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 2014  dicembre 11 Giovedì calendario

Junker avvisa Italia e Francia • Il papà di Loris: «Se è stata lei deve pagare» • L’uomo che ha ucciso una professoressa e l’ha violentata da morta • Il marito che accoltella la moglie e poi si suicida col figlioletto • Il record dei migranti • Pesci alieni invadono il Mediterraneo • Il difficile mestiere dei ferrovieri • Calano le vendite di televisori


Junker Il presidente lussemburghese della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, in una intervista al quotidiano tedesco Faz ha avvisato l’Italia: «Riforme o le conseguenze saranno spiacevoli. Dobbiamo fidarci degli italiani e dei francesi. Poi a marzo vedremo come sono andati». Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che in genere condivide le posizioni rigoriste di Bruxelles, ha replicato rivendicando l’autonomia dell’Italia: «Le riforme le facciamo perché servono a noi e non perché ce lo dicono gli altri». Ha aggiunto di aver interpretato il richiamo «come una cosa che già sappiamo» perché «l’Italia sta facendo enormi sforzi sulle riforme». Quando si è trattato di rispondere sul caso LuxLeaks, Junker ha detto che non si dimette e ipotizzato una regia dietro le rivelazioni. Nel solito incontro di mezzogiorno con i giornalisti di Bruxelles, il portavoce della Commissione Ricardo Cardoso è svenuto a terra durante le pressanti domande su Juncker/LuxLeaks (riprendendosi dopo poco).

Veronica Dal carcere di Catania dove è rinchiusa, Veronica Panarello si è rivolta al marito, Davide Stival: «Non mi abbandonare. Credimi, sono innocente. Non ho ucciso Loris». L’uomo ha risposto: «Non avrei mai potuto pensare che facesse un cosa del genere. I poliziotti mi hanno fatto vedere percorsi, orari, fotogrammi e tutto sembra coincidere. Dico solo che se è stata lei deve pagare. Se ci sono le prove, perché dovrei starle accanto? Dai filmati io ho visto le sagome che riconosco, vicino all’auto. Poi si vede che una persona ritorna verso casa, ma non si riconosce neanche se ha lo zaino. Non sono sicuro che sia Loris. È una sagoma. Riconosco solo l’auto e mia moglie».

Delitto/1 Antonio Palleschi, 40 anni, muratore di Arpino, dove vive con la madre, ha confessato di aver ucciso Gilberta Palleschi (nessuna parentela), insegnante d’inglese e responsabile regionale dell’Unicef. I fatti: intorno alle 10 del 1 novembre la donna andò a fare una passeggiata lungo l’argine del Fibreno per mantenersi in forma. Quello, che aveva già fatto il carcere per tentata violenza sessuale nel 2009, s’era appostato per saltare addosso a una delle appassionate di jogging che frequentano il posto. Quando la signora reagì difendendosi, la prese a botte: svenuta, la caricò in macchina e andò a buttarla in un burrone, a una decina di chilometri di distanza dal luogo dell’aggressione. Forse, per finirla, la prese anche a sassate. Indi la spogliò: abiti e tappetini della macchina li buttò in una vecchia discarica. Il giorno dopo, però, ci ripensò, tornò al burrone e fece sesso con il cadavere. Giornata del 1 novembre, prima a San Martino poi a Campoli Appennino, provincia di Frosinone.

Delitto/2 Gisella Mazzoni, 37 anni, e suo figlio Francesco Gregorio, un anno compiuto da poche settimane. Bionda, bella, era sposata con Alessio Loddo, 37 anni, piccolo imprenditore finito in difficoltà con la crisi. Anche il matrimonio non andava più bene: secondo alcuni, i due vivevano da separati in casa. Lui, a detta degli amici della Mazzoni, era un violento che anche in passato aveva subito denunce per maltrattamenti da parte delle precedenti fidanzate. Fatto sta che la donna non lo voleva più e desiderava separarsi: la casa era sua e ieri gli disse chiaro e tondo che doveva andarsene entro la fine dell’anno. Le diede una scarica di pugni e calci che la lasciò a terra, quindi prese un coltello e con quello la finì. Prese poi il bimbo tra le braccia e si buttò dal balcone, al quinto piano. Prima di fare tutto ciò, però, ebbe il tempo di mandare un messaggio alla sorella: «L’ammazzo, poi uccido me stesso». Intorno alle 17 di mercoledì 10 dicembre, in via Lamarmora 25, poco distante dalla stazione di Rapallo.

Migranti L’Alto commissariato Onu per i rifugiati dice che nel 2014 almeno 348mila persone nel mondo hanno rischiato la vita sui barconi per migrare o cercare asilo in altri Paesi. Di queste, 4.272 sono morte. Tra queste, 3.419 sono migranti che hanno perso la vita nel Mediterraneo. Nel 2014 hanno tentato o sono riuscite ad attraversare il Mediterraneo oltre 207mila perone, cifra tre volte superiore al 2011 (anno dell’ultimo picco), quando 70mila migranti erano scappati verso l’Europa. Quasi l’80% dei migranti viaggia dalla costa libica verso Italia e Malta. Oltre al Mediterraneo, le rotte dei disperati sono tre: la regione del Corno d’Africa, dove 82.680 persone hanno attraversato il Golfo di Aden e il Mar Rosso; il Golfo del Bengala, dove da Bangladesh e Birmania sono partiti in 54.000 verso Thailandia e Malesia; e i Caraibi (4.775 migranti) (Caporale, Sta).

Specie Negli ultimi decenni sono più di 700 le specie comparse nel Mediterraneo e in gran parte sono specie tropicali. Molte sono trasportate dalle navi, ma moltissime provengono dal Mar Rosso e dalla regione indo-pacifica ed entrano nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez. Tra queste: la medusa Rhopilema nomadica; due specie di pesci erbivori del genere Siganus che, brucando le alghe, stanno trasformando in deserti i fondali prima coperti dalla vegetazione marina; e poi c’è il Lagocephalus sceleratus, un pesce palla tossico (Boero, Sta).

Capotreno In Italia, nel 2014, sono stati 309 i casi di dipendenti di Ferrovie aggrediti a bordo treno o nelle stazioni. Un dato che segna un preoccupante aumento rispetto al 2013, quando gli episodi furono 227. Il Lazio, secondo i dati forniti dal Gruppo Fs, con 51 casi è la regione con più ferrovieri aggrediti in questo 2014. Al secondo posto l’Emilia Romagna con 34, poi il Piemonte con 31, la Toscana con 30 e la Lombardia con 26 (Adinolfi, Rep).

Televisori/1 Si vendono sempre meno televisori: nel 2010 sono stati 7,2 milioni. Nel 2011 6,3 milioni. Le previsioni per il 2014 parlano di 4,6 milioni. E tutto questo ha un corrispettivo in denaro: si passa dai 2,4 miliardi di spesa del 2011 all’1,6 stimato per l’anno in corso. Il calo delle vendite è un fenomeno generalizzato: anche in Inghilterra nell’ultimo anno il segno è negativo, quantificato in 500mila dispositivi venduti in meno. Ma c’è una caratteristica tutta italiana: l’erosione dei prezzi al consumo. Nei paesi europei economicamente più forti il prezzo medio che i consumatori sono disposti a spendere per un televisore è di 500 euro. In Spagna si arriva a 400. In Italia siamo a 350 euro (assante e Saviano, Rep).

Televisori/2 Negli Stati Uniti si calcola che fra dieci giovani che mettono su casa solo due la corredano di televisore (Bartezzaghi, Rep).

(a cura di Daria Egidi)