La Stampa, 11 dicembre 2014
Rapallo, il marito che non accettava la separazione e ha ucciso la moglie prima di gettarsi dal balcone con in braccio il figlio di un anno. Dietro all’ennesima strage familiare anche problemi economici
Una separazione non accettata e che avrebbe acuito i suoi problemi economici dietro la strage familiare che ieri pomeriggio ha sconvolto Rapallo. Una tragedia consumatasi in appartamento di via Lamarmora, nel pieno centro della cittadina del Tigullio, dove Alessio Loddo, 37 anni, disoccupato, prima ha massacrato e accoltellato la moglie, Gisella Mazzoni, 37anni anche lei, poi ha preso in braccio il figlioletto (che aveva compiuto un anno il 21 novembre scorso) e insieme si è gettato dal balcone con il bimbo. Poco prima l’uomo avrebbe inviato un sms alla sorella anticipandole le sue intenzione e chiedendo perdono.
La vita felice
Fino a poco tempo fa, Alessio e Gabriella fa sembravano una famiglia normale, spesso in giro insieme al loro piccolo e ai due cani, anche questi ultimi finiti con la coppia sorridente nella foto per gli auguri natalizi del 2012 e postata su Facebook. Un anno dopo, la nascita del bambino. Quando tutto sembrava andare per il verso giusto, qualcosa si è incrinato e infine spezzato.
Ieri l’epilogo nel sangue. I carabinieri, entrati nell’appartamento, hanno trovato il corpo della donna sul pavimento: picchiata e poi accoltellata fino ad ucciderla. Quattro fendenti, secondo la prima ricostruzione. Il tutto, probabilmente, davanti al figlio. E forse proprio l’affidamento del bambino è stata la causa che ha innescato la tragedia.
L’uomo, figlio di un ex dipendente comunale e appartenente a una nota famiglia in città, non aveva accettato la fine del matrimonio: i due abitavano ancora insieme, ma era una convivenza sempre più difficile, come testimoniato anche dai vicini di casa, che hanno parlato di litigi sempre più frequenti. A fine anno, però, Alessio Loddo avrebbe dovuto lasciare l’abitazione, di proprietà della moglie che in queste ultime settimane spesso, insieme al piccolo, cercava ospitalità dai genitori.
La perdita del lavoro
Al fallimento matrimoniale, si aggiungeva poi la difficile situazione lavorativa dell’uomo, un ex piccolo imprenditore da tempo senza occupazione fissa, anche se in città si esclude che i problemi economici fossero così gravi. Non trova invece ancora conferma la notizia che l’uomo, in passato, fosse stato denunciato per violenze.
Le salme in serata sono state trasportate all’obitorio di Lavagna a disposizione dell’autorità giudiziaria che potrà disporre l’autopsia, almeno sull’uomo, per sapere le sue condizioni mentali al momento della tragedia.