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 2014  dicembre 11 Giovedì calendario

Non sparate sul capotreno. Aumentano gli insulti e le aggressioni da parte dei passeggeri ai responsabili dei convogli. Dai ritardi al biglietto non pagato: 309 casi solo nel 2014. I più colpiti sono i convogli regionali

A Lucca lunedì alle 6.30 un capotreno è stato aggredito e ferito da una persona senza biglietto che dormiva in una carrozza prima della partenza. Cadendo si è fratturato tutte e due le mani. A Reggio Emilia, invece, un controllore donna di Tper, l’azienda di trasporto pubblico regionale, è stata scaraventata giù da un convoglio fermo in stazione. In Sicilia al capotreno Riccardo Caristi è andata pure peggio: il 13 novembre scorso, in pieno giorno, è stato colpito con una coltellata alla spalla sul Messina-Milazzo, subendo una ferita a un polmone. Insulti, sputi, e sempre più spesso pugni e calci: in Italia, nel 2014, sono stati 309 i casi di dipendenti del Gruppo Fs aggrediti, a bordo treno o nelle stazioni. Un dato che segna un preoccupante aumento rispetto al 2013, quando gli episodi furono 227.
«Non siamo sceriffi ma ferrovieri – dice Massimo Marino, della Uilt trasporti toscana dopo la quarta aggressione in regione in una sola settimana – ormai siamo in piena emergenza, ci sentiamo soli». Capri espiatori di chi aspetta un treno in ritardo, bersagli dei passeggeri trovati a bordo senza biglietto, «i quali – spiega Franco Fiumara, responsabile della protezione di Fs – pur di non prendere una multa commettono un reato contro un pubblico ufficiale». «Siamo in una situazione ingestibile – aggiunge Angelo Multari, segretario nazionale del settore viaggiante del sindacato Orsa – a gennaio lanceremo uno sciopero nazionale con un presidio davanti al Ministero degli Interni. Così non si può andare avanti».
Più colpito, rispetto all’alta velocità, è il trasporto regionale. Il Lazio, secondo i dati forniti dal Gruppo Fs, con 51 casi è la regione con più ferrovieri aggrediti in questo 2014. Al secondo posto l’Emilia Romagna con 34, poi il Piemonte con 31, la Toscana con 30 e la Lombardia con 26. Sulla Roma-Fiumicino, una capotreno donna è stata picchiata, presa per il collo e graffiata da una passeggera a cui aveva chiesto il biglietto. «Ho ancora paura – racconta – non riesco a fare serenamente il mio lavoro». Non va meglio in Campania, dove il controllore di un treno della Circumvesuviana diretto da Napoli a Poggiomarino è stato picchiato da tre ragazzi che volevano ritardare la partenza impedendo la chiusura delle porte. «Ci sono malviventi e borseggiatori, soprattutto nelle ore serali – spiega Massimo Cosentino, segretario generale Orsa Campania – ma le persone riversano su di noi anche la rabbia per un treno guasto, pieno, o in ritardo. I marciapiedi sono sempre affollati, e le corse ridotte al minimo».
Ai suoi lavoratori Trenitalia fornisce corsi anti-aggressione, assistenza legale e psicologica. Ma i dipendenti vogliono di più: «Sono cresciuti i controlli antievasione e questo fa aumentare i rischi – dice Alberto Ballotti, segretario generale Fit Cgil di Bologna – chiediamo all’azienda di raddoppiare i controllori sui treni regionali». Nei prossimi mesi Fs farà partire una sperimentazione fornendo agli uomini della protezione aziendale che controllano le grandi stazioni uno spray anti-aggressione. «Questi episodi sono un grosso problema anche per l’azienda – spiega Fiumara – ma aumentare il personale non è un deterrente. Spesso avvengono alla presenza di tante persone e, nonostante ciò, facciamo fatica a trovare testimoni». La paura per pendolari e lavoratori è di avere ritorsioni. «Chi aggredisce ritorna sui treni e in stazione anche se denunciato – continua Fiumara – serve una risposta a livello giudiziario». Il ragazzo che ha accoltellato il capotreno in Sicilia, ad esempio, conosceva bene la sua vittima perché già multato. Ed è stato arrestato perché un altro ferroviere, di passaggio a Taormina, lo ha notato e ha avvertito la Polfer.
Dopo le lamentele di pendolari e sindacati anche la politica inizia a muoversi. «Ormai si tratta di un problema di ordine pubblico», ha commentato l’assessore regionale ai trasporti della Campania, Sergio Vetrella. Mentre il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha lanciato un’idea: «Parte delle risorse per il controllo degli stadi sia dirottata alla sicurezza di pendolari e ferrovieri». Il rischio è che i binari diventino una «terra di nessuno». E a dirlo sono anche altri reati. Nel 2014 sono stati 5.742 i furti, con una crescita del 10% di quelli commessi in stazione. «I treni da controllare sono indicati da Ferrovie e polizia ferroviaria – spiegano dalla Polfer – si individuano quelli più a rischio ogni mese». I capitreno, invece, hanno un numero telefonico dedicato con cui possono chiamare la polizia ferroviaria e farla intervenire.