesare è stato il calo dei ricavi pubblicitari, ma anche la contrazione delle entrate da pay tv fino al prelievo sul canone operato dal Governo nell’ultimo anno. Di certo, nei prossimi anni, secondo It Media Consulting, il settore dovrà affrontare la crescente competizione multi-dispositivo e multi-piattaforma che si sta manifestando nel mondo dei contenuti audiovisivi.
Il multichannel e le aumentate possibilità di fruizione non lineare (Svod o Tvod su tutte) dovrebbero comunque essere alla base della ripresa dei ricavi dell’industria televisiva che nel 2016 si avvicinerà al muro degli 8 miliardi di euro. Un traguardo ampiamente superato negli anni passati, ma l’onda lunga della crisi per ora non sta lasciando scampo all’industria tv. A pesare – e tanto – è soprattutto la difficile congiuntura economica che sta zavorrando la raccolta pubblicitaria che però, secondo It Media Consulting, dovrebbe tornare a crescere a partire dal secondo semestre 2015, registrando nel triennio un aumento medio del 2,3 per cento.
Gli affari dovrebbero aumentare, seppur non di tantissimo, anche per il segmento della pay tv, i cui ricavi sono attesi in aumento fra 2014 e 2016 a un tasso medio annuo dell’1,6 per cento. Il Rapporto dà il merito soprattutto all’impulso del digitale terrestre e allo sviluppo della broadband tv. In questo quadro, la maggior parte dei ricavi continuerà a essere raccolta dalla piattaforma satellitare (81% nel 2014). Al contempo però It Media consulting prevede una crescita del 5% per il digitale terrestre (fino al 23% della pay tv) con la broadband tv a sua volta in crescita, oltre la soglia del 3 per cento. Proprio la broadband tv – anche in virtù degli accordi come quello fra Sky e Telecom (cui dovrebbe seguire un analogo accordo fra Telecom e Mediaset, almeno stando alle dichiarazioni del consigliere Telecom Tarak Ben Ammar, si veda a pagina 39) – dovrebbe comunque avere una crescita importante a partire dal 2016.
Al momento, è comunque la tv free to air a rappresentare la modalità di accesso primaria (più del 70% delle abitazioni). Dal punto di vista della composizione del mercato la novità sarà invece nell’aumento della quota di mercato degli altri operatori (dal 5,9% del 2014 al 7,1% del 2016) tra i quali Discovery (che è il quarto operatore) e La 7 pesano oggi per il 64% circa delle risorse della categoria.
Oggi però, a conti fatti sono Sky, Mediaset e Rai a spartirsi il 94% del mercato (cumulativamente dovrebbero scendere al 93% a fine 2016). Sky Italia è il principale attore, con il 36% circa del mercato, atteso in discesa al 33% nel 2016. Rai si manterrà con una quota pressoché stabile con circa il 29% del mercato mentre Mediaset dovrebbe acquistare quote superando la Rai come secondo operatore e attestandosi attorno al 30 per cento. Da questo punto di vista, It Media Consulting crede nel valore taumaturgico della Champions league visto che, come si legge nel Rapporto, «a partire dal secondo semestre 2015, escludendo Rai che recupera l’importo sottrattogli con il dl Irpef nel 2014, Mediaset è l’operatore che cresce più dei concorrenti, non tanto per la ripresa della pubblicità, dove detiene storicamente la quota più consistente, quanto soprattutto alla crescita nel segmento Pay-tv».