La Stampa, 11 dicembre 2014
Il piatto del II secolo ritrovato in una tomba nobiliare in Giappone che permette di ricostruire le relazioni commerciali dell’antichità e i rapporti che legavano Tokyo a Roma
Un piatto fondo di vetro romano, di un affascinante blu intenso, probabilmente della fine del II secolo, è stato ritrovato in Giappone in una tomba nobiliare del V secolo nei pressi di Nara, la prima capitale del Sol Levante (710-784). Il reperto è alto circa 6 cm e largo 14,5. Gli scienziati che lo hanno scoperto, stupefatti sia dalla sua bellezza sia dalla provenienza – si tratterebbe del primo piatto romano ritrovato in Giappone – lo hanno sottoposto a diversi test, confermando che ha percorso più di 10 mila chilometri nel giro di quasi due secoli. Per essere poi sepolto, con una piccola ciotola di vetro decorata d’oro probabilmente di origine sassanide, perle di vetro e oggetti d’oro e d’argento, assieme al corpo di un nobile non ancora identificato. Il ritrovamento è avvenuto nel tumulo 126 di Niizawa Senzuka, dove sono state trovate 590 tombe in totale, ora in corso di scavo, che vanno dal IV al tardo V secolo.
Abe Yoshinari, direttore della squadra scientifica e ricercatore presso l’Università di Tokyo al dipartimento di Chimica, ha confermato che il piatto è stato prodotto nel Mediterraneo (la presenza di cobalto – rarissimo in Asia orientale – lo attesta) e più probabilmente a Roma, come è suggerito dalla presenza di antimonio, un metallo che nell’antica Roma veniva utilizzato nell’industria del vetro. Avrebbe raggiunto il Giappone tramite la Persia sassanide prima e l’Asia Centrale poi. Il ritrovamento attesta l’antichità del commercio tra i due poli opposti del continente eurasiatico. E mentre l’antica Europa era affamata di sete orientali, così come di ceramiche e, più tardi, di porcellana, l’intera Asia orientale era affascinata dal vetro proveniente dall’antica Roma e dal Medio Oriente, oltre che dagli ori e dagli argenti lavorati provenienti dall’Asia Centrale e dall’India.
L’industria del vetro nell’Estremo Oriente si è invece sviluppata tardi, raggiungendo risultati di grande pregio in Cina solo nel XVIII secolo. Questi manufatti sono dunque tra i pochi oggetti di prestigio che l’Asia orientale desiderava acquistare dall’Occidente. Il piatto, già classificato come tesoro nazionale, è stato affidato al Museo Nazionale di Tokyo. Un esempio di quegli scambi che hanno tenuto Asia e Europa in contatto costante, anche nei secoli più lontani.